Alex si svegliò di soprassalto, sudato e spaventato. Guardò l'ora sulla sveglia che era sul suo comodino: le 4.30. Fortunatamente la settimana lavorativa era finita, perciò la perdita di preziose ore di sonno non avrebbe influito sulle sue prestazioni lavorative. Se fosse stato sorpreso a schiacciare un altro riposino sul lavoro i suoi colleghi si sarebbero seriamente preoccupati.
Sempre il solito sogno, sempre la solita faccia, sempre il solito risveglio. Erano ormai due mesi che questa tiritera lo perseguitava ogni settimana notte. Rassegnato all'ennesima notte in bianco, Alex si alzò e si diresse verso il bagno. Accese le luci e fece scorrere l'acqua prima di lavarsi la faccia. Specchiandosi si vide come si era già visto altre volte: sudato, rosso in viso e con l'acqua che gli gocciola dal mento. Scosse la testa per eliminarsi dalla vista quell'immagine di uomo stanco che si sentiva più vecchio di quanto non dicesse la carta d'identità. Perché un uomo di venticinque anni, tutto sommato di buon fisico e senza problemi di salute eccettuati i classici raffreddori invernali non può crollare dalla stanchezza alle nove di ogni sera e svegliarsi puntualmente in ritardo la mattina successiva. O almeno, questo nelle notti in cui non era ossessionato da quel maledetto volto...
Alex si trascinò verso il salotto per tentare di trovare un modo per ammazzare il tempo, almeno fino alle sei, orario in cui il suo bar preferito apriva i battenti. Si buttò sul divano e, seppur controvoglia, iniziò a fare zapping tra i vari canali della televisione alla ricerca di qualcosa di interessante. Tra b-movie d'azione in cui fiumi di succo di pomodoro inondavano autostrade e improbabili televendite, Alex fu attirato da un canale in cui un ometto con gli occhiali rotondi parlava di creature fantastiche e mitiche. In parte perché era l'unico programma minimamente decente, in parte per sincero interesse, Alex alzò un poco il volume per sentirlo parlare di lupi mannari, vampiri e demoni che, sempre secondo il conduttore, vivrebbero ancora nelle nostre città.
Tra strane ricostruzioni in 3D e sfocatissime immagini di cellulare, le descrizioni di quegli esseri erano stranamente piene di dettagli. Contrastanti e contraddicenti, certo, ma comunque avevano qualcosa con cui riempire lo spazio concesso al programma. Grazie a questo interessantissimo programma, comunque, Alex riuscì a tirare le 6.10. Quando, guardando l'orologio che aveva al polso, si rese conto che poteva uscire senza rischiare di passare mezz'ora da solo in mezzo alla strada, prese il telecomando. Sembrava che anche il programma fosse in chiusura perché l'ometto stava ringraziando l'ultimo ospite e stava finendo annunciando l'argomento del prossimo episodio:-Grazie a chi ci a seguito stanotte. A settimana prossima, in cui una puntata speciale si occuperà degli esseri definiti succ...- la frase fu spezzata da Alex che spense la televisione.
Dopo essersi vestito in fretta, Alex scese in strada. Come si aspettava, ben poche persone erano già sveglie a quell'ora e sulla strada, illuminata in parte dal sole che sorgeva e in parte dai lampioni ancora accesi, passavano poche auto. Si diresse sbadigliando verso il "Bar 05", un locale dove era possibile gustarsi uno dei caffè più buoni della città e essere rassicurati e sollevati dal gestore, un uomo quasi sempre serio ma capace di ascoltare come pochi di nome Seth. Lui e Alex erano amici di lunga data e non era un caso se erano finiti a vivere nella stessa città: Alex era agente immobiliare e Seth si era rivolto a lui per trovare il locale in cui ospitare il suo bar.
Entrando nel "Bar 05" la prima impressione che Alex ebbe e aveva sempre avuto era di modernità: i divanetti erano squadrati ma comodissimi e il loro colore, nero, contrastava col resto dell'ambiente, dominato da colori come il bianco e il beige. Alex si avvicinò al bancone e con un gesto della mano attirò l'attenzione di Seth, il quale lo salutò subito calorosamente: -Alex! Ma cosa ci fai qua a quest'ora? Oggi non è il tuo giorno libero?-
-Ciao Seth. Sì, oggi è il mio giorno libero, ma avevo una voglia matta di un tuo caffè che ho puntato la sveglia presto e sono venuto qui-
Seth si fece serio mentre preparava il caffè e, porgendo la tazzina ad Alex, gli chiese:-Ancora quel sogno?-
-Non ti si può nascondere nulla, eh?- disse Alex con un sorriso amaro:-Sì, ancora quel sogno.-
-Alex, sai che non voglio fare l'allarmista né altro, ma dovresti seriamente iniziare a pensare a che cavolo può voler dire. Io posso dare una controllatina a cosa c'è qui dentro- disse portando l'indice sulla tempia di Alex:-ma non posso farcela se non mi dici niente. Tutto ciò che so è che da tempo non dormi bene a causa di un sogno riguardante una ragazza.-
-È tutto ciò che hai bisogno di sapere- disse Alex prima di bere d'un fiato il caffè
-È tutto ciò che tu vuoi dirmi, maledizione! Se non vuoi essere aiutato, fai pure, ma non devi farmi preoccupare, intesi? E sai benissimo che per non farmi preoccupare devi dirmi esattamente ciò che ti frulla per la testa-
Alex sospirò: sapeva che prima o poi doveva dire a Seth perché un sogno lo angosciava tanto, ma non aveva voglia di sentirsi stupido:-Ok, hai vinto. Il sogno è sempre lo stesso e riguarda una ragazza-
-Dimmi qualcosa che non so- lo interruppe subito il barista
-Sei impaziente come al tuo solito, Seth...-
-E preoccupato come la mio solito, Alex-. Alex sorrise: poteva fidarsi ciecamente di quel burbero barista preoccupato quasi più degli altri che di sé stesso: -Il sogno riguarda una ragazza: lei entra in camera mia, mi guarda, poi si avvicina. Arrivata al capezzale del mio letto si piega e mi bacia, dopodiché si spoglia, sale sul letto e... beh, questa parte del sogno è privata-
-Capisco, capisco. E cosa succede dopo che... beh, dopo la parte privata del sogno?-
-Mi sveglio, sudato e spaventato. Sudato per via dell'atto che ho compiuto nel sogno, spaventato per via della ragazza-
-Tu... spaventato da una ragazza sognata?- disse Seth con mezzo sorriso
-Non c'è niente da ridere-
-Non sto ridendo, ma pensando a quanto ironica questa cosa sia. Te, sciupa femmine di prima categoria, spaventato da una ragazza. L'ho sempre detto, io: esiste una qualche forma di...-
-...di equilibrio cosmico, sì, l'hai detto milioni di volte.-
-Sono così prevedibile? Mah. Comunque, dimmi: com'è questa ragazza?-
-Bella da morire. Vestita sempre di nero, con un maglione a collo altro e pantaloni attillati, ma il particolare più strano sono i capelli: rossi come il fuoco-
Si sentì il campanello della porta, segnale che un nuovo cliente era entrato nel bar e Seth, dopo aver dato un'occhiata, fece segno al nuovo avventore di aspettare, poi disse in fretta ad Alex:-Vestita di nero, capelli rossi, occhi verdi e labbra che dicono "baciami, stupido"?-
-Hai avuto anche te questo sogno?- chiese incredulo Alex
-No, ma Miss Intrusione Onirica è appena entrata e ti ha piantato gli occhi addosso, neanche stesse per mangiare e tu sia la portata principale-.
Nessun commento:
Posta un commento