martedì 6 marzo 2012

L'amore proibito - Epilogo

Liliana si trova nell'ampio salone della sua casa in Ashbury Street, alle spalle del Buena Vista Park, a San Francisco. Accoccolata nella sua grande poltrona stile inglese ricoperta da un morbido velluto azzurro, si rende conto che nonostante siano ormai passati più di quarant'anni dalla morte di Virginia, poteva ancora sentire il tormento di quegli attimi di profondo dolore e ancora le si increspa la pelle nel pensare allo strazio provato nella sua anima quella maledettissima sera del 16 giugno del '68.

I ricordi tornano nuovamente a fluire mentre riaffiorano nella sua mente le immagini e le sensazioni provate quella sera.

Ricorda di essere rimasta nella sua tenda, dopo aver letto quell’ultima lettera di Virginia, per lunghe ore, piangendo, seduta su quella logora branda, senza trovare il coraggio di muoversi dalla posizione in cui si trovava, attonita al cospetto di quella terribile notizia. Rammenta il suo singhiozzare disperato e quella forte sensazione di dolore che la sua anima, mai aveva provato prima di allora.

Dopo il lungo tempo passato rinchiusa in quella muta disperazione, Liliana era uscita dalla tenda e alzando lo sguardo all’immensità del cielo aveva voluto dare un ultimo saluto a Virginia, nel solo modo che conosceva, scrivendo.

Ciao amore

I lunghi anni di sogno vissuti con te sono stati uno dei più bei regali che abbia mai ricevuto dalla vita e credo realmente che quello che abbiamo vissuto insieme non si potrà cancellare con un battito di ciglia. Mi aspettano giorni bui in cui non riuscirò a vedere la luce, giorni di straziante disperazione per non averti più al mio fianco, per non poter più condividere con te i miei pensieri, per non poter provare mai più la dolce sensazione delle tue morbide labbra sfiorare le mie. La vita non sarà mai più la stessa senza di te.

Oggi in questa giornata particolare i ricordi legati a te tornano disperatamente a fluire dentro di me.

Come dimenticare il nervosismo che si impossessò della mia anima e del mio corpo pochi minuti prima di incontrarti quel giorno davanti al Planetario? Come obliare quel bacio dato all’ombra del grande albero mentre la pioggia bagnava i nostri volti? Come dimenticare le forti sensazioni provate quel giorno e nei giorni a venire in un crescendo sempre più intenso di passione, parole, pensieri e sentimenti? Come poter cancellare per sempre questo meraviglioso sogno che mi hai inconsapevolmente regalato?

Con la tua morte tutto ciò si è dissolto come una bolla di sapone che scoppia cercando di librarsi nell’aria verso l’azzurro cielo.

Senza di te percepisco già un grande vuoto intorno a me. Già sento di odiare il silenzio che contraddistinguerà le mie giornate future. Purtroppo non ci saranno più le tue parole a scaldare il mio cuore.

A volte ho pensato con invidia alla tua forza nell’essere riuscita ad andartene quel pomeriggio, al coraggio di lasciarti tutto alle spalle senza debolezze. Solo ora ripensando ai tuoi occhi, scorgo la tristezza che si annidava nel tuo cuore e solo ora comprendo che dentro di te, sentivi il forte bisogno di qualcuno che potesse rendere visibile la tua vera anima. In questo momento comprendo che la tristezza dei tuoi occhi era causata dal dolore di dover rinunciare per sempre a vivere e che la tua grande forza nascondeva dentro sè un tremendo segreto, la sofferenza di dover abbandonare ciò che amavi e che ti faceva sentire bene.

Avvertendo il tuo dolore ora interrogo il mio cuore e sento quello stesso tormento lacerare la mia anima.

Continuerò a vivere solo perché nel fondo del mio cuore sarai ancora presente, come se non ti avessi perduta completamente, come se una parte di te continuasse a vivere nei miei ricordi, per sempre.

Forse non sognerò più, ma il tuo ricordo mi basterà per seguitare a vivere.

O forse dovrei dire… mi basterà per sopravvivere?

Sento ancora la mia anima intrecciata alla tua e voglio pensare che lo sarà per sempre.

Mi mancherai tremendamente

Liliana

# # #

Le stagioni che si susseguirono inesorabilmente per Liliana, furono caratterizzate dal buio e dal silenzio.

Poco tempo dopo la terribile notizia, con l’anima straziata dal dolore ed il corpo minato dai terribili attacchi di panico che le avrebbero impedito di poter vivere all’ombra di quella guerra così pressante, sia fisicamente che psicologicamente, Liliana fu costretta ad abbandonare il Vietnam e con esso il desiderio di potervi rimanere, così come Virginia avrebbe voluto.

Momenti di forte depressione colpirono il suo essere incapace di reagire al cospetto di quel forte dolore che le attanagliava l’anima.

Liliana non sapeva cosa farsene di quella sua triste vita, nulla sembrava valesse la pena di essere vissuto senza avere al suo fianco Virginia, con cui fino ad allora aveva condiviso ogni momento della sua esistenza, anche se solo attraverso le parole. Nulla pareva aver significato senza di lei. La scomparsa di Virginia tolse colore al mondo, ora solo buio e dolore le tenevano compagnia.

Il giornale per cui scriveva le diede l’opportunità, visto il valore dimostrato in quei lunghi anni passati a raccontare così degnamente quell’assurda guerra al mondo, di potersi ritirare a Haight-Ashbury ,un quartiere di San Francisco, chiedendole di scrivere articoli di colore sul fenomeno nascente degli Hippie, che in quegli anni avevano ereditato i valori controculturali della Beat generation.

Liliana passò così dalle atrocità della guerra del Vietnam a quell’alone d’amore che circondava i figli dei fiori e finì per fare suoi quegli ideali di pace, di libertà e sesso libero che Liliana a volte amava sintetizzare con uno slogan: “ Non fate la guerra ma fate l’amore” .

Il forte desiderio di annullare se stessa e di poter cancellare per sempre il buio ed il silenzio che la circondava da quando era morta Virginia, la portarono a voler esplorare i meandri più reconditi della sua mente.

Fu così che Liliana intraprese il cammino verso nuove esperienze, tra cui, quella dell’alterazione della coscienza, attraverso una potentissima droga psichedelica: l’LSD.

Liliana ancora non sapeva che l’LSD oltre a poter intensificare colori, suoni, odori e sensazioni positive avrebbe anche potuto amplificare contesti e pensieri spiacevoli provocando ansie e panico.

Fu proprio la sera prima di partire alla volta del grande concerto che si sarebbe tenuto a Bethel, che Liliana, dopo essersi calata un acido, iniziò ad essere assalita da uno stato d’ansia tale, che le impediva di respirare in maniera regolare e a peggiorare lo stato delle cose, furono quelle terribili allucinazioni che resero ancor più insopportabile lo stato in cui si trovava. L’amplificazione della sua emotività e la distorsione della percezione della realtà la portarono a trasformare, quella che inizialmente poteva essere solo una forte ansia, in uno stato di panico non controllabile. Passò interminabili ore in quella terribile condizione. Per fortuna al suo fianco c’era un amico che non l’abbandonò neanche per un secondo, tentando in tutti i modi di tranquillizzarla e vegliando che nulla le potesse accadere. Dopo una lunga notte estenuante per entrambi, l’effetto dell’acido lentamente calò e Liliana riuscì finalmente ad assopirsi liberando il suo corpo dalla terribile ansia.

Furono mesi duri quelli a venire. A volte l’inquietudine tornava a fare capolino nel suo cuore e a fatica riusciva attraverso la sua mente ad allontanare quell’orribile sensazione.

Quel profondo baratro in cui era caduta, le fece capire che ormai era giunto il momento di tornare ad esistere, e comprese che la vita dissipata che aveva condotto nell’ultimo anno, non aveva fatto altro che minare ulteriormente la sua anima oltre al suo corpo. Fu così che la mattina del 17 febbraio del 1970 Liliana scelse di tornare vivere. Ma le restava ancora una cosa da fare prima di poter ricominciare. Doveva andare a Milano per recuperare il pacchetto che Virginia aveva lasciato in custodia alla figlia per lei.

Non se ne era mai dimenticata. Quel pensiero giaceva in fondo al suo cuore da molto tempo, ma non aveva mai trovato il coraggio di affrontare quello che sarebbe stato l’ultimo atto della sua storia di dolore.

Tornata a Milano, Liliana decise di dare appuntamento alla figlia di Virginia in quegli stessi giardini dove aveva vissuto attimi di intensa felicità con il suo adorato amore.

Liliana arrivò al Planetario, mentre aspettava, si accese una sigaretta per cercare di far scivolar via il turbamento che si era preso il suo corpo. Quando la vide da lontano, un largo sorriso comparve sul suo volto. Mentre la piccola Liliana si avvicinava con incedere incerto, non potè fare a meno di notare quanto assomigliasse alla sua mamma.

Per alcuni istanti le parve di essere tornata indietro nel tempo e mille immagini affollarono la sua mente. Aveva mille cose da raccontare a Liliana sulla sua mamma, ma quell’incontro non andò come aveva previsto.

Poche parole vennero dette. L’evidente imbarazzo da parte di entrambe le portò ad abbreviare il più possibile i tempi di quell’incontro. La piccola Liliana le consegnò un pacchetto avvolto in una pagina del Corriere della Sera, tenuto insieme da un vecchio spago e con un sorriso benevolo si congedò.

Mentre la piccola si girò per andarsene, Liliana le prese un braccio e l’attrasse delicatamente verso di sè. La baciò dolcemente sulla guancia e la lasciò libera per sempre.

Il cielo all’improvviso si rannuvolò ed un vento leggero le accarezzò il viso mentre, seduta sotto il grande albero dalle foglie rosso porpora, aprì con cautela quel pacchetto che aveva tra le mani.

Tre quaderni dalla copertina nera ne erano il contenuto.

Liliana capì che in essi vi era raccontata la vera anima di Virginia e iniziando a leggere, si rese conto che in tutti quegli anni le aveva regalato quotidianamente una parte di sè.

Sfiorando con le mani le pagine di quei diari, Liliana ebbe la netta sensazione di avere nuovamente vicino a sè Virginia , era come se toccando quei quaderni potesse sentire la sua pelle morbida scorrere ancora sotto le sue dita. E quando d’improvviso alcune gocce bagnarono le pagine dense delle sue parole, si sprigionò da esse il profumo della pelle bagnata dalla pioggia che quel lontano pomeriggio di Aprile, così tanto la turbò.

Per Liliana era ormai giunto il momento di riporre i ricordi, in quell’ultima stanza del suo cuore, quella così difficile da raggiungere. Liliana si sentiva serena, perchè sapeva che ogni qual volta ne avesse sentito il bisogno, avrebbe potuto aprire la porta di quella stanza e ritrovare intatto e immutato nel tempo quell’amore puro che li vi giaceva.

Liliana visse per il resto dei suoi giorni tra Milano e San Francisco, una vita senza paura, sempre a testa alta, sempre in prima fila, sempre sola e sempre disposta ad affrontare le sfide più impegnative.

Per alcuni anni continuò a fare la giornalista, ma quando più tardi il suo fisico glielo consentì tornò a fare la corrispondente nella guerra Indo – Pakistana, in sud America e in Medio Oriente.

Nel 1979 pubblicò il suo primo bestseller e negli anni a venire molti saranno i libri che pubblicherà, tra cui nel 1983 un romanzo dal titolo, L’amore proibito, dove i suoi pensieri insieme a quelli di Virginia, si intrecceranno per sempre su quelle pagine bianche, rendendo immortale al mondo quella loro passione nata all’ombra del grande albero.

###

Immersa nella sua poltrona azzurro cielo, nell’ampio salone della sua casa in Ashbury Street a San Francisco, Liliana sente che la vita dentro di lei sta per abbandonarla.

Il suo respiro si fa sottile, con grande sforzo prende dal tavolino accanto a lei la copia del Corriere della Sera per guardare che giorno fosse, visto che la sua memoria, alla nobile età di ottantasei anni ormai non funzionava più come avrebbe dovuto.

E’ il 25 Aprile 2011.

Nell’attimo in cui Liliana sente che la sua anima sta per abbandonare il suo corpo stanco, apre per l’ultima volta la porta segreta del suo cuore, ritrovandosi laggiù, sotto il grande albero ad ammirare quelle foglie porpora scuro, macchiate di rosa e rosso vivo che ancora oggi la pervadono di una malinconica felicità.

La pioggia che bagna il suo viso, si mischia ora alle lacrime del rimpianto. Il rimpianto di non aver potuto avere a disposizione un’altra vita, per vedere come sarebbe stato vivere accanto a Virginia.

Quel leggero alito di vita rimasto nell’esile corpo di Liliana, viene soffiato via nel momento in cui compare al suo cospetto Virginia, che prendendola per mano la sospinge lassù, nell’azzurro cielo, dove le loro anime rimarranno intrecciate per sempre, tingendo dei loro pensieri le bianche nuvole che magicamente si coloreranno di rosa e rosso vivo.


Nel linguaggio dei fiori

Fagus Purpurea: Una decorazione di foglie di faggio, soprattutto se di varietà purpurea, attribuisce a qualsiasi mazzo di fiori questo significato ben preciso: “ Io ti dono il mio cuore”.

Se poi i rami del faggio hanno acquistato le caratteristiche sfumature rosa e rosso porpora, la simbologia si fa più impegnativa poiché promettono, “ Amore sino all’autunno della vita”, ossia PER SEMPRE.




5 commenti:

  1. Grazie Snowflake per aver vinto le mie perplessità iniziali. E' stato bello rileggerlo almeno quanto scriverlo. E adesso, guardiamo avanti...

    RispondiElimina
  2. Un grande amore, l'impossibilità di vivere assieme fisicamente, ma due anime intrinsecamente legate,la morte e il senso di perdita che annulla l'esistenza...tutto questo è stato reso in maniera emozionante ed intensa dalle due autrici.
    Speravo in un finale diverso,ma leggendo fino all'ultima riga emerge fortemente il trionfo dell'amore...quell'amore così passionale,ma allo stesso tempo così trascendentale...quell'amore che sa dare senso ad una vita intera...
    Faccio ancora i complimenti a Snowflake e a The White Peacock e le ringrazio per aver accompagnato le mie giornate con l'attesa e la scoperta di ogni singolo capitolo.
    Ora aspetto un nuovo racconto,anche se devo ammettere che ci metterò un po' di tempo a lasciarmi alle spalle la struggente storia di Liliana e Virginia.

    RispondiElimina
  3. Semplicemente eccezionale.
    Non ho altre parole.
    Bravissime!

    RispondiElimina
  4. I commenti che hanno accompagnato in questi giorni il nostro racconto, mi hanno resa consapevole che gli sforzi fatti nel comporlo non sono stati vani.
    L'essere riuscita a regalarvi quella sottile emozione che traspare dalle vostre parole è il più grande riconoscimento che potevate donarmi.
    Grazie a tutti voi.

    RispondiElimina
  5. ...è proprio vero l amore nonostante tutto continua ad esistere..

    RispondiElimina