Sabato 31 Dicembre
2010
Era Capodanno là fuori. Dal
grande finestrone dell’ospedale si potevano vedere i fuochi che dai balconi si
libravano alti nel cielo.
«
Adoro i fuochi, sai Milla? »
Milla cercò sua madre con lo
sguardo.
«
Quando ero piccola, dai nonni, uscivamo sul
balcone e il nonno suonava una campana enorme. Non so mica dove l’aveva presa,
sai? Ci dava, per ciascun nipote, una stella filante. Ne avevamo tre a testa,
non di più e se la sprecavamo! Beh, fattacci nostri... così diceva “fattacci
vostri”. E c’erano un sacco di dolci, il panettone, il pandoro, gli struffoli e
le cartellate... Non te le ho mai fatte, vero?, le cartellate? Quando esci di
qui te le faccio... sì, lo so... ci vorrà tempo perchè tu riesca a mangiare di
nuovo... ma io non mi stanco, piccola... io sono qui ad aspettarti... »
Lo sguardo la portò su nel cielo.
«
Guarda che bella notte. Fa freddissimo lì fuori
sai? Quando sono venuta non riuscivo a guidare nemmeno con i guanti... eh sì
che ne ho comprati un paio con la pelliccia dentro... sai che muoio di
freddo... sempre... Qui invece si sta bene, non trovi? E c’è uno spettacolo
mica male... poltrona in prima fila... Pensa che da qualche parte c’è la stella
di Peter Pan... già! Sulla terra di Peter Pan ce ne sono a bizzeffe.. ne
incontri uno ad ogni angolo... ma quello vero è lassù... ricordi? Come faceva
la canzone? Ti ricordi che la cantavamo insieme... “Seconda stella a destra, questo è il cammino,
e poi dritto fino al mattino...”. Il problema sono le fate... quelle non
esistono, invece... nemmeno sulle stelle... »
Lo sguardo tornò su Milla. Gli
occhi erano stranamente presenti. Avevano qualcosa di strano, vivo in essi. E
sotto il lenzuolo il mucchietto di ossa della mano scricchiolò. Si avvicinò a
lei:
«
Cosa c’è piccola... Ti prego... qualunque
cosa... dimmi... »
La voce uscì flebile. Era poco
più di un soffio ed il sorriso era solo pelle raggrinzita intorno ad una fila
di denti che stavano marcendo. Ma fu un soffio di vita ed il più bel sorriso
che potesse venire da quell’esserino ridotto a pochi chili di calcio.
«
Mamma... io... credo... alle... fate! »
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