giovedì 27 ottobre 2011

Il Cigno Nero - Capitolo 3

New York, Marzo 2011

La sala Executive era in penombra. Spiccava al centro, sulla parete, il logo di The Black Swan, un cigno nero trapassato da un fulmine rosso. La luce fendeva il muro dal proiettore in alto e affianco alla slide che disegnava il muro stesso, c’era Evelyn, Amministratore Delegato della società.

Un chiacchiericcio di sottofondo accompagnava i minuti prima dell'avvio ufficiale del Consiglio di Amministrazione straordinario.

Alle cinque e mezza in punto, la voce di Evelyn irruppe, mettendo a tacere il cicaleccio dei Consiglieri.
-         Buonasera. Signori e Signore, questo Consiglio è stato indetto per presentare l’elaborazione degli ultimi risultati relativi all’andamento della nostra società, dopo la fusione, e presentare un progetto del tutto speciale nel quale crediamo fermamente e per il quale vogliamo chiedere la vostra autorizzazione.

Il suo dito premette sul telecomando che aveva in mano ed una nuova slide comparve sul muro. Evelyn non riprese subito il discorso: voleva lasciare il tempo ai Consiglieri di studiare i numeri presentati.




Quindi, quando ebbe compreso che tutti avevano digerito i risultati, continuò:
-         Il cammino intrapreso tre anni fa è stato irto di difficoltà, ma ce l'abbiamo fatta. La fusione tra AlgorisQ e BlackRisk ha iniziato a dare i suoi frutti. I rendimenti sono positivi e i futuri dividendi faranno leccare i baffi ai nostri azionisti. Abbiamo guadagnato nuovi clienti ed abbiamo raggiunto una quota di mercato pari all'ottantanove percento dei grandi asset manager ed al trenta percento dei piccoli. Il rapporto cost-income è diminuito, grazie ai frutti della razionalizzazione ed ottimizzazione condotta dal nostro IT, il che ha coperto largamente l'ampliamento delle spese commerciali e ci ha lasciato risorse per la ricerca e lo sviluppo. Inoltre, abbiamo chiuso le duecento pratiche di esubero con dimissioni volontarie incentivate, raggiungendo anche l’obiettivo della diminuzione dei costi del personale.

Qui Evelyn si fermò un attimo per assaporare l'applauso che era sorto spontaneo da due Consiglieri e che quasi subito si allargò all'intera platea.
-         Grazie, Signori. Ma questo non è tutto. Il futuro ci sorride ancora, siatene certi. Abbiamo allo studio un piano di espansione sui grandi clienti, con l'obiettivo di arrivare a coprire il novantacinque percento del mercato, antitrust permettendo. Per evitarci sorprese, stiamo lavorando insieme ad un comitato dell'antitrust per ricercare le misure che ci consentano un'espansione, senza incontrare vincoli sull’aspetto della concorrenza.

Una piccola pausa le consentì di focalizzare l’attenzione su quello che stava per dire. Quando fu sicura di avere gli occhi di tutti concentrati su di lei, proseguì:
-         Quello che mi ha sempre preoccupato erano i piccoli clienti. Le nostre politiche di prezzo non fanno del nostro software una soluzione a buon mercato. I "grandi" possono permettersela, “devono” permettersela, perchè il nostro software oramai è uno standard. I "piccoli" ricercano altro che uno standard riconosciuto: vogliono risparmiare, dove possono e come possono. E in più, sono spesso poco lungimiranti da comprendere che la prevenzione dei rischi ripagherebbe loro ampiamente i costi che rischiano di sostenere al verificarsi di un evento negativo: molti credono ancora che l'avverarsi del rischio possa avere conseguenze molto meno costose della prevenzione dello stesso. Ed è qui che noi agiremo: ho intenzione di dimostrare loro che ciò non è vero. E’ per questo che abbiamo identificato un progetto che a nostro avviso ci porterà lontano.

Evelyn schiacciò il telecomando e l'immagine di due mani strette tra loro comparve sullo schermo. Lasciò che la platea mormorasse, cercando un significato in quella stretta di mano e colse l'occasione per bere un sorso d'acqua. Quindi riprese:
-         «Se non puoi combatterli, alleati.» Qui è la forza della nostra idea. Abbiamo sondato il campo presso alcuni asset manager di nicchia e molti sembrano favorevoli ad una partnership per fondare una società, chiamiamola LBS, Little Black Swan, che sviluppi un modello di rischio più semplice e meno costoso, che sia comunque efficace. Noi siamo la garanzia che il software sia efficace, nonostante la semplificazione del modello. I clienti beneficeranno di sconti consistenti e prezzi di favore, e stiamo valutando di farli partecipare anche ai guadagni della società stessa. Noi avremo lo strumento giusto per attaccare il settanta percento del mercato dei piccoli, che oggi sembra snobbarci.

Una voce alta e secca la interruppe bruscamente. Era Marc Dijon, l'ex amministratore delegato di AlgorisQ, consigliere e Chief Financial Officer di The Black Swan.
-         Come intendete finanziare il progetto?

Era chiaro a tutti che Mr Dijon non sopportava Evelyn, considerandola peraltro troppo giovane ed inesperta per ricoprire il ruolo che le avevano assegnato. Era fermo, seduto sulla sua sedia, completamente rilassato e pronto a coglierla in fallo, deciso a intraprendere con lei una sfida fino alla morte, pur di riconquistare la posizione di amministratore delegato.

Evelyn lo guardò dritta negli occhi, come se si fosse aspettata quell’interruzione. Poi gli rispose:
-         Mi ha preceduta, Mr Dijon. Ci stavo arrivando. Grazie comunque per la sua domanda.

Tornando quindi a volgere lo sguardo uno ad uno agli altri consiglieri, proseguì:
-         Sapete tutti quante risorse finanziarie siano dedicate annualmente alla ricerca ed allo sviluppo. Il nostro direttore R&D, Mr Namouri, è una persona molto dotata e apprezzata nel mondo finanziario in generale, non solo presso i nostri attuali clienti. Mr Namouri sta già lavorando all'analisi di dettaglio della soluzione. Tuttavia, non ci è sembrato opportuno riservare una quota dell'attuale ricerca a questo nuovo progetto, visto che il budget per il 2011 era già stato stanziato e non abbiamo intenzione di forzare un extrabudget.
-         Dunque vi rivolgete a zio Paperone? - commentò Mr Dijon suscitando l'ilaritá generale e un gesto stizzoso da parte di Evelyn.
-         No, Mr Dijon. Abbiamo pensato di utilizzare la nostra maggiore expertise, quella finanziaria, per autofinanziarci. Pertanto abbiamo deciso di ritardare una serie di progetti minori alla seconda metà dell'anno, investendo subito nel mercato i soldi del budget. I ritorni di questi investimenti finanzieranno il progetto LBS.
-         Lei crede alle favole, Mrs Porter... E se perdiamo tutto? – intervenì nuovamente Mr Dijon.

Evelyn era sempre più indisposta dal suo rivale, ma non perse la calma. Respirò a fondo e riprese il suo discorso:
-         Mr Dijon, Lei forse dimentica che siamo una società con altissime competenze finanziarie, dati innumerevoli, strumenti innovativi e un modello di rischio del quale conosciamo pregi e difetti. Abbiamo la certezza del ritorno dei nostri investimenti, glielo assicuro. Mi gioco la mia carica su questo. Se perderemo anche solo un dollaro, avrete le mie dimissioni.
-         Quanto pensate di investire? – la incalzò di nuovo l’uomo.
-         Quest’anno abbiamo puntato su un budget del dodici per cento del fatturato, da dedicare a ricerca e sviluppo. Sono circa  venti milioni. I progetti fondamentali, che non possiamo rinviare, ammontano a circa la metà. Il resto lo investiremo.
-         Come?
-         Abbiamo approntato un prototipo di un modello che studia la volatilità. Su questa base verranno assunte le nostre decisioni di investimento. Abbiamo messo in atto il prototipo durante l’ultima crisi di mercato. Con il crollo del Dow Jones abbiamo guadagnato una cifra che nemmeno pensavamo di ottenere: abbiamo investito diecimila dollari e in un giorno abbiamo fatto il dieci per cento.
-         Quante crisi pensate di cavalcare? Con questa logica anche se guadagnaste il dieci percento, cioè un milione, non vi fareste nemmeno le basi per fare partire il progetto... Non mi faccia ridere Mrs Porter.
-         Questa è la quota che metteremo noi. Le aziende che intendono aderire al progetto investiranno sul prototipo. Abbiamo un impegno con loro per circa cinquanta milioni complessivi. Sei milioni di euro le sembra una buona base per partire, Mr Dijon?
-         Quando partireste?
-         Nel giro di poco avremo ultimato il modello da seguire per gli investimenti. Giusto il tempo di identificare le risorse e svolgere qualche pratica burocratica.
-         E chi investe? Non possiamo farlo noi direttamente.
-         No, ha ragione. Abbiamo un accordo con un hedge fund. Aprono un fondo chiuso, appositamente per noi. Noi versiamo la quota, noi selezioniamo il portafoglio migliore per l’investimento, noi ne seguiamo l’andamento, decidendo quando è il caso di fermarci. Loro eseguiranno sul mercato. Tutte le decisioni sono assunte qui dentro. Entro un mese dalla nostra partenza, le società che hanno sottoscritto l’impegno saranno chiamate a versarci la quota di contribuzione per la fondazione di LBS e noi ribalteremo quella quota sul fondo. I guadagni sono nostri ed investiremo nella società. Domande?

Mr Dijon osservò polemico:
-         Su quale modello vi siete basati per le decisioni di investimento? Il momento di mercato non è il massimo... Glielo avevo chiesto prima... ma la sua risposta è stata piuttosto evasiva, Mrs Porter...
-         Ne ho parlato prima e non intendo far sprecare altro tempo in chiacchiere a questo consiglio. Avete un dossier completo davanti a voi sul progetto LBS. E  davanti a voi avete anche una scheda per la votazione. Per oggi non c’è altro. Votate e stasera stessa vi forniremo via email il risultato. Se avremo il Vostro accordo, partiamo domani stesso.

I Consiglieri ammutolirono. Molti di loro iniziarono a guardare il dossier LBS posto sul tavolo. Altri si alzarono e iniziarono a discutere animatamente sulla proposta.

Evelyn se ne stava in disparte, come voleva la prassi, prima delle votazioni. Seduta ad un divanetto appena a lato delle urne per la raccolta del voto, rispondeva con il suo blackberry alle email che intasavano la sua posta.

Nel giro di un paio d'ore i Consiglieri votarono tutti. Evelyn rimase con i rappresentanti della Segreteria, pronti ad effettuare lo spoglio. Appena noto il risultato dell'ultima scheda, Evelyn esultò e scrisse un messaggio a Dick Namouri «Vieni subito, nel mio ufficio. Ce l'abbiamo fatta...».

***

Quando entrò nella sua stanza privata, Evelyn trovò Dick Namouri seduto sulla sua poltrona, che giocava con il suo Blackberry. Chiuse la porta e urlò un piccolo «Waw!», alzando le braccia al cielo. Girò intorno alla scrivania, si sedette sulle gambe di Dick e lo baciò con foga.
-         Direi che è andata bene... – commentò l’uomo.
-         Benissimo direi... se la sono bevuta... perfino Dijon! Anche se mi ha tenuta sotto tiro per tutto il tempo...
-         Devi starci attenta a quello lì... ti fa la punta...
-         Lo so... da quando c’è stata la fusione non posso permettermi di commettere errori...
-         Dimmi... cosa hai raccontato...

Evelyn gli fece un resoconto dettagliato della riunione, mentre Dick la guardava estasiato. Adorava quella donna. Bella e intraprendente, con il sesso che le sprizzava dagli occhi appena incrociava i suoi.
-         Dobbiamo festeggiare... ti invito a cena Dick...
-         Aspetta... ma non hai spiegato come funziona il modello...
-         Tranquillo... ho soltanto detto che funziona sulla base della volatilità e poi ho rinviato alla documentazione che mi hai dato tu... piuttosto... Novità dal tuo gruppo? Avete deciso se modificare i dati in input o modificare il modello che calcola la matrice di varianza-covarianza?
-         Usciamo a cena. Poi ti racconto i dettagli... ho anche chiesto di avviare l’analisi dei titoli nei portafogli dei clienti che sono in outsourcing sui nostri server, così iniziamo a scremare i titoli per investire... Però andiamo... non mi piace parlarne qui...

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