Mi ritrovai improvvisamente sola in quell'anonima e disarmante stanza d'ospedale, dalla porta socchiusa penetrava quel forte odore di etere, tipico dei luoghi di dolore dove la sofferenza impera sopra ogni cosa, un odore pungente, da me sempre temuto e che, come suggerivano i ricordi della mia memoria, mi rendeva inerme, paralizzata.
Cercavo disperatamente un segno, un particolare che potesse riavvicinarmi alla realtà, perchè ormai temevo di non essere più in grado di capire cosa fosse vero e cosa no in tutta questa storia.
Mi ritrovai a scandagliare ogni particolare di quella stanza come se i miei occhi avessero percepito un particolare importante ma senza averlo potuto fissare nella mente.
Potevo vedere un comodino, una finestra, una sedia, delle deprimentissime pareti color beige, un vaso di fiori con bigliettino e... Fiori? Bigliettino? Ecco l'elemento che non ero riuscita a fissare, i fiori!
Cercai disperatamente di allungare la mia mano verso quelle magnifiche rose bianche, da sempre i miei fiori preferiti, per poter afferrare il biglietto che vi si trovava di fronte, ma ero debole, le mie mani tremavano dallo sforzo e dopo pochi minuti, che a me parvero secoli, riuscii ad afferrare il biglietto.
Lo aprii e lessi: " Fidati, è stato molto meglio che tu non sia partita, un giorno mi ringrazierai. Cerca di custodire gelosamete ciò che ti lasciai il giorno del nostro incontro senza che tu te ne rendessi conto, controlla bene nel posto dove conservi " il mondo " e troverai la risposta! Sappi che io, per quanto mi è possibile, cerco di farti da angelo custode,cercando di proteggerti. Vedrai riuscirò a sistemare anche il resto, per il momento non posso dirti di più. Un amico ".
" E chi sarà mai questo amico! " pensò Roxen, ormai più confusa che mai!
"E cosa mi lasciò il giorno che ci incontrammo...ma con chi mi incontrai? Conosco un milione di persone e nelle ultime settimane tra feste, meeting di lavoro e quant'altro neanche mi ricordo tutte le persone con cui ho parlato. E poi cosa mi ha lasciato? E dove?
Nel posto dove conservo il mondo? A me questo sembra uno scherzo e anche di cattivo gusto!"
In quel momento entrò un'infermiera che la distolse dai suoi pensieri.
Finalmente l'effetto dei sedativi le sembrò svanito e con la bocca un pò impastata si rivolse all'infermiera:
" Le dispiace se approffitto della sua cortesia e le chiedo se gentilmente potrebbe passarmi la borsa che si trova nell'armadio? Sa com'e', un pò di trucco non guasta mai, devo avere una faccia tremenda dopo quello che ho passato nelle ultime ore!"
l'infermiera si prestò benevolmente ad accontentare la paziente nella sua richiesta e le passò con gentilezza la borsa.
" Fondo tinta, un pò di fard, pennello e dove diamine ho messo il mio rossetto!"
Dopo qualche minuto passato a rovistare in quella borsa equiparabile per contenuto solo ai pantaloncini di Eta Beta, Roxen esclamò: Ah finalmente! eccoti quì!".
Non passò molto tempo prima che Roxen si accorse che quel rossetto non fosse il suo: " Ma che diavolo! Ma di chi è questo rossetto? come ci è finito nella mia borsa'?"
Provò ad aprirlo per verificarne il colore, ma si rese immediatamente conto di essere di fronte ad un oggetto completamente diverso da un rossetto. " Ma che ca... è questo? "
Poche strade più il la, nel cuore pulsante di Milano, Luca nel suo magnifico appartamento, era ancora al telefono con lo sconosciuto: " Devo darti cosa? Di che diavolo stiamo parlando e sopratutto con chi cazzo sto parlando?"
Di sottofondo si poteva udire un'edizione straordinaria del telegiornale dove si annunciava la vittoria di Pisapia come nuovo sindaco di Milano.
In quel preciso istante Luca ebbe un terribile sospetto, ebbe la precisa sensazione che la persona che stava parlando con lui al telefono lo stesse facendo proprio da casa sua, poteva sentire nitidamente lo stesso sottofondo del telegiornare amplificato nel telefono.
I suoi occhi si spalancarono terrorizzati, per un momento rimase immobile, pietrificato, il suo sguardo si posò sullo specchio del corridoio dove vide riflessa l'immagine di un uomo mentre stava sgattaiolando verso la porta, rimasta probabilmente aperta dopo l'uscita di Ester.
Il cervello di Luca iniziò a elaborare l'immagine percepita nello specchio..." non può essere..." eppure si, era proprio lui...
Terselli...Stefano Terselli.
Successivamente gli bastarono pochi minuti per capire che il passaporto di Roxen Burlington era sparito insieme all'ombra riflessa nello specchio.
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