Alex impiegò un attimo a capire di cosa stesse parlando Seth. Insomma, era completamente assurdo che una ragazza immaginaria si materializzasse di fronte a lui. Eppure, contro ogni logica, girandosi verso l'entrata del bar, Alex vide proprio ciò che lo aveva fatto svegliare per più e più notti. Una ragazza snella, poco più alta della media, completamente vestita di nero, con capelli che ricordano il fuoco vivo e occhi così verdi che pochi pittori sarebbero riusciti a copiarne il colore. Il viso era completamente rivolto verso quello di Alex e quegli occhi penetranti stavano scavando in quelli dell'uomo assonnato che cercava di trovare una spiegazione a ciò che stava guardando.
-Scusa, è che tu... mi ricordi molto una persona che... che conosco- disse timidamente la ragazza con un sorrisetto. Alex si riscosse e le rispose scuotendo la testa:-Scusami tu, non è molto educato da parte mia fissare una ragazza, anche se devo dire, è ben difficile non notarti-
-Ecco l'Alex che conosco...- disse Seth sottovoce portando una tazza grande in cui si poteva vedere una schiuma bianca
-Come ha detto, scusi?- disse la ragazza al barista
-Io? Ho detto che il cappuccino è pronto, signora...- disse Seth. La ragazza sorrise al barista ma tornò subito con lo sguardo verso Alex, il quale notò Seth fargli il gesto universale del "ti tengo d'occhio".
-Allora... tu abiti qua in zona?- chiese di punto in bianco la ragazza
-A dirla tutta... sì, abito qua a due passi e...- uno sbadiglio interruppe la frase: -Scusa, è un periodaccio per il mio riposo-. La ragazza si fece seria per un istante, come se quell'affermazione l'avesse sorpresa in modo negativo, ma il sorriso le ritornò quasi subito:-Vedrai che è solo un momento, ne sono sicura. Magari lavori troppo e...-
-Vorrei che fosse per colpa del lavoro, ma non credo sia quello il problema- rispose sconsolato Alex:-Ma non parliamo di discorsi così tristi a mattina presto, poi ti rovinano il resto della giornata!-. La ragazza sorrise a denti stretti, come se si fosse pentita di aver fatto quell'osservazione. Notandolo, Alex chiese:-Tutto bene? non ti devi preoccupare per me...-. La ragazza disse qualcosa sottovoce, che Alex riuscì a malapena a sentire:-Forse dovrei...-
-Come scusa?- chiese piuttosto incredulo il ragazzo
-Eh? No, niente, lascia stare. Credo che io debba... debba andarmene, ora- disse la ragazza alzandosi di scatto. Lasciò cadere un paio di monete sul bancone, accanto al cappuccino che non aveva nemmeno sfiorato e aprì la porta del bar. Alex la prese per un braccio e disse:-Aspetta! Ma tu chi sei?-
Lei non si girò, ma pronunciò una sola parola:-Magda- e uscì dal locale, lasciando un uomo assonnato e confuso e un altro, al di là del bancone, preoccupato più che mai
La giornata di Alex continuò come sospesa, come se tutti i sogni che doveva fare in quelle notti insonni che aveva passato si fossero trovati improvvisamente nel suo cervello e volessero materializzarsi contemporaneamente. Sebbene fosse chiuso in casa sua, sdraiato sul divano, vedeva strade familiari, della sua città, dipanarsi come dedali di un labirinto infinito. Ad ogni incrocio, però, c'era sempre lei: Magda. I suoi capelli rossi lo tormentavano, come un incubo dal quale era impossibile svegliarsi. Erano di fronte a lui o no? No! erano passati a destra! Ora a sinistra! Per un secondo sparivano, poi ricomparivano in un altro luogo! E lui, povero Alex, che continuava a rincorrerli ovunque, non importava quanto era lunga la strada o da quanto lui fosse stanco... così stanco...
La sveglia suonò precisa alle 6.35 della mattina, facendo sobbalzare un impreparato Alex. Com'era possibile? Si era addormentato, questo era evidente, ma credeva di averlo fatto in salotto, davanti alla televisione, come era suo solito fare ogni lunedì. In ogni caso, quel lunedì non sarebbe arrivato al lavoro poco dopo dell'orario, ma in perfetto orario grazie a... già. Grazie a chi? O a che cosa? In ogni caso, lo avrebbe ringraziato a tempo debito.
Dopo essere riuscito ad arrivare in agenzia prima del solito, tra lo stupore del suo capo e dei suoi colleghi, Alex sentì il morale che andava migliorando ora dopo ora. Quando il turno di otto ore passato dietro ad un monitor finì, non poteva sentirsi meglio.
Camminando quei dieci minuti che lo separavano da una tazza di tè bollente fatto in casa Alex si sentì come non si era sentito da due mesi: perfettamente. Non era stanco, non era triste, non aveva ossessioni riguardanti strani sogni contemplanti una ragazza dai capelli rossi che a quanto pare si chiamava
-Magda?-
La ragazza, che stava proprio davanti al portone del condominio dove viveva Alex, si girò verso di lui, come se lo stesse aspettando da molto:-Ciao Alex-
-Tu, ma tu, ma sei... Tu!- disse balbettando Alex
-Sì, lo so, mi sono comportata malissimo ieri, ma andavo veramente di fretta e...- Magda si interruppe per un istante con uno sguardo insolito, come aveva detto Seth il giorno prima: "ti ha piantato gli occhi addosso, neanche stesse per mangiare e tu sia la portata principale". In effetti uno sguardo affamato lo aveva, ma non era normale che lo avesse rivolto verso di lui! Dopo qualche, inquietante secondo Magda riprese scuotendo la testa, come a scacciare un pensiero:-Scusa, stavo pensando... ad altro. Dicevo che volevo farmi perdonare, il problema è che ultimamente ho ben poco tempo libero e non credo di poter organizzare una cena come vorrei. Ti va bene anche un caffè insieme? Non come ieri... più tranquillo-
Alex non sapeva cosa dire. La proposta lo allettava da morire, ma lo spaventava anche. Dopotutto, era a causa di quel viso che non riusciva a dormire bene. Era anche vero che, se la ragazza con cui stava parlando era quella del sogno, poteva chiederle qualche delucidazione.
-Va bene. Facciamo domenica prossima? Come te non ho molto spazio e il mio unico giorno libero è-
-Va benissimo, non ti preoccupare.- rispose in fretta Magda:-Ora devo scappare: ci vediamo domenica.- e passò accanto ad Alex, ma si fermò subito dopo. -Scusami...-
-Sì?- chiese Alex voltandosi. Magda si avvicinò ed improvvisamente lo baciò. Appassionatamente, in modo travolgente. Con una strana sensazione che proveniva dal petto. Alex sentì che il suo cuore mancava un battito o due, prima che Magda si staccasse da lui. Il ragazzo, confuso ed impaurito, vide solo gli occhi verdi della ragazza colmi di lacrime e lei che fuggiva via.
"Perchè ho accettato il suo invito?" si chiese il ragazzo.
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