mercoledì 26 gennaio 2011

La Regina di Cuori e Il Vecchio Cantore

Sono in piedi davanti ai fuochi e cucino.

Non ti aspetto e non ti ho sentito arrivare.

Mi appoggi le mani sulle spalle ed ho un sussulto.

Mi hai spaventato o forse ci speravo.

Ti appoggi a me con il tuo corpo, ma io resto immobile, indaffarata.

Forse ho in mano cose bollenti, forse…

…forse pensavo che le tue labbra avrebbero sfiorato le mie…forse più tardi…

Ora le mie mani sono indaffarate ad aprire una bottiglia di bollicine rosate, le verso in una coppa e te la porgo.

Mentre sorseggio questo nettare divino ti chiedo di parlarmi…di raccontarmi …e ti ascolto come persa in un fiume in piena.

Sorseggeresti volentieri questo nettare, ma la tua lingua e’ asservita alle mie volontà, e così mi racconti di quella volta che al castello, la regina di cuori, quella dal sensuale portamento, invitò il vecchio cantore a raccontarle le sue ballate.

Quando la vide, la lingua si inaridì, perche’ lei era bellissima.

Allora lei gli disse…

…” continua ti prego, vecchio cantore, non devi temere, il mio aspetto altero in realtà nasconde dolci segreti e sono pronti per essere svelati, ma ora …ti prego continua…

…le tue parole sono per me come il fragore delle acque di un mare in tempesta…

e’ bello perdersi tra i suoi flutti lasciandosi trasportare verso terre sconosciute…raccontami.”

Ed allora il vecchio cantore si sedette su uno sgabello e guardandola rapito dalla sua avvenenza con voce ispirata iniziò a narrare.

Il vecchio cantore parlava di una donna bellissima e sola, forse una regina, che viveva in un castello posto su una rupe e con una bellissima torre. Da quella altezza, nella valle, vedeva spesso un uomo, su un cavallo fiero e bruno, che ogni giorno si affannava correndo avanti e indietro, senza mai accorgersi di lei.

Allora decise di incontrarlo ed un giorno uscì dal suo castello….il cavaliere correva come ogni giorno e la castellana si mise sulla sua strada, il capo era coperto da un cappuccio scuro che nascondeva il volto.

L’uomo vedendola ferma sulla via, fermò il cavallo e la guardò con aria interrogativa.

Lei però abbassò il cappuccio ed i suoi occhi bellissimi sciolsero il cavaliere dai suoi pensieri.

Nessuno parlò, ma ad un tratto il cavaliere le fece cenno di salire a cavallo con lui.


Appoggio il bicchiere, e ti sorrido: “ e poi?”

Allora mi fai sedere sulle tue ginocchia, mi passi il braccio intorno alla vita e…

…entrambi si trovarono sul cavallo fiero e bruno a correre nella valle sotto il castello con la grande torre…

Per un momento lei chiudendo gli occhi si immedesimò con la regina di cuori, poteva percepire il vento che le accarezzava i capelli e il tepore del sole che le arrossava il viso mentre cavalcava quello splendido destriero protetta nella stretta di due possenti braccia.

Il corpo dello sconosciuto cavaliere a contatto con il suo le provocava fremiti di piacere da tempo dimenticati.

La sua mente si liberò da ogni pensiero lasciando spazio ad un piacere intenso.

Non sapeva dove tutto ciò l’avrebbe portata, ma non le importava, quella sensazione di felicità quel sorriso che apparve sul suo volto dopo lunghi anni di malinconia e solitudine furono sufficienti per non porsi domande e per accettare di annullarsi nell’unicità di quel momento.

Ella chiuse gli occhi, poteva udire il vociare degli uccelli accompagnarla in quella folle corsa verso l’ignoto e lo scricchiolio dei rami che si spezzavano sotto gli zoccoli del destriero facevano eco nella sua mente libera da ogni pensiero.

Il cavaliere si sentiva ancora incredulo che la sorte lo avesse prediletto al punto da fargli incontrare quella figura tanto eterea quanto bella.

Il profumo di lei lo inebriava ad ogni balzo del destriero, e lui temeva ogni volta di perdere la presa e così la teneva stretta a se, ed il suo desiderio così continuava ad aumentare: non sapeva bene dove stesse andando, ma pregava in cuor suo che la strada fosse ancora molto lunga.

Improvvisamente non si udì più lo scalpitare degli zoccoli sul selciato, la loro corsa divenne silenziosa.

Ella percepì un suono giungere da lontano.

Non riuscì a distinguerlo a riconoscerlo ma si impose di non aprire gli occhi finche’ la loro corsa non fosse terminata.

Il rumore si fece sempre più vicino ma ancora non riusciva a dare un nome a ciò che il suo udito poteva ormai percepire così nitidamente.

Il destriero si mise fiero a trottare, rallentando così la sua corsa finche’ non la terminò definitivamente, emettendo un lungo nitrito come a voler dire “ Siamo arrivati “.

La regina di cuori non riusciva a decidersi

la parte curiosa di lei la incitava a dare uno sguardo a ciò che la circondava per poter finalmente capire a cosa era dovuta quella vibrazione a lei sconosciuta, dall’altra la paura che riaprendo gli occhi avrebbe ritrovato la buia stanza all’interno della torre, la terrorizzava.

Una voce la destò dai suoi pensieri:

“ Dobbiamo scendere mia signora, il profumo che senti e’ il limite che abbiamo raggiunto insieme.”

Ella lentamente dischiuse i suoi occhi e…

…rimase estasiata dallo spettacolo che le si offrì.

Il sole infuocato all’orizzonte tingeva di rosso una distesa infinita di acqua impossibile da abbracciare tutta con lo sguardo.

Il vento soffiava leggero e solleticando il mare lo faceva infrangere in piccole onde gentili sulla spiaggia, e che dire di quel profumo intenso che penetrando nelle sue narici la lasciava senza fiato.

La regina di cuori ebbe come un senso di mancamento di fronte a quello spettacolo, con la testa che girava leggera si sentì piccolissima di fronte all’infinitamente grande.

Non aveva mai visto nulla di simile, da quando era nata non aveva mai lasciato il castello per avventurarsi oltre l’orizzonte, non aveva mai provato tali emozioni, non poteva immaginare che potesse esistere al mondo qualcosa di una tale bellezza.

Lo sconosciuto cavaliere guardandola rapito dai suoi occhi le disse:

“Ora devi decidere: sederci qui e limitarci ad ascoltare le onde, o proseguire e vivere il nostro destino?

Io per me ho già deciso.

La regina di cuori lo guardò con i suoi grandi occhi scuri e rimase silenziosa,

lui la prese tra le braccia, la depose sulla finissima sabbia e dolcemente la baciò.

Ti guardo intensamente negli occhi, poi osservo il movimento del fine perlage nella mia coppa rosata, mentre un sorriso malizioso si delinea sul mio viso: “ …continua, ti prego…”

E tu riprendi a raccontare:

…il vecchio cantore guardò a lungo la regina di cuori: in cuor suo era combattuto tra l’attrazione che provava verso di lei ed il senso di rispetto che si deve porgere ad una donna così regale. Poi si decise, e prese la mano della donna, la trasse delicatamente a sé e disse:

“Il mare, mia regina, è il segreto: ha mai visto il mare?”

“No, cantore.”

“Allora deve sapere che le onde del mare sono come carezze sulla pelle, come solo un tenero amante saprebbe fare…”

La regina si avvicinò all’uomo, e sorrise mentre i suoi occhi evocavano figure lontane di onde carezzevoli.

“… il rumore della continua risacca è simile solo al canto d’amore che un principe perdutamente innamorato saprebbe comporre…”

La regina socchiuse gli occhi, mentre già le sembrava di udire quel canto così bello.

“… il profumo del mare è selvaggio e intenso, pervade i sensi come solo quello di una tenera alcova saprebbe inebriare…”

La regina si sedette a sua volta sulle gambe del vecchio cantore, ad occhi chiusi, sempre sorridendo.

“ …il sapore salato del mare sulle labbra è forte e provocante come solo un bacio dell’uomo che perdutamente ti ama saprebbe essere…”

La regina si voltò verso il cantore, e dischiuse le sue labbra: l’uomo si avvicinò a lei, e la baciò. Prima teneramente, poi sempre con più passione, mentre la bella donna dal portamento sensuale finalmente lo abbracciava con ricambiata passione.

Sulle loro labbra il mare rendeva sapidi i baci, al loro naso il mare rendeva profumata la loro pelle, nelle loro orecchie il mare sussurrava dolcissime parole d’amore, e con le sue onde rendeva più piacevole le loro delicate carezze.

Il cantore guidò allora la donna fino ad una ottomana, e lei docile le si sdraiò accanto, continuando a baciarlo con passione, gli occhi serrati nel sogno dello sconosciuto mare, i sensi persi nel contatto con il tenero amante, ed il respiro affrettato a rincorrere quello affannato di lui…

Lei riapre gli occhi, sorseggia un po’ di vino dalla coppa che aveva lasciato sul tavolo e girandosi leggermente disse:

…smetti di parlare…e con la mano sfiora le sue labbra…si avvicina a lui, vuole che senta il profumo della sua pelle, vuole che intraveda nella scollatura i suoi voluttuosi seni…avvicina le labbra alle sue e …si ferma, per poi riprendere… e lo bacia …ma…

…un suono echeggia nella stanza…

la mia mano si allunga nel grande letto in cerca del tuo corpo,

presto mi rendo conto di essere sola.

Il suono si fa sempre più forte,

lo sguardo si posa su una fonte luminosa posta di fianco a me,

la sveglia, le 6.30.

Sono disorientata, confusa, solo dopo qualche istante mi rendo conto di aver sognato.

Chiudo nuovamente gli occhi,

voglio riprendere sonno

voglio riavere il mio sogno.

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