Ancora una volta Elettra si ritrovò a percorrere la strada che la riportava verso casa accompagnata dal cinguettio degli uccellini che annunciavano il nuovo giorno.
Questa volta però non aveva fretta, quella notte nessuno aspettava il suo rientro.
Elettra scorse i primi chiarori all’orizzonte annunciare il colore aranciato che l’alba avrebbe portato con se.
Tranquillamente arrivò a casa e parcheggiando si rese conto di non aver alcuna voglia di andare a dormire, così decise di fare due passi nel golfo sotto casa immergendosi nei colori e nei suoni della natura che la circondava.
Un gruppo di rondini, dalle piume scure con dei riflessi blu metallici ed i petti candidi, volteggiava nel rosso cielo sembrando dare il benvenuto al nuovo giorno.
Elettra si sedette su di una panchina e si ritrovò a pensare alle parole che Ludovica le aveva regalato quella notte.
Certo era indiscutibilmente vero che non erano più delle ragazzine e che storie fini a se stesse non avrebbero potuto portare a nulla se non solo a puro sesso.
Ma Elettra quella sera aveva percepito nel profondo della sua anima la possibilità che Stefano potesse essere diverso.
Quel bacio datole sul capo in quel momento di fragilità, l’aveva colpita, in fondo lui avrebbe potuto approfittare di quella debolezza e delle loro labbra così vicine tanto da potersi sfiorare, ma non l’aveva fatto, aveva preferito rimanere aggrappato insieme a lei al silenzio, limitandosi a darle quel piccolo bacio come unico segnale della sua presenza.
Elettra sentiva che avrebbe potuto perdersi in quegli occhi azzurro cielo, trasparenti come l’ anima che intravedeva attraverso di essi.
Sentiva dentro di lei che sarebbe potuto nascere qualche cosa di speciale tra loro e che forse li avrebbe anche portati al sesso ma non sarebbe stato solo quello.
Il sesso probabilmente sarebbe sopraggiunto solo nel momento in cui ormai le loro anime fossero state unite indissolubilmente e quell’atto d’amore non avrebbe fatto altro che rendere quella storia indimenticabile, attraversando il tempo.
Elettra sapeva di star facendo correre i suoi pensieri troppo velocemente, ma raramente si era sbagliata quando le era capitato di aver avuto percezioni così forti verso una persona.
Due forze contrastanti in quel momento lottavano tra loro nel corpo di Elettra.
La ragione le diceva che tutto ciò era profondamente sbagliato, che non sarebbe stato corretto rischiare di ferire le persone che la amavano e sapeva che sarebbe stato difficile riuscire a mentire portandosi quel peso nel cuore.
Fino ad allora aveva scritto per contrastare il grigiore della sua vita e aveva preferito vivere nel riflesso delle sue storie, ma ora sentiva essere giunto il momento di ritornare alla vita, alle passioni intense, voleva nuovamente sentir fluire la passione nella sua anima e desiderava intensamente tornare ad ascoltare quei brividi di piacere che da lungo tempo non attraversavano il suo corpo.
Sapeva che tutto questo prima o poi avrebbe potuto tramutarsi in un dolore intenso.
Sapeva che nel momento in cui non le sarebbe stato più possibile vivere quelle sensazioni avrebbe provato un dolore lacerante attanagliarle il petto e l’anima.
Ma Elettra sapeva, che se quell’uomo, anche solo per pochi istanti, fosse riuscito a riscaldare il suo cuore muto, ne sarebbe valsa la pena.
Elettra si sentiva carica di una forza nuova e questo le diede l’impulso e la forza di pensare di poter accettare anche la sfida della sceneggiatura.
Per troppo tempo la poca autostima verso se stessa le aveva impedito di affrontare la vita, questo era il momento giusto per abbandonare i suoi vecchi abiti e per poter finalmente essere una persona nuova.
Ormai era giorno.
Elettra estrasse dalla borsa il suo cellulare e scrisse un messaggio a Stefano: “ E se ti dicessi di voler accettare di finire la sceneggiatura?
E se ti dicessi che non pensavo mi saresti già mancato così tanto oggi?
Elettra “.
Dopo pochi minuti Elettra ricevette un messaggio : “ E se ti dicessi che stò vivendo come in una bolla sospeso tra realtà e desiderio?
Il desiderio sarebbe quello di essere lì con te in questo momento, la realtà è che ieri sera ti sei tenuta una parte di me.
Mi aspetto di vederti presto per poter iniziare a scrivere la “nostra” sceneggiatura.
Stefano.”
Un radioso sorriso attraversò il volto di Elettra.
Elettra guardò per un momento il cielo ormai illuminato dal nuovo giorno , aprì il suo taccuino azzurro chiaro come gli occhi che l’avevano incantata quella notte e cominciò a scrivere…
Ah, scrittrici e sognatrici: miscela letale!
RispondiEliminaBello, brave entrambe!