lunedì 14 novembre 2011

Cinque Pezzi Meno Facili - Sliding Doors - La Rabbia e la Notte - Cap. 8


Cap 8

Martino stava sudando freddo: Roberto sembrava davvero strano, quasi avesse intuito, fosse informato, quasi si fosse accorto di qualcosa. Quasi sapesse qualcosa. O magari anche tutto...
Rimase fermo immobile, mentre lo sguardo del compagno di camera lo radiografava, insistente.
Le immagini di lui mentre si intratteneva con Silvia gli scorrevano invisibili davanti gli occhi: ed un nodo iniziava a stringerlo allo stomaco, lentamente ma inesorabile.
D'un tratto... decise.
Doveva venirne fuori, e subito.
Primo perchè Marisol - o come diavolo si chiamava la spagnola - avrebbe “lavorato” per lui, aiutando Roberto a dimenticarsi della sua vecchia ragazza. Eh, chiodo scaccia chiodo....
E secondo perchè il corpo abbronzato ed esperto di 'mocassini' era in attesa di un visitatore: e lui voleva proprio essere 'quel' visitatore.
Una bella menatona con Robi, fatta di parole grosse, spintoni, spiegazioni assortite e prolungate, era quanto di più inutile ci fosse per lui in quel momento.
Vide improvvisamente la strada.
Negare, negare anche l'evidenza.
E partì, a testa bassa.
Trasformò il suo sguardo imbarazzato in un nuovo sguardo, stavolta preoccupato: poi si avvicinò a Roberto, gli pose le mani sulle spalle, quasi a volergli dare una scrollatina, e finalmente gli disse:
-Robi... non ti seguo. Ma cosa c'entra adesso Silvia? Eh?
Roberto prese a guardarlo incuriosito, e Martino continuò:
-Senti, hai deciso che volevi questa vacanza, hai deciso che volevi farla senza di lei, che era il momento di guardare dentro di te, di capire cosa volessi TU per il TUO futuro...
Roberto piegò un po' il capo di lato, e socchiuse le labbra, quasi a voler rispondere, ma Martino non glielo concesse, e continuò:
-Adesso che glielo hai detto, lei si è offesa. Beh, è normale, no? Lei ha capito che tu sei un essere con ali ben più grandi di quelle che servirebbero per il volo con lei... Capisci? Si è sentita scoperta nel suo gioco di volerti incastrare, di volerti limitare tenendoti legato solo a se', ha capito che tu hai capito, e non vuole che tu ti allontani da lei.. Capisci?
-Francamente, poco...
-Dai, Robi! Sveglia! Sei fatto per altre cose, tu!
-Cioè?
-Massì: guarda per esempio solo questa vacanza. Appena giunti in Spagna, appena ti sei davvero liberato di tutti i fardelli, di tutte le abitudini del tuo recente passato, appena sei stato finalmente libero, subito hai incontrato questa nuova, splendida ragazza, quella di oggi pomeriggio... Oh, l'hai detto tu: ' Una gran donna: sembra davvero una speciale, anche così a prima vista'...
-Sì, ma...
-E anche lei ha subito notato te! Questo non ti dice niente? Ha subito capito anche lei che pure tu non sei un uomo qualunque, no? Infatti stasera esce con te, vi vedete, la porti in spiaggia... e lei verrà con te in spiaggia! Ed anche dopo... E' normale, è giusto così...
-Ma, Silvia? Cosa..
-Silvia! Silvia! Ma lascia stare Silvia. Silvia è il passato, Silvia è prima. Adesso non c'è. Silvia è a casa, con le sue amichette, le sue robette, il suo piccolo mondo... Tu sei qui! Capisci? Puoi scoprire la tua vera dimensione, Robi! Cazzo, vuoi perdere questa occasione?
Roberto era un po' confuso:
-Eh?, Ah, beh... No, certo... Ma...
-Eh, che Ma e Ma!... Dimenticati di Silvia: lei ti limitava...
-Dici?
-Sì! Tu eri troppo per lei, lei l'ha sempre saputo.
-Mmm...
-Robi! E' per questo che lei non si da pace: lei sa che ha perso l'occasione della sua vita. Ci sta male perchè non può più imbrogliarti, farti credere quello che voleva lei! Tu hai capito la verità, e lei non può sopportarlo...
Roberto si allontanò dalle mani di Martino, e si lasciò cadere nella poltroncina a fianco della consolle porta-tv; allungò le gambe fin in mezzo alla stanza, e si appoggiò allo schienale imbottito, guardando un po' sbigottito l'amico. Poi disse:
-Davvero dici che è andata così? Che fino ad adesso... Mah... Non capisco...
-Credimi, Robi! E' così. Che motivo avrei io per mentirti?
-Sì, ma... Mi spiace che lei ci soffra...
-Robi, è la legge delle cose: ogni cambiamento è una frattura con il passato. Spesso è roba dolorosa...
-Sai, non so cosa fare...
-In che senso, scusa?
Roberto prese lo smartphone, e guardando il display illuminato, riprese a mezza voce:
-Non so... Non capisco... Mi pareva che ci fosse una sua chiamata – di Silvia intendo - non risposta prima...
Martino si sentì gelare il sangue. Roberto lo fissò con uno sguardo quasi colpevole, mentre continuava:
-Ecco... però adesso il messaggio non c'è più, e...
-...e?...
-E...beh, te l'ho detto non capisco....
-Robi, ti sarai sbagliato... Non crederai davvero che qualcuno sia entrato in camera, si sia avvicinato al tuo telefonino ed abbia cancellato un messaggio, no?
L'aria colpevole nello sguardo di Roberto si acuì, e Martino capì di aver vinto la mano. Così continuò:
-Dai, non ci pensare più! C'è Marisol...
-Mariciel...
-Eh, Marisol, Mariciel, quel che l'è... dicevo, c'è quella spagnola spettacolare che ti aspetta questa sera. Sarà una serata fantastica. Non ti... castrare pensando alla tua ex!
-No, no! Ma...
-Ma cosa?
-Sai, magari lei.. Silvia.. doveva dirmi qualcosa... di importante...
Martino capì che era ora di chiudere la partita, e passò al bluff finale: la va o la spacca...
-Senti Robi: fai un po' quello che credi. Ora io mi sistemo e vado, che Lloret non è proprio qui dietro, e devo comunque fare un po' di benza e magari mangiare un boccone e bermi un drinkino prima di andare al St.Trop'.
Roberto lo guardava con occhi perplessi...
-Tu dici... allora di... non richiamarla?...
Martino prese le chiavi dell'auto, si calò il cappellaccio in capo, poi raggiunse la porta e si fermò con la mano appoggiata alla maniglia. Quindi fissò Roberto e disse:
-Robi, io vado. Se vuoi chiamarla, fai come vuoi. Io lascerei stare, e mi godrei la nostra meritata vacanza spagnola, che oltretutto è cominciata così bene...
Poi abbassò la maniglia ed aprì la porta; quindi aggiunse:
-Oh, senti: se proprio vuoi, sentila pure. Cosa vuoi che ti dica lei? Ti sciorinerà tutto il solito repertorio delle donne, quando le scarichi... Anzi, chissà che fesserie si inventerà pur di farti cambiare idea, magari cercando pure di metterti contro di me, con storie impensabili, vedrai... Comunque, vedi tu. Io chiamerei invece quella Mariciel, che è un vero bocconcino da cinque stelle... Ciao, Amico! Ci vediamo stanotte... - ed aggiunse ammiccando - “Dopo le tre”..
E detto questo, gli fece un sorriso franco, un cenno di saluto e uscì chiudendosi la porta alle spalle.
Roberto guardò la porta richiudersi dietro l'amico, e finalmente lasciò cadere il capo sullo schienale imbottito della poltroncina, restando con gli occhi dubbiosi, spalancati a fissare il soffitto...
Ma allora, la chiamata di Silvia c'era, o se l'era sognata?

La musica batteva irriguardosa nelle loro orecchie, a solo totale consumo dei muscoli deputati al ballo. Martino stava ballando con quelle sue movenze morbide che aveva affinato in anni di disco: davanti a lui la bionda e la sua amica stavano muovendosi a loro volta al ritmo dei bassi profondi e sincopati della musica. 'Infradito' era assorbita nel susseguirsi dei suoi movimenti, attenta a restare a tempo, mentre 'mocassini' (che adesso indossava un paio di sandali da urlo, altissimi) continuava ad alternare occhiate un po' maliziose a espressioni un po' preoccupate. Martino pensò che doveva essere un bel po' che quella donna non si 'divertiva'. Chissà che cosa le era successo... Forse una delusione, magari un marito che era fuggito con l'altra, o che magari si era riscoperto gay, lasciandola così su due piedi: il fatto era che 'mocassini' sembrava smarrita, persa, imbarazzata...
Però aveva un gran bel personale, la tipa: la guardò di nuovo tutta, scorrendola da capo a piedi (e lei arrossì un poco... “Mah, possibile? Neanche fosse una ragazzina?”), poi si ricordò che nemmeno aveva capito come si chiamasse...
Manuela? Michela? Boh... Non era Valeria, né Silvia.
Già: Silvia. D'un tratto il pensiero corse a Roberto, al suo smartphone, a....
“Cazzo, no! Non adesso...”
E d'un tratto si scosse, la prese per mano e la trascinò nella penombra, via dalla pista rutilante di colori e brulicante di corpi, via da 'infradito' che continuava a ballare ad occhi chiusi. In quel preciso istante a lei venne un tuffo al cuore: sorpresa, stimò che probabilmente rispetto a lui era ben più vecchia di soli dieci anni, come si erano detti poco prima… Titubò un secondo, incerta su come comportarsi... Poi infine si decise: decise che gli anni che si erano liberamente dichiarati l'un l'altro poco prima, per una sera, per quella sola sera, sarebbero andati benissimo.
Vada come vada.
Lui camminava deciso, muovendosi con sicurezza nella sala semibuia, voltandosi di quando in quando a guardarla con un sorriso malizioso: evidentemente conosceva bene il locale, mentre lei era costretta dai tacchi a trotterellargli dietro ubbidiente.
Arrivati davanti all'ingresso dei bagni, Martino si fermò un attimo, e si guardò intorno: poi imboccò deciso un corridoio completamente nero sulla loro sinistra e la trascinò dentro una porta mimetizzata; lei faticava un po' a seguirlo con quella gonnellina stretta, strizzata nel giubbino in pelle aderentissimo, ma aveva lo sguardo determinato ed il cuore in gola.
Il locale che si aprì si rivelò essere un piccolo bagno, quello riservato probabilmente al personale: lei notò con piacere che per lo meno era pulito...
Chiusero la porta, ed il clangore della sala da ballo si attenuò là fuori, benché il ritmo scandito dai bassi profondi li raggiungesse anche lì: dopo aver chiuso la porta a chiave dall'interno, lui la prese per entrambe le mani, poi sorridendo la guidò con la schiena contro la parete tutta di specchi. Lei gli posò le mani sulle spalle, e percepì la sua muscolatura guizzante sotto i suoi polpastrelli: lui invece fece scorrere la zip del giubbino nero, che sembrava essere stato pennellato su quel corpo sinuoso, scoprendole il reggiseno a balconcino che indossava come unico indumento lì sotto.
La donna sorrise tra sé, e chiuse gli occhi, mentre le mani dell'uomo si appoggiarono sulla sua pelle; sentì la testa girarle, ed insieme un pressante desiderio di far l'amore con il giovane sconosciuto: così gli afferrò il capo, e se lo tirò al petto: Martino assaporò per un attimo il profumo di lei, poi scese con le mani sui suoi fianchi, accarezzandoglieli. Lei allora trasse un respiro più intenso, e si rese conto di essere pronta: erano anni che non provava una bramosia come quella, e lasciò libero sfogo al suo istinto, ed a quello dell'uomo.
La loro frenesia, quasi animale, si sviluppò rapidamente, e fu molto intensa: la donna iniziò pian piano a sentire i bassi della musica house in sottofondo far da contraltare a quelli, più vicini, del suo cuore nelle sue orecchie; Martino capì subito che la desiderava profondamente, adesso, molto più di quanto non si aspettasse. E non appena lui le iniziò a sfilare i pochi indumenti succinti, lei gli buttò le braccia attorno al collo, poi gli cinse la vita con le sue gambe abbronzate, e … e Martino d'un tratto dimenticò tutto: Silvia, Roberto, i messaggi, i telefoni, le sbronze, la maria, il Trottoir ...
(segue)

2 commenti: