mercoledì 26 ottobre 2011

Il Cigno Nero - Capitolo 2



Boston, Marzo 2011

Gabriel si accese l’ennesima sigaretta della giornata.

Se ne fregava del divieto di fumare, così come se ne fregava di tutte le regole. Era uno spirito indipendente, in tutto quello che faceva. Era convinto che di qualcosa si dovesse morire e non rinunciava al piacere delle “bionde”. Fumava poco e quindi si sentiva autorizzato a farlo in ufficio. Aveva addirittura indicato al responsabile della sicurezza di fare disattivare il rilevatore di fumo nella sua stanza: era l’amministratore delegato della società e qualche “benefit” doveva pure averlo in contropartita alle numerose ore che passava in ufficio! Non poteva assentarsi per rispondere al piccolo mostro dentro di lui che gli rodeva lo stomaco, soprattutto perchè fumava quando aveva bisogno di concentrarsi su qualcosa di importante.

Si alzò, aspirando una profonda boccata. Girò intorno alla scrivania pensieroso ed espirò il fumo e tutta l’aria che aveva nei polmoni. Aveva bisogno di raccogliere in sé tutte le forze: doveva riepilogare a mente tutti i punti per la riunione del Consiglio di Amministrazione indetto per il giorno dopo e soprattutto doveva pensare a tutte le possibili obiezioni che gli avrebbero potuto fare.


I mercati stavano andando giù. Ed il gruppo di fondi flessibili che la società aveva lanciato da qualche anno si stavano pericolosamente allontanando dalla media di categoria, avendo iniziato una pericolosa china verso il basso. I rumours di un crollo stavano diventando insistenti. Tutti gridavano al massacro. Ma lui era ancora convinto che la “teoria” aveva ampi spazi di supporto alla sua tesi della ripresa e continuava a studiare serie storiche, variabili, andamenti, dati puramente statistici, che nella sua mente si componevano in formule e risultavano in numeri, ai più incomprensibili.

Fu in quel momento che qualcuno bussò alla porta. Gabriel disse un distratto “Avanti” e si andò a sedere alla sua scrivania, nel posto che si era conquistato oramai da un anno e che deteneva indisturbato, più per la fama di studioso e l’autorevolezza che l’ambiente finanziario gli aveva tributato, che per la saggezza di manager.
-         Ciao Brich. – lo salutò confidenzialmente Lauren.

Brich era il diminutivo che Lauren gli aveva affibbiato quando lavoravano insieme nel dipartimento di Risk Management della J.F.Crombie.

Si conoscevano già da tempo, quando Gabriel l’aveva fatta assumere. Gabriel era stato il suo relatore per la tesi di laurea. Lauren era una studentessa brillante, e lui aveva intuito in lei un potenziale enorme. Per questo l’aveva assunta e non si era sbagliato: Lauren era una delle poche che gli teneva testa quando parlava di metodologie, quando faceva scorrere velocemente la sua mente su interi report di numeri e percentuali e ne traeva delle conclusioni. Lo aveva beccato in fallo tre o quattro volte in tre anni che lavoravano insieme, ma si era discretamente tirata indietro, riportando quei meriti a lui, Gabriel, il suo responsabile.

E oltre ad essere una donna molto intelligente, Lauren era una splendida “femmina”. Il suo viso era sempre luminoso e sorridente. In quell’ovale splendevano degli occhi di un verde intenso, o almeno così lui pensava. Gabriel era daltonico e quindi non riconosceva fino in fondo la bellezza del loro colore. Riusciva però a percepire il loro magnetismo e se ne era sempre sentito fortemente attratto, fin dai giorni dell’Università, quando si incontravano per discutere della tesi in un piccolo salottino dalle luci soffuse, affianco alla sala del Titolare di Economia.

Gabriel aveva sempre cercato di resistere al fascino discreto di Lauren, soprattutto perchè intuiva in lei qualcosa di pericoloso per lui. Sentiva che Lauren avrebbe potuto smontare, pezzo per pezzo, tutte le resistenze che Gabriel aveva posto contro il mondo, soprattutto quello femminile. Gabriel era ben abituato ad essere cercato dalle donne, perciò spesso non restava solo. Tuttavia si imponeva di vivere le storie sulla pelle più che nell’anima, nè gli interessava cercare qualcosa di diverso. Era stato sposato, aveva sofferto molto, nonostante tutto e per questo aveva deciso di chiudere con qualsiasi tipo di storia che rischiasse di portare nella sua vita anche solo un briciolo di dolore. Erano le donne che sceglievano lui, e questo lo autorizzava a sentirsi completamente irresponsabile verso di loro.

Con Lauren era tremendamente diverso. Lei era sempre sembrata volergli resistere e questo aveva scatenato in lui una sfida. Lauren lo trattava immancabilmente con una certa distanza che a lui infastidiva. Sembrava che il suo fascino non riuscisse a trapassarla, e questo rodeva l’orgoglio e l’autostima di Gabriel. Per evitare di starci male, alla fine si era convinto che quella donna non meritasse attenzioni più di tanto ed aveva iniziato ad accettarla come semplice collega. Nonostante tutto e soprattutto nonostante se stesso, spesso di notte si ritrovava a pensare a lei.

La loro storia era iniziata per caso, una sera, in ufficio, sei mesi prima. L’ennesimo Consiglio d’Amministrazione. Il fallimento di una piccola banca collocatrice dei loro fondi. La richiesta di analizzare il default e stimare i danni entro la mattina seguente. Questo il loro compito. E lo assolsero, brillantemente, solo che alla fine lei gli sorrise con una malizia insolita e lui abboccò al suo canto di sirena e si lasciò tentare da un bacio. Da allora avevano sempre fatto coppia fissa, pur mantenendo ciascuno la propria casa e la propria vita.
-         Mm, come sei pensieroso... – gli disse Lauren e gli si portò alle spalle, massaggiandogli il collo.

Gabriel portò la testa indietro e Lauren si abbassò appena verso di lui per baciarlo.
-         Meglio del Dow Jones... – rise Gabriel.
-         Cosa? – chiese curiosa Lauren.
-         Le tue montagne... mia cara...
-         Oh... non stiamo pensando al lavoro, allora... Eppure faresti meglio... Morgan mi ha detto di domani. Sei pronto?
-         No. Stavo guardando i mercati...
-         Togliti. Fammi vedere... lo sai che in analisi tecnica sono meglio di te...

Gabriel si alzò e andò alla finestra. Lauren si sedette e iniziò a guardare i grafici sul video, smanettando con tastiera e mouse per un po’. Ogni tanto Gabriel si voltava e la vedeva con la testa leggermente piegata verso destra e gli occhi incollati al video. Quella era la posizione in cui Lauren era solita pensare... oramai conosceva ogni piccola cosa di lei. Quando Lauren alzò gli occhi, lo vide sorridere.
-         Divertente?
-         Tu sì... sei così buffa quando sei concentrata... mia piccola John J. Murphy...
-         Sì, sì prendimi in giro...  – gli rispose Lauren e rifiondò la testa nel computer.

Dopo un po’ Gabriel la stuzzicò:
-         Scherzavo, dài... allora? Sei troppo silenziosa. Hai trovato qualcosa di interessante o stai girando per siti porno?
-         Eh? Sì, sì... qualcosa di interessante... Guarda qui, Brich... ho fatto varie medie mobili e tutte sono ascendenti. Solo una ha invertito il trend, pericolosamente.
-         Quale?
-         Quella a dieci giorni.
-         Che periodo copre il grafico?
-         Un anno circa... la media a dieci giorni sta per incrociare la media a cinquanta giorni.
-         Mm...
-         Anche altri indicatori segnalano l’inversione. Qui si va giù, Brich...
-         Sai che non credo molto all’analisi tecnica e soprattutto sono convinto che la crisi sia passeggera...
-         Vedremo chi avrà ragione... scommessa?
-         Ma se le perdi sempre con me le scommesse...

Lauren si alzò dalla scrivania e si portò verso Gabriel, sempre fermo davanti alla finestra. Gli si appoggiò con tutto il corpo e lo baciò con passione.
-         Che mi dici dei nostri fondi, Lauren?
-         Ti confermo che la forchetta con la media di categoria si sta ampliando.
-         Un fondo in particolare?
-         Tutti...
-         I report di rischio?
-         Karen ci sta lavorando. Entro un’ora mi dà i dati. Li controllo e te li porto.
-         Va bene... a dopo.
-         Mi stai cacciando? Va bene...Ciao...

Stava uscendo quando si voltò ancora verso Gabriel:
-         Ah! Ho sentito la tua amica oggi...
-         Non ho amiche...
-         Sì... Evelyn... Evelyn Porter...
-         Ah... quella lì... e perchè?
-         Vuole venire a farci la presentazione di un prodotto per il backtesting.
-         E che le hai detto?
-         Che verificavo se eri disponibile...
-         Io? Che c’entro? Vedila tu, io non ne ho voglia...
-         Ha chiesto di te... comunque va bene, le dirò che non ci sei... Sicuro?
-         Sicuro...

Lauren uscì guardando Gabriel con sospetto.

Con lei si dissolse quel buon profumo di vaniglia e arancia che sempre la circondava. Gabriel fu distolto da un veloce e istintivo moto dentro i pantaloni, ma non seppe dire se fosse dovuto all’intenso profumo di Lauren o al ricordo appena affiorato alla sua mente dell’ultima notte con Evelyn.

Il numero di telefono dell’amministratore delegato della Capogruppo appena apparso sul Display riportò Gabriel immediatamente alla realtà.

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