Quarta Parte
La convalescenza di Jilien durò un giorno intero, in cui fu proibito alla ragazza di uscire dalla sua stanza. Questo ordine del Maestro curatore, però, fu disatteso da Jilien per un paio di volte, in cui fu sorpresa a girovagare per i corridoi. Dopo che per la seconda volta la ragazza fu portata a forza a letto, un membro della setta fu messo di guardia alla porta, in modo da evitare ulteriori “fughe”. –È per il tuo bene, fidati.- disse il Maestro curatore mettendo a letto Jilien per la seconda volta:-Ostinarsi a credere di stare bene non ti gioverà in alcun modo. Non voglio ricorrere ad alcun sonnifero ma, se continui a comportarti così, ti dovrò far ingurgitare a forza una delle pozioni che tu stessa crei e credimi- disse con tono improvvisamente cupo:-so come farlo-. Rassegnata e un po’ spaventata, la ragazza-gatto si stese sotto le coperte, entrando nel suo stato di dormiveglia che, per lei, sostituiva il normale sonno. Sfortunatamente per lei, questo non la esonerava dall’avere incubi.
Un uomo e una donna. Lei bellissima, lui con i segni della fatica sul volto. Guardavano Jilien con affetto, nonostante un velo di paura si percepisse in entrambi. Ma si voltano, girano le spalle alla ragazza, salutandola con una mano. Perché se ne stavano andando? Non stavano abbandonando la ragazza, no, lei sapeva che sarebbero tornati… Allora perché era così triste? Li avrebbe rivisti tra poco, ne era sicura.
Ma non voleva correre il rischio. Li inizia ad inseguire, ma sono già spariti nel buio. È tutto scuro intorno a lei, tutto. Niente luna, niente stelle, niente luci provenienti dalle case… Ma non c’erano nemmeno le case!
Dove sono finiti tutti? Dove? Non c’è più nessuno, solo Jilien! Solo lei! Lei e il suo monile d’argento.
La pietra blu e Jilien.
Solo Jilien, Jilien…
-JILIEN!-
L’urlo fece sobbalzare la ragazza, che si mise seduta, in posizione di guardia, preparandosi per un attacco. Ci mise qualche istante a capire chi erano le tre figure che la stavano fissando con aria preoccupata. Il Maestro del refettorio, quello che tutti i giorni spuntava il suo nome dalla lista, aveva le mani sulle spalle della ragazza ed aveva gli occhi sbarrati. Poco dietro di lui stava ritto il Maestro curatore, con la bocca aperta dallo shock. Infine, sulla soglia della porta della stanza, stava il Gran Maestro.
-Che… che succede?- chiese spaventata la ragazza-gatto
-Questo lo vorremmo chiedere a te, dannazione!- rispose il Maestro curatore
Il Maestro della mensa si staccò dalla ragazza, si avvicinò al Gran Maestro e gli sussurrò qualcosa all’orecchio, dopodiché se ne andò. –Tu poi andare- disse il Gran Maestro e l’uomo con la tunica azzurra si voltò, portò la mano chiusa a pugno al petto nel saluto rituale e varcò la soglia della camera, sparendo dalla vista di Jilien.
-Posso sapere cosa sta succedendo?- chiese preoccupata la ragazza
-Stavi avendo una visione. Possono sembrare degli incubi, ma è così che a noi mortali appaiono i voleri della Dea Aura…-
-Potrebbe anche spiegare i suoi voleri in forme più comprensibili- sbottò Jilien
-Comunque sia, quello che vedi durante queste crisi può essere importantissimo. Può essere un avvertimento per il futuro o un consiglio a vedere al passato…-. La frase criptica del Gran Maestro rimase in sospeso, perché fu interrotto da qualcuno che bussò alla porta: -Avanti!- disse contrariato il Gran Maestro. Alla soglia comparve un affiliato col fiato corto che disse, senza badare al saluto rituale: -È Crystal, signore. Era sdraiata sul pavimento della cella quando improvvisamente è diventata rigida, sembrava non respirasse più. Era pallida, come… come un morto e aveva gli occhi sbarrati. L’abbiamo svegliata dopo qualche minuto, mentre continuava a ripetere qualcosa riguardo ad una pietra blu…-
Il Gran Maestro guardò Jilien con uno sguardo incredulo, mentre la ragazza stringeva tra le mani il suo ciondolo d’argento al cui centro era incastonata una pietra blu sferica.
-Crystal…-
brobro
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