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giovedì 30 settembre 2010

La porta chiusa (versione 3) - tre

La luce aveva portato anche Garret nel mio ufficio....e, dopo essersi assicurato che stessimo bene, ci aveva scortato fino alla porta di ingresso..


:- beh...buona notte Slow...a lunedì:-


:- notte Kate:-


Fermai subito un taxi e vi salii sopra con tutta la fretta che avevo di lasciare quel posto e soprattutto la situazione imbarazzante con Slow....mi voltai più volte e lui rimase a guardarmi oltre il finestrino del taxi.....per un attimo pensai anche di tornare indietro, di abbracciarlo, di chiedergli di amarmi fino alla fine dei suoi giorni....ma poi mi dissi che Cenerentola era stata fortunata....e Biancaneve, e Hansel & Gretel....ma la vita era altro...


Arrivai sul pianerottolo della mio appartamento e per la prima volta da quasi dieci anni, non avevo nessun desiderio di entrarci: era stato un rifugio per tanto, troppo tempo....ma ora..non so, qualcosa....mi stava stretto...e come aprii la porta volli chiuderla di nuovo....ma dove altro potevo andare?


Il cellulare squillò nuovamente, numero non memorizzato....:-sì, pronto:-


:- Kate sono Slow...... mi manchi:-


Non ebbi nemmeno il tempo di rispondere...aveva già riagganciato....non avevo un altro posto dove andare, non avevo un'altra vita in cui entrare...potevo solo ritornare al punto di partenza e continuare a vivere il vissuto.....


per due giorni non feci altro che pensare e ripensare alle parole di Slow...quello Slow che avevo conosciuto al buio, che mi aveva parlato, che mi aveva "amata" a suo modo....e il lunedì ritornai in ufficio senza alcuna vendetta pianificata....senza alcun piano "B"...senza niente di niente....la sua dichiarazione era stata semplice, dolce, mi era arrivata al cuore...sapevo perchè in un anno non avevo mai detto nulla al fatto che Slow mi rubasse le idee....volevo che fosse lui orgoglioso di me...volevo che mi vedesse non come una donna ma come una donna intelligente...volevo mi vedesse non come guardava le altre....ma alla fine io non ero molto diversa da tutte loro: volevo innamorarmi anch'io ...anzi forse lo ero già....


:- Ciao Kate, Lether ti vuole veder nel suo ufficio, subito:-


:- Lether? ma non c'è nessuna riunione...:-


:- non so..a me ha detto di farti salire subito non appena fossi arrivata....:-


il capo vuole vedermi...forse qualche altro progetto da fare....


Arrivai davanti alla porta e Marlene mi annunciò all'interfono....


:- vai Kate, buona fortuna:-


Buona fortuna perchè??


:- Kate, venga avanti, prego....si accomodi....dunque mi dica...tutto bene?:-


:- Certo Sig. Lether, tutto a posto:-


:- Kate non la voglio tenere in ansia ancora per molto......mio figlio ha rassegnato oggi le dimissioni e dato che lui era la sola persona che la voleva qui...beh...penso sia il caso di dirle che da oggi lei è .....


:- licenziata...d'accordo, sì, grazie:-


:- cooosaaaaa? Kate lei è una delle migliori project manager che abbiamo in azienda, sarei un pazzo se non la tenessi...volevo dirle che ha avuto la promozione....i suoi progetti dell'ultimo anno sono stati devastanti...in senso positivo, mi piace come lavora, la sua determinazione non è così facile da trovare, per non parlare della sua infinita competenza...ancora mi chiedo come una donna così giovane possa aver imparato tutto ciò che sa...:-


:- Sig. Lether, sono davvero contenta...non saprei cos'altro aggiungere...ma Slow...beh, insomma, come mai ha dato le dimissioni..se posso sapere...:-


:- vede mio figlio non è portato per le questioni di famiglia, non è portato per questo lavoro...lo sapeva che è un bravissimo attore??? lo avevo tenuto per un anno giusto per fargli vedere il lavoro qui, ma dopo quest'anno è ancora più convinto e temo che prossimanente lo vedremo su qualche schermo....:-


:- attore...già...si penso proprio che sappia fare il suo mestiere...beh..io la ringrazio nuovamente e ritorno nel mio ufficio...:-


:- Kate, cara, il suo ufficio ora è qui, accanto a me....se volesse portare tutte le sue cose...oppure posso chiamarle il nostro nuovo fattorino...aspetti.....ehi tu?:-


:- ha chiamato Signore....:-


:- Slow...ma che diavolo significa tutto questo????:-


:- Kate ho detto tutto a mio padre, di te, del tuo lavoro ...in realtà lui sapeva ogni cosa....lavori qui da troppo tempo...e i tuoi appunti sono unici...così ha deciso non solo di tenerti, ma di darti una promozione....quell che ti meriti dopo tutti questi anni...quanto a me...ho chiesto di avere il tuo ufficio....perchè mi piace stare in un posto che so essere stato tuo per tanto tempo...lì ti sentirò e potrò starti vicino....:-


:- farai davvero l'attore??:-


:- perchè no, sono attraente, belloccio....sei solo tu a trovarmi insopportabile...:-


:- Slow dimi che la parte del bastardo, con me l'hai solo recitata....:-


:- sì, e mi sono anche divertito....mio padre mi ha chiesto di metterti alla prova, per vedere se avresti preferito il gico di squadra oppure la tua carriera da..."solista" e tu hai dimostrato che lo staff funziona....perchè hai una grande mente...tutto chiarito ora vero?:-


:- sì, certo...gioco di squadra....:- come avrei potuto chiedergli se stava recitando anche nel buio....non potevo cheiderglielo, non ne avevo il coraggio....


Avevo visto Slow in talmente tante interpretazioni da non essere in grado di capire quale gli corrispondesse veramente....


:- ti posso aiutare a portare le tue cose qui?:-


:- no, grazie, faccio da sola...beh allora in bocca al lupo....:-


:- crepi....Kate...:-


:- sì...in bocca al lupo anche a te:-


:- grazie Slow:-


Poteva essere finito tutto lì???? le parole dette, la dichiarazione...non potevo credere che fosse tutta una recita...sembrava reale...sembrava sincero....però anche gli attori lo sono mentre interpretano una parte o no?


Nel pomeriggio terminai di trasportare tutte le mie cose nel nuovo ufficio.....e verso le 18.00 ero prontissima per ...uscire....sì, ma con chi?


Helen nonmi avrebbe invitata di certo....beh, tutto sommato potevo anche uscire da sola....ero pronta....adesso ero davvero pronta....


Così dopo la doccia mi cambiai e mi feci portare dal taxi al primo ristorante che mi venne in mente, il rpimo posto dove mi aveva portata Steve......stavo per entrare quando mi resi conto che non volevo essere lì, mi mancava Slow....mi mancava ancora qualcosa di lui....avevo ancora il numero memorizzato....aspettai lo squillo.....


:- pronto?:-


:- Slow sono Kate....:-


:- oh, ciao sono Charlie...Slow mi ha chiesto il cellulare in prestito, ma me lo ha portato circa un paio di ore fa..dicendo che non ne aveva più bisogno...vuoi che gli lascio un messaggio?:-


:- no, non è necessario....grazie:-


Tornai a casa...avevo perso il treno..forse quello che Slow mi aveva insegnato era che la vita va vissuta in ogni attimo come fosse l'ultimo, soprattutto che è meglio essere innamorati...che è meglio amare e se non va....provare di nuovo....chissà magari la prossima volta.....


Davanti al mio appartamento infilai la chiave nella toppa...girai lentamente il pomello ed entrai...sentii una strana presenza....allungai la mano per accendere le luci ma sull'interruttore trovai un'altra lunga mano...:- sei bellissima al buio, lo sai?:-


:- come diavolo hai fatto ad entrare?:- dissi sorridendo.....


:- non iniziare a fare domande...dammi invece qualche risposta....:-


:- d'accordo...chiedi:-


:- pensi che potrei farti innamorare di un attore? :-


:- no, direi di no....ma potrei innamorarmi di te, Slow:-


:- dici sul serio....:-


:- ha ha ha ha ha...sul serio? ad un attore??? MAI!!!!:-


Forse stava iniziando una storia, forse stava continuando...la sola cosa che accadde quella notte fu che Slow mi fece passare la paura del buio...e dell'amore.....e che varcata la soglia....quella porta, almeno per quella notte, sarebbe rimasta chiusa.

mercoledì 29 settembre 2010

La porta chiusa (versione 3) - due

Passarono circa dieci minuti... giusto il tempo di buttare la borsa nell'angolo dell'ufficio, togliermi la giacca e sedermi esausta alla scrivania: ora avevo tutto il tempo che volevo per lavorare.

Nel silenzio più totale....sentii alcuni passi arrivare proprio davanti alla porta del mio ufficio, raccogliere la maniglia, inserirla nella porta ed aprirla.....

Sono salva, pensai, chiuque sia...ora mi giro e lo ringra....

:- ancora tu? ma che sei venuto a fare qui?:-

:- Sono sceso da Garret a chiedere il passepartout per aprire la porta del bagno, ma il suo ufficio è chiuso ed è già uscito.....siamo rimasti soli io e te:-

:- non può essere.....chiamiamo qualcuno...non posso passare nemmeno un minuto in tua presenza e adesso...cosa....:-

Tutta la zona era piombata nella più totale oscurità....:- no, il back out no.....:-

:- dai Kate dimmi che hai organizzato tutto per restare sola con me in questa oscurità......:-

:- senti stammi lontano, per favore..te lo chiedo PER FA VO RE:-

la serata continuava a restare magnifica anche al buio, anche in presenza di Slow

:-Kate... voglio solo parlare con te, per favore....:-

:- Sono troppo nervosa, mi hai davvero delusa....per ora ti dico di no, va bene:-

:- no, non va bene....perchè fai così? perchè sei così gentile con me? ti tratto da schifo e tu mi ricambi sempre con delle gentilezze, non una parola sgarbata, niente di niente:-

:- senti Slow...per favore, tieni la bocca chiusa e lasciami da sola...:-

:- d'accordo... se è questo che vuoi...vado da un'altra parte...ma se hai bisogno di...:-

:- no, non ho bisogno e comunque non di te, grazie:-

Mi faceva quasi pena quello Slow....lo sentivo mentre, uscendo dall'ufficio, sbatteva contro fotocopiatrici e cestini, scatole di cartone e muri....chissà che il suo amor proprio non si ridimensionasse un pò...

Mi accasciai vicino alla finestra e mi coprii con la giacca....chiusi per un attimo gli occhi cercando di rilassarmi... quando sentii nuovamente la presenza di Slow...non avevo sentito il rumore dei suoi passi ma sapevo, anche al buio, che lui era lì...

:- che vuoi ora Slow?:-

:- sono arrivato alla scrivania di Helen e le ho rubato le ciambelle....e mi chiedevo se ne volessi una....non che sia una cena .... ma...:-
:- no, ti ringrazio, no:-
:- d'accordo...posso restare .....:-

:- Slow dimmi...ci sarà un altro posto dove poter stare...dico in sette piani avrai pur visto un ufficio che ti piacerebbe occupare quando avrai raggiunto il vertice....:-
:- a me piace questo posto...:-
:- già.... il mio ufficio....il mio posto...la mia carriera... dovevo capirlo subito che volevi farmi le scarpe, sono stata un'idiota...:-
:- veramente a me piace perchè qui ci lavori tu:-
Dovevo essermi persa qualcosa.....una carineria???? avevano sentito giusto le mie orecchie???? una carineria da parte di quello stronzo..che....se n'era andato e mi aveva lasciata sola....

Mi era venuta ancora voglia di piangere...ma che mi stava succedendo? che cosa ero diventata? Forse non era colpa di Slow, forse non era lui il bastardo, lo stronzo...forse lo ero io....

Che Slow mi facesse il filo??? nooooooooooooo era uscito con tutte, si era portato a letto tutte quante....ma non io...non mi aveva mai chiesto di uscire e con me usava sempre lo stesso tono di superiorità, di spavalderia....

Ora, al buio, complimenti, carinerie...e poi perchè voleva parlarmi?di cosa? forse voleva parlare solo con me, forse non di lavoro???

No, avevamo dieci anni di differenza....io avevo le rughe e la cellulite...al contrario di tutte le ragazzine che lavoravano e flirtavano qui...non poteva avermi visto con altri occhi che non fossero quelli del lavoro....

Iniziavo ad avere sete....e magari anche un pò di fame....dov'era andato quello Slow con le ciambelle?

Beh, in fondo avrei potuto ascoltare quello che voleva dirmi e poi tornare a pensare....del resto avevo due interi giorni per decidere la vendetta giusto???

Mi alzai e raggiunsi la porta, provai a chiamare Slow più volte, ma nessuna risposta....stavo per tornare alla finestra quando lo sentii avvicinarsi....
:- sono qui, hai bisogno di me?:-
:- beh...ho pensato che potremmo mangiare insieme le ciambelle...e potrei anche essere disposta ad ascoltarti...:-
:- splendido...:- rispose come un ragazzino a cui hanno appena regalato la bicicletta nuova.
Mi prese la mano e mi condusse alla finestra, mi aiutò a sedermi e mi mise tovagliolo e ciambella tra le mani....
:- buon appetito:-
:- anche a te, Slow:-risposi sorridendo.
Alla seconda ciambella già sentivo il desiderio di vomitare tutto... :- non è un gran che come cena, ma promettimi che una delle prossime sere dei prossimi mesi, dei prossimi anni vieni a cena con me....giusto per farti dimenticare le ciambelle..pago io..d'accordo?:-
:- mancavo solo io all'appello, giusto?:-
:- non capisco Kate:-
:- no, dico, mancavo solo io ad essere invitata fuori, io e Marlene..:-
:- già e non ti sei mai chista nemmeno questo vero? Kate ogni ragazza che lavora qua ha un unico interesse, uscendo con me....:-
:- ah e quale sarebbe, di grazia?:-
:- fare carriera, farla in fretta....non ho mai chiesto a nessuna ragazza che lavora qui di uscire una seconda volta con me e sai perchè?:-
:- direi di no, ma qualcosa mi dice che presto ne verrò informata:-
:- ti stai prendendo gioco di me, non è vero? certo del resto non sono altro che un ragazzino per te...per la donna vissuta io non sono altro....e pensare che credevo fossi diversa da tutte loro, che fossi speciale...mi sono sbagliato....:-
Slow mi lasciò con la nausea e la scatola delle ciambelle da finire e uscì dall'ufficio....mi accorsi solo in quel momento che camminava scalzo.
:- Slow....Slow, aspetta....:-
Si fermò sulla porta e per un attimo temetti mi lasciasse nuovamente da sola al buio...e io odiavo due cose: stare da sola e il buio...
:- non voglio stare da sola e non voglio restare al buio:-
Avevo ottenuto che restasse nell'ufficio, ma non si venne a sedere vicino a me...almeno non mi aveva lasciata sola...
Passammo in silenzio un pò di tempo... poi lo invitai a venire a sedersi vicino a me...e lui arrivò....come un cucciolo a cui dai un ordine e lui, per non contraddire il padrone, ubbidisce...
:- sai non è stato facile per me...il divorzio, Steve, ricominciare da capo...lui si è innamorato di una sua collega, Emily, una ragazza molto più giovane di me, io avevo la passione solo per il lavoro e, a quanto pare, lei l'aveva per Steve...si sono risposati e hanno due gemelle, sono molto contenta per loro....:-
:- e sei contenta anche per te?:-
:- non esco molto, anzi direi che non esco mai...ma a me va bene così, ho il mio lavoro, sono soddisfatta così:-
:- pensi di rinnamorarti un giorno?:-
:- no, ormai il mio tempo è finito...voglio solo lavorare...e tu che mi racconti?:-
:- ho trentadue anni, sono una vera delusione per mio padre e grazie a te sto ottenendo la sua stima e il suo tempo, soprattutto lo vedo..cosa che per quasi trent'anni non ho mai avuto....e sono innamorato:-
:- ah, bene, sono contenta per te:- il silenzio calò gelido tra di noi....per un attimo mi era parso di capire che mi volesse dire qualcosa...ma forse mi ero sbagliata, per l'ennesima volta...che stupida....avevo pensato che fosse innamorato di me...già perchè sarebbe stata una cosa davvero ridicola....insomma lui trenta due anni e io quaranta...suo padre poi non avrebbe approvato..suo figlio con una dipendente...ma andiamo....
:- sei contenta per me?...che strano pensavo ti spiacesse..:-
:- e perchè mai dovrebbe dispiacermi? sei un bel ragazzo, sei simpatico, penso che potresti anche impegnarti nel lavoro se solo la smettessi di rubare le idee degli altri...:-
:- ma non ti piaccio..:-
:- beh penso solo che tu ti sia comportato da bastardo oggi, e diciamolo pure da un anno a questa parte...ma it's part of the game o no?:-
:- quando mi guardi non vedi un uomo vero? continui a vedere un ragazzo...:-
:- ho quasi dieci anni in più, penso sia normale vederti come un ...un fratello minore...:-
:- se ti dicessi che mi sono innamorato di te dal primo giorno in cui abbiamo lavorato insieme, che cosa mi risponderesti?:-
:- che sono troppo vecchia per queste cose, che voglio solo lavorare e che sarebbe meglio che la piantassi con queste sciocchezze:-
La luce arrivò proprio in quel preciso momento....cavolo non solo era troppo vicino a me....ma era dannatamente bello quel ragazzo...
Mi domandai solo per un istante a che cosa stesse mai pensando...dato che non mi staccava gli occhi da dosso....
:- hai una gran paura dentro...di perdere il lavoro perchè non hai niente altro nella vita...eppure sai che cosa ti dico? io potrei riempire il tuo vuoto, potrei colmarti di amore e anche tu potresti fare lo stesso con me....ma hai paura...io non ti lascerei mai per nessuna ragione...:-
:-sì, già grazie...me lo hanno detto qualche volta, ma alla fine sono sempre state solo tante parole, senti lasciamo stare...preferisco continuare ad odiarti...:-
:- sì, forse è più facile...ma, se per te è lo stesso, io invece continuo ad essere innamorato di te:-

martedì 28 settembre 2010

La porta chiusa (versione 3) - uno

Su suggerimento di The White Peacock e sulla scia di Bart....ecco la mia versione di "La porta chiusa". Grazie a The White Peacock e Bart.....mi sono divertita!!






Entrai nel bagno delle donne sbattendo furiosamente la porta.....questa volta era davvero andato oltre.....



:- beh è venerdì, Kate, hai avuto una settimana difficile...ma sta per iniziare il week end....:-



:- cavolo, Helen, lo odio, lo odio, lo odio.....:-



:- lo so, lo so, lo so...e temo che lo sappia anche lui:-



:- Martin Slow è semplicemente l'uomo più bastardo, stronzo, opportunista ...che io abbia mai conosciuto.....stronzo!!!:-



:- sì, l'hai già detto:-



:- volevo sottolinearlo....VA BENE?:- risposi nervosa



:- ah...beh...contenta tu.... e adesso mi racconti cos'è successo?:- Helen si stava sistemando il trucco che per il suo viso perfetto era semplicemente inutile...



:- riunione dei capi...lui presenta la bozza per il progetto Majestic.....:-



:- sì, mi hanno detto che è molto preciso nel suo lavoro....:-



:- preciso? lavoro????.....lo stronzo...ha presentato la mia bozza del progetto ...IO ho lavorato a quel progetto per mesi ...e lui si fa bello davanti al boss con i MIEI appunti per il progetto più importante della MIA carriera:-



:- veramente mi pare che in carriera ci sia lui....:-



:- MA CERTO.....se ogni volta sfrutta me per arrivare...ma il problema non è questo, non è solo questo. La questione è che non ha nemmeno fatto il mio nome....come assistente, come segretaria...come accidente di qualcosa...non mi ha nominata se non per chiedermi un caffè:-



:- che carino...vedi si è accorto che c'eri anche tu:-



:- ACCORTO UN CAVOLO!!!! era presente la sua segretaria personale che mi risulti essere stata assunta per fare il caffè....ma lui il caffè l'ha chiesto a ME.....e pensa che, lo STRONZO, ha anche avuto da ridire sul mio di caffè....era troppo "LUNGO".....gli avrei ristretto io qualcosa oggi....:-



:- senti Kate stasera esco con le ragazze a bere qualcosa ..ti va di...:-



:- adesso studio qualcos'altro da portare al capo lunedì mattina....ho ancora due giorni per sistemare Martin...è la mia unica occasione..è la mia SOLA occasione...scusa Helen..dicevi?:-



:- no, nulla, senti io esco tra dieci minuti...se cambi idea...:-



:- ohhhhh certo che sì....ce l'ho già una nuova idea....direi che potrebbe anche funzionare...mi servono solo gli ultimi bilanci e gli ultimi studi di....ci vediamo dopo Helen, scusa ma ho ...



:- sì, sì, da fare....:- Helen uscì dal bagno sconsolata....povera cara. Helen, mia migliore amica, confidente, testimone di nozze....praticamente sorella...almeno così mi pare si dica oggi "nell'urban talk" .....da tempo proponeva e invitava....ma non me la sentivo di uscire, non dopo la separazione da Steve.....non ero pronta, non ancora. Sì erano passati alcuni mesi....beh, veramente ora che ci penso erano passati alcuni anni.....cinque per l'esattezza....beh ma non è che per forza devi uscire dopo una separazione...e non c'è un tempo limite...giusto???? Forse avrei dovuto prendere in considerazione la possibilità di usc........naaaaaaaaaaaaaaaaaaaa, molto meglio un libro, un dvd, un pò di lavoro e ....e a proposito di lavoro mi perdo in questi pensieri mentre ho cose più urgenti da sistemare....



Tornai nel mio ufficio, respirai profondamente un paio di volte...e mi rimisi al lavoro....






Martin Slow era il nuovo manager: appena laureato e, ovviamente, posto al timone della Luxory Ltd. dal presidente, suo padre, senza sapere cosa, come, ma soprattutto perchè fare....Trentenne, di bell'aspetto, in un anno aveva avuto storie di letto con, praticamente, tutto il genere femminile presente nei sette piani dell'edificio....e circolavano voci che anche il genere maschile lo consultasse per "pratiche di approccio" ..... semplicemente scandaloso.......



Dal gruppo delle sue conquiste io ne ero rimasta esclusa.....beh......io e Marlene, la segretaria del padre ormai prossima alla pensione.



Le 18.00.....decisi di lasciare le considerazioni sulla settimana e soprattutto su quella giornata..e di concentrarmi sul modo per sistemare quello Slow, ottenere la promozione e riprendermi qualche soddisfazione....



L'interno di Slow lampeggiò proprio in quell'istante...che accidenti voleva adesso???? Risposi per cortesia e soprattutto perchè suo padre pagava l'affitto del mio appartamento, le mie vacanze, insomma la mia vita....



:- sì, Slow, dimmi:-



:- Kate, perdonami, so che è tardi...stai uscendo?:-



:- resto ancora per qualche minuto, avevi bisogno?:-



:- sì, di parlarti...possiamo vederci nella sala riunioni...ehm, vediamo...diciamo ...subito?:-



:- certo, arrivo:-



A quell'ora...cosa aveva mai da chiedermi??? Presi la mia bottiglia d'acqua e usci nel corridoio....la sala riunioni era dalla parte opposta del piano e mi servirono alcuni minuti per raggiungerla....passando tra i vari uffici, ormai bui, notavo intanto la splendida serata che, attraverso le vetrate, prendeva vita ....serata che avrei, naturalmente, perso per il lavoro....



Giungemmo davanti alla porta contemporaneamente....Slow la aprii e poi rivolgendosi a me disse, in tono cortese:-prego, prima le SIGNORE:-



Non mi piacque il tono, la sottile ironia....quel pivello voleva ricordarmi i dieci anni di differenza????? ma andai oltre .. oltre lui, oltre la porta ed entrai nella sala....Slow riusciva ad innervosirmi semplicemente esistendo....



La sala era illuminata dai riflessi dei neon pubblicitari sugli edifici circostanti quello della Luxory e l'alternanza di quelle sfumature creava un'atmosfera davvero particolare. Slow accese parte delle bianche luci interne, l'atmosfera cambiò all'istante. Girò dietro al grande tavolo andandosi a sedere proprio di fronte a me e con un cenno del capo mi invitò a sedere: probabilmente la "Signora" doveva aver già abbandonato la stanza. Appoggiò distrattamente sul tavolo una serie di cartelle gialle e io riconobbi la mia in cima alla lista: ero solita contrassegnare la cartelletta del progetto sul quale stavo lavorando, con un piccolo asterisco rosso sulla parte alta del bordo. Come fosse riuscito a sottrarmela...ancora mi sfuggiva ma qualcosa mi diceva che quella sera avrei ricevuto la risposta....anzi, ebbi una fugace sensazione che quella sera sarebbe stata rivelatrice di qualcosa di più.



:- Kate, desideravo parlarti di oggi:-



:- Slow...non penso ci sia bisogno di aggiungere altro.....il tuo comportamento è stato spregevole, giusto per farti un complimento....avresti potuto dire qualcosa che mi riguardava, tanto per iniziare..:-



:- oh, sì, certo, sì.... avrei potuto...:-



L'irritazione era arrivata al limite....lo sapevo che avrei presto perso le staffe, lo avrei insultato e il tutto si sarebbe ritorto contro di me, il mio lavoro, la mia carr.....la mia vita



:- e allora perchè non lo hai fatto?:-



:- perchè avresti potuto farlo tu....avresti potuto farlo da un anno a questa parte e non lo hai mai fatto....dimmelo tu perchè....:-



:- ma cosa stai dicendo? che mi boicotto????:-



:- sono qui da un anno,ti rubo le idee da un anno... mio padre pensa che il genio sia io, perchè deluderlo? Non ha ancora capito che sei tu la mente, una mente eccezionale, direi....ti avrebbe licenziata già da tempo se io non continuassi ad insistere perchè ti tenga....mi servi:-



Ero schifata, delusa.....non riuscivo nemmeno a dirgli in faccia quello che pensavo realmente di lui, non potevo nemmeno guardarlo in faccia quel....bastardo...schifoso...



:- penso che tu sia un....uomo senza cuore:- dissi, mordendomi le labbra per non citare il resto



:- non c'è nessuno, Kate, direi che puoi sfogarti:-



Presi la bottiglia di acqua, un bicchiere di plastica, lo riempii fino all'orlo e ne bevvi avidamente....la mano tremava...bastardo...ore e ore su progetti....sabati e domeniche....mentre tu in giro a fare il casca morto con qualche bella di turno....stronzo...ti servo...bastardo...una grande mente...idiota......la carriera...



:- sei solo un ....:- un nodo in gola, la sensazione di una carriera finita, quel piccolo bastardo mi aveva incastrata...stavo per piangere, ma quella soddisfazione, fosse stata anche l'ultima, non gliel'avrei mai data....



Corsi fuori dalla sala riunioni e raggiunsi il bagno, chiusi a chiave la porta e lì potei finalmente dar sfogo alla rabbia, il risentimento, la collera....un anno perso a lavorare per la soddisfazione di un fannullone, ignorante, lavativo e perfido...le lacrime calde rigavano il viso stanco di questa stupida donna che non aveva capito proprio nulla della vita.



Frastornata la testa vomitava frasi....il tono della sua voce mi nauseava...ma il pianto fu davvero liberatore...



Sentii alcuni passi venire nella direzione del bagno ....e poi più nulla.... attesi per qualche minuto ancora, ma il silenzio fu totale.



Aprii la porta e uscii dal bagno....arrivai al mio ufficio passando per la sala riunioni: le luci ancora accese ma di Slow nessuna traccia....



Entrai e chiusi la porta a chiave: se quel bastardo fosse stato nei paraggi almeno non avrebbe potuto più parlarmi.....



Squillò il cellulare....un numero non memorizzato...:- pronto:-



:- Kate?:-



Slow dall'altra parte dell'apparecchio...:- sì:-



:- Kate voglio parlarti....:-



:- non c'è niente altro da dire....sei un bastardo.....:-



:- sì, lo so, un bastardo con i fiocchi...Kate posso parlarti?:-



:- fanculo, stronzo:-



Riattaccai il telefono...non avevo mai odiato una persona in modo così profondo e viscerale come quello Slow...mai in tutta la mia vita....



Volevo solo uscire....andarmene a casa, stare tranquilla per il week end...meditando una vendetta......la sua strafottenza...l'avrebbe pagata molto cara...



Così presi borsa e cappotto e cercai di aprire la porta....la chiave girava a vuoto...presi con forza la maniglia e quella dall'altra parte si staccò, cadendo morbidamente sulla moquette.



:-Grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrraaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa:-



urlai con tutto il fiato che avevo in corpo....



Non doveva essere la giornata.....la signora Kerr delle pulizie aveva già fatto il giro..chiuso ciò che doveva essere chiuso....il palazzo era completamente vuoto...non restava altro che aspettare....aspettare fino a lunedì...

giovedì 9 settembre 2010

La porta chiusa - ultima parte

D'un tratto Elisa si scosse:
"Ma, appunto: i tuoi familiari non saranno in pena? Dici che non ti staranno cercando? Magari hanno avvisato la polizia, e così verranno a liberarci..."
Fred era ancora seduto per terra, le gambe stese divaricate e la schiena appoggiata alla parete: scosse la testa, poi appoggiò le mani al pavimento e voltò il capo verso il soffitto.
"No, Eli. Sono stato uno stupido..."

mercoledì 8 settembre 2010

La porta chiusa - seconda parte

"E adesso che si fa?" chiese Elisa dopo qualche minuto.
"Ho provato a bussare, ma non c'è più nessuno."
"Urliamo? Chiamiamo aiuto?"
"Non funziona, Elisa: la sala è insonorizzata..."
"Ah, già. Telefoniamo a qualcuno.."
"Mah, vediamo... No, non c'è campo per il cellulare. Lo sapevo, l'abbiamo schermata per evitare la fuga inopportuna di notizie..."
"E quel telefono nell'angolo?"

martedì 7 settembre 2010

La porta chiusa - prima parte

Dopo che Pavone Bianco ha pubblicato la sua Porta Chiusa, mi è venuta una gran voglia di cimentarmi sullo stesso tema. Naturalmente ho chiesto a Pavone Bianco se potevo realizzare una mia versione dell'uomo chiuso all'interno del suo ufficio, senza poterne uscire, e gentilmente mi ha concesso la possibilità di misurarmi sullo stesso tema. Ne è uscito un raccontino, che non ha assolutamente l'intenzione di rivaleggiare con l'originale: solo un altro modo di raccontare una situazione davvero particolare. Ringrazio Pavone Bianco per l'idea. Buona lettura.

La porta chiusa

"Ciao, Amore. Come stai? I ragazzi, tutto bene? ... No, ti ho telefonato per questo: guarda che non rientro stasera... Massì, mi sono arrivati qui tra capo e collo, e... No, peggio: il grande capo, da Denver, ed il suo staff... Sì, lo so che dovevano arrivare solo lunedì, ma questo qui è un originale: lui pensa che lavorare il week end.... Eh, cara, magari! Ma pensi davvero che se avessi potuto rifilarli a qualcun altro, non l'avrei fatto subito? Eh.. ... Ma che ne sò?! Dice che vuole preparare bene il Consiglio di Direzione e così... No, stai tranquilla, ho appena fissato una camera anche io qui, giù in centro... Amore, te lo ripeto: non posso. Lo sai che – tra l'altro - stanno cercando di silurarmi: devo, anzi D-E-V-O essere qui!... Certo Amore... No, lo so che capisci, ma mi spiace: ti chiamo appena riesco... Ti amo anch'io... Crepi il lupo! ... Ciao. Saluta i ragazzi..."
Alfredo Bosoni (Fred per i suoi – pochi – amici) era contento della sua performance telefonica con la moglie:
"Bene, mia moglie la storiella se l'è bevuta proprio tutta, alla grande! Brava cara! E adesso..."

venerdì 30 luglio 2010

La porta chiusa - Le otto

Ero stato troppo concentrato con gli occhi sul video e distolsi lo sguardo puntandolo verso l’ago della piazza, perchè mi avevano detto che per riposare la vista si deve guardare più in là che puoi. Devo dire che la vista che si apre dalla mia finestra è piuttosto bella: l’intera piazza Cadorna, con il suo verde che sbuca spaurito tra il cemento e quei colori imbizzarriti di un ago che trafigge l’asfalto per sbucare qualche metro più in là, portandosi dietro il filo, a lode dell’operosità dei milanesi e simbolo della moda che trova in Milano una delle capitali più ricche. Il traffico alle otto di sera in piena estate non c’è. Quella mattina ero andato in ufficio in moto perchè sapevo che avrei fatto tardi. Sentivo che era giù nel cortile e se avesse potuto mi avrebbe chiamato con un suo rombo già da qualche ora, per la voglia di sgommare verso casa.

La porta chiusa - Le dieci

Mi misi istintivamente le mani in tasca, come se la soluzione di quel pasticcio fosse tutta lì, in una tasca del pantalone dove senza pensarci avevo potuto buttare le chiavi della porta una volta chiusa. Quando avrei dovuto averla chiusa, se non mi ero mosso dalla scrivania praticamente dalle cinque e l’ultima persona che aveva chiuso la porta era stata Daphne, prima di andare via, quando mi aveva portato l’acqua?

No, era assurdo... – pensavo mentre camminavo impaziente per la stanza - non poteva essere vero. Doveva essersi incastrata la serratura o qualcosa del genere, perchè a mia memoria nessuno, me compreso, aveva chiuso la porta a chiave. Tornai verso la porta, riappoggiai la mia mano sulla maniglia e poi con decisione la rispinsi verso l’esterno, quasi come se la porta dovesse ora aprirsi per la sola volontà che avevo io di farlo. Nulla. Le tirai un calcio ed il vetro tremò.

La porta chiusa - Mezzanotte meno un quarto

Dovevo essermi appisolato per circa mezz’ora. Quando aprii gli occhi il primo istinto fu quello di afferrare il cellulare, vedere se l’email era partita e cercare di fare una telefonata dal fisso o dal mobile. Nulla. Guardai lo schermo del PC soffermandomi sull’icona e vidi che brillava. Come se ci fosse una telecamera puntata sui miei movimenti, si aprì una finestra con un editor e il mio amico tornò alla carica. “Bentornato”. “Non mi hai ancora detto chi sei” scrissi. “Non ti interessa. Adesso segui i miei ordini”. “Tu sei pazzo. Gli ordini qui dentro li do’ io, fammi uscire, poi parliamo”. L’editor si chiuse. Avevo giocato troppo duro forse, pur essendo dalla parte sbagliata.

Iniziai a sentire un odore molto particolare, come di etere. Non capivo da dove giungesse, ma poi mi avvicinai alle bocchette dell’aria e sentii che proveniva da lì ed apparentemente non c’era modo di chiuderle. Mi precipitai verso l’armadio libreria e iniziai a prendere i libri più grossi, ponendoli piano piano sopra le bocchette, in modo tale che non potessero sparare nulla dentro il mio ufficio, o quanto meno in modo tale da impedire che facesse più danni.

La porta chiusa - Le quattro

Mi ero di nuovo appisolato. La sveglia arrivò per uno di quegli strani beep che fuoriescono dal computer quando c’è un errore. Mi alzai dal divano sul quale mi ero sistemato e andai a leggere quello che il mio sequestratore mi aveva scritto. “Seconda prova: prepara una presentazione con indicato almeno tre motivi per i quali dovrei farti uscire dalla tua stanza”. “Ma che cavolo!” pensai “Questo come caspita ragiona e cosa sta cercando di fare? Sarà un’altra prova per la quale non gliene fregherà nulla del risultato?”.

La porta chiusa - Le sette

Fumavo l’ennesima sigaretta. Il posacenere non ne teneva più e così buttavo direttamente la cenere e le cicche nel cestino di alluminio. Avevo scritto da circa due ore e mezza il terzo motivo e il mio sequestratore non si era fatto ancora vivo. Ero rimasto sveglio tutto il tempo, nonostante il caldo e la stanchezza premevano per sopraffarmi, appositamente per vedere la sua reazione, indovinare un sorriso trionfale negli occhi e godermi la mia uscita trionfale all’aria aperta.

E invece nulla. L’icona in basso non si illuminava. Il terminale era fermo, in attesa che io, soltanto io, digitassi qualcosa e intorno non si muoveva nulla, nessun rumore sospetto, nessun immagine umana dietro il vetro. Ero solo. Ero spossato. Provai di nuovo a comporre dei numeri sulla tastiera ma nulla: il blackberry non trasmetteva, il telefono fisso rispondeva con il solito tutu ad ogni chiamata che facessi, persino quella del mio interno che era evidentemente occupato. Mi accasciai sulla poltrona e pensai che in fondo avrei dovuto aspettare soltanto un’altra ora e mezza per uscire da quell’inferno di cristallo nel quale qualcuno che mi conosceva - ma non si era dato pena di presentarsi – mi aveva relegato dalla sera prima. Accesi un’altra sigaretta e avevo appena finito la prima boccata che sentii l’ascensore fermarsi al piano. “C’è qualcuno! Finalmente.... era ora”. Dopo nemmeno cinque minuti vidi un’ombra colorata di azzurro dietro la porta dell’ufficio. Subito dopo la chiave girò nella toppa e la signora Paula entrò nel mio ufficio sorprendosi della confusione, della puzza di fumo, chiuso e sudore che c’era dentro.

La porta chiusa - Le undici

- Allora D’Antonio, cosa hai scoperto?

- Ti presento Pisacane, il nostro Commissario Montalbano.
- Salve. Allora ha scoperto qualcosa?
- Dottore, non c’è stato nulla di anomalo nella rete e sui nostri server stanotte.
- Come cazzo è possibile? State dicendo che mi sono sognato tutto?