Cap
8
Martino
stava sudando freddo: Roberto sembrava davvero strano, quasi avesse
intuito, fosse informato, quasi si fosse accorto di qualcosa. Quasi
sapesse qualcosa. O magari anche tutto...
Rimase
fermo immobile, mentre lo sguardo del compagno di camera lo
radiografava, insistente.
Le
immagini di lui mentre si intratteneva con Silvia gli scorrevano
invisibili davanti gli occhi: ed un nodo iniziava a stringerlo allo
stomaco, lentamente ma inesorabile.
D'un
tratto... decise.
Doveva
venirne fuori, e subito.
Primo
perchè Marisol - o come diavolo si chiamava la spagnola - avrebbe
“lavorato” per lui, aiutando Roberto a dimenticarsi della sua
vecchia ragazza. Eh, chiodo scaccia chiodo....
E
secondo perchè il corpo abbronzato ed esperto di 'mocassini' era in
attesa di un visitatore: e lui voleva proprio essere 'quel'
visitatore.
Una
bella menatona con Robi, fatta di parole grosse, spintoni,
spiegazioni assortite e prolungate, era quanto di più inutile ci
fosse per lui in quel momento.
Vide
improvvisamente la strada.
Negare,
negare anche l'evidenza.
E
partì, a testa bassa.
Trasformò
il suo sguardo imbarazzato in un nuovo sguardo, stavolta preoccupato:
poi si avvicinò a Roberto, gli pose le mani sulle spalle, quasi a
volergli dare una scrollatina, e finalmente gli disse:
-Robi...
non ti seguo. Ma cosa c'entra adesso Silvia? Eh?
Roberto
prese a guardarlo incuriosito, e Martino continuò:
-Senti,
hai deciso che volevi questa vacanza, hai deciso che volevi farla
senza di lei, che era il momento di guardare dentro di te, di capire
cosa volessi TU per il TUO futuro...
Roberto
piegò un po' il capo di lato, e socchiuse le labbra, quasi a voler
rispondere, ma Martino non glielo concesse, e continuò:
-Adesso
che glielo hai detto, lei si è offesa. Beh, è normale, no? Lei ha
capito che tu sei un essere con ali ben più grandi di quelle che
servirebbero per il volo con lei... Capisci? Si è sentita scoperta
nel suo gioco di volerti incastrare, di volerti limitare tenendoti
legato solo a se', ha capito che tu hai capito, e non vuole che tu ti
allontani da lei.. Capisci?
-Francamente,
poco...
-Dai,
Robi! Sveglia! Sei fatto per altre cose, tu!
-Cioè?
-Massì:
guarda per esempio solo questa vacanza. Appena giunti in Spagna,
appena ti sei davvero liberato di tutti i fardelli, di tutte le
abitudini del tuo recente passato, appena sei stato finalmente
libero, subito hai incontrato questa nuova, splendida ragazza, quella
di oggi pomeriggio... Oh, l'hai detto tu: ' Una
gran donna: sembra davvero una speciale, anche così a prima
vista'...
-Sì,
ma...
-E
anche lei ha subito notato te! Questo non ti dice niente? Ha subito
capito anche lei che pure tu non sei un uomo qualunque, no? Infatti
stasera esce con te, vi vedete, la porti in spiaggia... e lei verrà
con te in spiaggia! Ed anche dopo... E' normale, è giusto così...
-Ma,
Silvia? Cosa..
-Silvia!
Silvia! Ma lascia stare Silvia. Silvia è il passato, Silvia è
prima. Adesso non c'è. Silvia è a casa, con le sue amichette, le
sue robette, il suo piccolo mondo... Tu sei qui! Capisci? Puoi
scoprire la tua vera dimensione, Robi! Cazzo, vuoi perdere questa
occasione?
Roberto
era un po' confuso:
-Eh?,
Ah, beh... No, certo... Ma...
-Eh,
che Ma e Ma!... Dimenticati di Silvia: lei ti limitava...
-Dici?
-Sì!
Tu eri troppo per lei, lei l'ha sempre saputo.
-Mmm...
-Robi!
E' per questo che lei non si da pace: lei sa che ha perso l'occasione
della sua vita. Ci sta male perchè non può più imbrogliarti, farti
credere quello che voleva lei! Tu hai capito la verità, e lei non
può sopportarlo...
Roberto
si allontanò dalle mani di Martino, e si lasciò cadere nella
poltroncina a fianco della consolle porta-tv; allungò le gambe fin
in mezzo alla stanza, e si appoggiò allo schienale imbottito,
guardando un po' sbigottito l'amico. Poi disse:
-Davvero
dici che è andata così? Che fino ad adesso... Mah... Non capisco...
-Credimi,
Robi! E' così. Che motivo avrei io per mentirti?
-Sì,
ma... Mi spiace che lei ci soffra...
-Robi,
è la legge delle cose: ogni cambiamento è una frattura con il
passato. Spesso è roba dolorosa...
-Sai,
non so cosa fare...
-In
che senso, scusa?
Roberto
prese lo smartphone, e guardando il display illuminato, riprese a
mezza voce:
-Non
so... Non capisco... Mi pareva che ci fosse una sua chiamata – di
Silvia intendo - non risposta prima...
Martino
si sentì gelare il sangue. Roberto lo fissò con uno sguardo quasi
colpevole, mentre continuava:
-Ecco...
però adesso il messaggio non c'è più, e...
-...e?...
-E...beh,
te l'ho detto non capisco....
-Robi,
ti sarai sbagliato... Non crederai davvero che qualcuno sia entrato
in camera, si sia avvicinato al tuo telefonino ed abbia cancellato un
messaggio, no?
L'aria
colpevole nello sguardo di Roberto si acuì, e Martino capì di aver
vinto la mano. Così continuò:
-Dai,
non ci pensare più! C'è Marisol...
-Mariciel...
-Eh,
Marisol, Mariciel, quel che l'è... dicevo, c'è quella spagnola
spettacolare che ti aspetta questa sera. Sarà una serata fantastica.
Non ti... castrare pensando alla tua ex!
-No,
no! Ma...
-Ma
cosa?
-Sai,
magari lei.. Silvia.. doveva dirmi qualcosa... di importante...
Martino
capì che era ora di chiudere la partita, e passò al bluff finale:
la va o la spacca...
-Senti
Robi: fai un po' quello che credi. Ora io mi sistemo e vado, che
Lloret non è proprio qui dietro, e devo comunque fare un po' di
benza e magari mangiare un boccone e bermi un drinkino prima di
andare al St.Trop'.
Roberto
lo guardava con occhi perplessi...
-Tu
dici... allora di... non richiamarla?...
Martino
prese le chiavi dell'auto, si calò il cappellaccio in capo, poi
raggiunse la porta e si fermò con la mano appoggiata alla maniglia.
Quindi fissò Roberto e disse:
-Robi,
io vado. Se vuoi chiamarla, fai come vuoi. Io lascerei stare, e mi
godrei la nostra meritata vacanza spagnola, che oltretutto è
cominciata così bene...
Poi
abbassò la maniglia ed aprì la porta; quindi aggiunse:
-Oh,
senti: se proprio vuoi, sentila pure. Cosa vuoi che ti dica lei? Ti
sciorinerà tutto il solito repertorio delle donne, quando le
scarichi... Anzi, chissà che fesserie si inventerà pur di farti
cambiare idea, magari cercando pure di metterti contro di me, con
storie impensabili, vedrai... Comunque, vedi tu. Io chiamerei invece
quella Mariciel, che è un vero bocconcino da cinque stelle... Ciao,
Amico! Ci vediamo stanotte... - ed aggiunse ammiccando - “Dopo le
tre”..
E
detto questo, gli fece un sorriso franco, un cenno di saluto e uscì
chiudendosi la porta alle spalle.
Roberto
guardò la porta richiudersi dietro l'amico, e finalmente lasciò
cadere il capo sullo schienale imbottito della poltroncina, restando
con gli occhi dubbiosi, spalancati a fissare il soffitto...
Ma
allora, la chiamata di Silvia c'era, o se l'era sognata?
La
musica batteva irriguardosa nelle loro orecchie, a solo totale
consumo dei muscoli deputati al ballo. Martino stava ballando con
quelle sue movenze morbide che aveva affinato in anni di disco:
davanti a lui la bionda e la sua amica stavano muovendosi a loro
volta al ritmo dei bassi profondi e sincopati della musica.
'Infradito' era assorbita nel susseguirsi dei suoi movimenti, attenta
a restare a tempo, mentre 'mocassini' (che adesso indossava un paio
di sandali da urlo, altissimi) continuava ad alternare occhiate un
po' maliziose a espressioni un po' preoccupate. Martino pensò che
doveva essere un bel po' che quella donna non si 'divertiva'. Chissà
che cosa le era successo... Forse una delusione, magari un marito che
era fuggito con l'altra, o che magari si era riscoperto gay,
lasciandola così su due piedi: il fatto era che 'mocassini' sembrava
smarrita, persa, imbarazzata...
Però
aveva un gran bel personale, la tipa: la guardò di nuovo tutta,
scorrendola da capo a piedi (e lei arrossì un poco... “Mah,
possibile? Neanche fosse una ragazzina?”), poi si ricordò che
nemmeno aveva capito come si chiamasse...
Manuela?
Michela? Boh... Non era Valeria, né Silvia.
Già:
Silvia. D'un tratto il pensiero corse a Roberto, al suo smartphone,
a....
“Cazzo,
no! Non adesso...”
E
d'un tratto si scosse, la prese per mano e la trascinò nella
penombra, via dalla pista rutilante di colori e brulicante di corpi,
via da 'infradito' che continuava a ballare ad occhi chiusi. In quel
preciso istante a lei venne un tuffo al cuore: sorpresa, stimò che
probabilmente rispetto a lui era ben più vecchia di soli dieci anni,
come si erano detti poco prima… Titubò un secondo, incerta su come
comportarsi... Poi infine si decise: decise che gli anni che si erano
liberamente dichiarati l'un l'altro poco prima, per una sera, per
quella sola sera, sarebbero andati benissimo.
Vada
come vada.
Lui
camminava deciso, muovendosi con sicurezza nella sala semibuia,
voltandosi di quando in quando a guardarla con un sorriso malizioso:
evidentemente conosceva bene il locale, mentre lei era costretta dai
tacchi a trotterellargli dietro ubbidiente.
Arrivati
davanti all'ingresso dei bagni, Martino si fermò un attimo, e si
guardò intorno: poi imboccò deciso un corridoio completamente nero
sulla loro sinistra e la trascinò dentro una porta mimetizzata; lei
faticava un po' a seguirlo con quella gonnellina stretta, strizzata
nel giubbino in pelle aderentissimo, ma aveva lo sguardo determinato
ed il cuore in gola.
Il
locale che si aprì si rivelò essere un piccolo bagno, quello
riservato probabilmente al personale: lei notò con piacere che per
lo meno era pulito...
Chiusero
la porta, ed il clangore della sala da ballo si attenuò là fuori,
benché il ritmo scandito dai bassi profondi li raggiungesse anche
lì: dopo aver chiuso la porta a chiave dall'interno, lui la prese
per entrambe le mani, poi sorridendo la guidò con la schiena contro
la parete tutta di specchi. Lei gli posò le mani sulle spalle, e
percepì la sua muscolatura guizzante sotto i suoi polpastrelli: lui
invece fece scorrere la zip del giubbino nero, che sembrava essere
stato pennellato su quel corpo sinuoso, scoprendole il reggiseno a
balconcino che indossava come unico indumento lì sotto.
La
donna sorrise tra sé, e chiuse gli occhi, mentre le mani dell'uomo
si appoggiarono sulla sua pelle; sentì la testa girarle, ed insieme
un pressante desiderio di far l'amore con il giovane sconosciuto:
così gli afferrò il capo, e se lo tirò al petto: Martino assaporò
per un attimo il profumo di lei, poi scese con le mani sui suoi
fianchi, accarezzandoglieli. Lei allora trasse un respiro più
intenso, e si rese conto di essere pronta: erano anni che non provava
una bramosia come quella, e lasciò libero sfogo al suo istinto, ed a
quello dell'uomo.
La
loro frenesia, quasi animale, si sviluppò rapidamente, e fu molto
intensa: la donna iniziò pian piano a sentire i bassi della musica
house in sottofondo far da contraltare a quelli, più vicini, del suo
cuore nelle sue orecchie; Martino capì subito che la desiderava
profondamente, adesso, molto più di quanto non si aspettasse. E non
appena lui le iniziò a sfilare i pochi indumenti succinti, lei gli
buttò le braccia attorno al collo, poi gli cinse la vita con le sue
gambe abbronzate, e … e Martino d'un tratto dimenticò tutto:
Silvia, Roberto, i messaggi, i telefoni, le sbronze, la maria, il
Trottoir ...
(segue)
Dalle mie parti si dice "cresciti gli amici"...
RispondiEliminaAh però! :)
RispondiElimina