Il cameriere porse la lista dei vini a Stefano che senza esitazione dopo aver scorso velocemente la parte riservata agli champagne decise per un Ruinart Blanc de Blancs.
“Ottima scelta” disse il ragazzone alto e bruno che prese l’ordinazione.
Poco dopo il cameriere ricomparve con quattro flute che appoggiò delicatamente al tavolo, ma mentre stava per stappare la bottiglia, Elettra lo fermò con una singolare richiesta: “ Le dispiacerebbe cambiare questi flute con delle coppe champagne per cortesia?”.
Sul viso del cameriere si definì un’espressione di disapprovazione sulla scelta, ma si guardò bene dal commentarla , in fondo, il cliente ha sempre ragione.
Stefano, al quale parve strana quella richiesta, si permise di dirle: “ Io penso che il flute sia più appropriato per bere champagne, la sua forma stretta e allungata esalta e accentua il flusso di bollicine che risale concentrandone i profumi, non pensi?”.
Elettra sfoderando quel suo fantastico sorriso carico di seduzione, rispose: “ Diciamo che innanzi tutto parlerei della flute al femminile essendo una parola francese, ma a parte questo, anche se tecnicamente potresti aver ragione, vuoi mettere il poter sorseggiare questo nettare da una coppa modellata sui seni di Madame de Pompadour? Tutta un’altra sensazione!”.
Stefano ammutolì e guardò il suo amico cercando sostegno, mentre si capì chiaramente, che Ludovica cercava di trattenere, a stento per altro, una risata.
Il cameriere appoggiò le quattro coppe al tavolo e con delicatezza iniziò a far girare il tappo dello champagne in senso orario finche quasi silenziosamente si stappò.
Mentre il cameriere stava per versare a Stefano lo champagne per sapere se la bottiglia era all’altezza delle aspettative, lui, convinto di poter mettere in imbarazzo Elettra, disse: “ Lo faccia assaggiare alla signora seduta di fronte a me!” .
Elettra, per nulla intimorita, prese la coppa dallo stelo ed alzandola all’altezza degli occhi iniziò ad osservarne il colore. “ Si presenta con un bellissimo color giallo oro con riflessi verdognoli ed uno splendido perlage., anche se, con una flute, avremmo potuto apprezzarlo di più!”, e guardò Stefano sorridendo maliziosa.
Si avvicinò il bicchiere al naso e inspirando intensamente disse: “ avverto note di mandorle, burro , agrumi ed anche frutta secca”.
Portò il bicchiere alle labbra e lentamente sorseggiò quel liquido fresco color dell’oro. Mosse il vino con la lingua e disse: “ Uno champagne eccezionale, in bocca regala sensazioni al palato di frutta esotica, forse di frutto della passione, e nel finale avverto lievi note di agrumi e di caffè.
Oserei parlare di puro edonismo del palato.”
Elettra adorava stupire le persone e lasciarle senza fiato, come le piaceva essere sempre al centro dell’attenzione.
Elettra era anche incredibilmente abile nel gioco della seduzione, era una dote naturale, innata dentro di lei. Il suo essere sensuale era in netto contrasto con il suo abbigliamento sportivo, sembrava quasi voler nascondere quel suo corpo sinuoso, era come se volesse essere notata per altre qualità, come se la sua bellezza fisica fosse una parte di se che non valesse la pena di esporre. Fin da ragazzina Elettra aveva intuito che quello che gli uomini desideravano di lei era il suo corpo e non la sua anima e questo l’aveva indotta negli anni a mascherare quel suo corpo da favola per cercare di dirottare l’interesse nei suoi confronti verso altre qualità.
Non aveva bisogno di apparire ma solamente di essere.
I ragazzi intorno a lei la guardarono sbigottiti, anche Ludovica ebbe un’espressione di stupore di fronte alle conoscenze enologiche di Elettra , una dote che in tanti anni che la conosceva non aveva mai avuto modo di scoprire prima. Stefano prendendo la sua coppa di Champagne tra le mani disse : “ Brindo alla nostra Sommelier e chissà, magari anche futura sceneggiatrice” e le fece l’occhiolino.
Caspiterina, quella Elettra! :D
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