Primo Capitolo
Eva era seduta con le spalle alla sua scrivania, al quarantesimo piano di uno dei grattacieli di Manhattan. Guardava lo spettacolo di New York sotto le stelle in una delle più splendide serate che la natura potesse offrire.
Si dondolava sulla sedia a cinque razze, avanti ed indietro, come se fosse su un’altalena. Si dondolava ed ogni volta che andava in avanti fremeva per le vertigini, davanti al vuoto totale che si apriva sotto di lei.
Il suo sorriso era un ghigno. Aveva ottenuto quasi tutto dalla vita. Se lo era preso, arraffato, spingendo con le unghie dentro la carne dei suoi rivali, mordendo con i denti fino ad affondarli oltre la pelle degli avversari. Ora era in una posizione dalla quale poteva difficilmente essere spiazzata. Socia di uno dei più famosi studi legali di New York, con un incarico prestigioso presso la School of Law della Grande Mela e collaboratrice di varie associazioni studentesche, che ne facevano un’indiscussa autorità in materia di legislazione al femminile.
Quanto le era costato tutto questo lo sapeva soltanto lei. Ma soprattutto era impagabile l’aver raggiunto tutto questo a dispetto dei suoi insegnanti, a dispetto dei suoi familiari, a dispetto degli amici, che in lei vedevano solo una ragazza brutta e cicciona, che non aveva diritto né di esistere né di aspirare a qualcosa nella vita.
Quella vista sulla città più importante degli States la ripagava delle sofferenze, delle umiliazioni, del dolore che aveva provato da giovane. Ricordava quando guardava New York dalla collina dove abitava, seduta nel suo giardino, su una altalena che poteva ospitare soltanto lei e sulla quale nessuno osava sedersi, se c’era lei. Fin da bambina si era sentita isolata dal mondo, quando le compagne di scuola le sussurravano che “puzzava” e quindi non poteva fare parte del loro piccolo comitato di giochi. Da ragazza, nessuno la invitava ad uscire, o ad andare ad una festa. Nessuno si fermava nemmeno a parlare con lei. Perfino Tom, per il quale il cuore le pulsava forte, la trattava come tutti, scansandola, ridendo di lei appena poteva.
Eppure nulla l’aveva fermata. Era andata avanti, aveva studiato, non aveva avuto nessuno scrupolo verso gli altri. Si era presa quello che le spettava ed ora poteva essere orgogliosa di sé. Se non fosse per un piccolo desiderio.
Il giornale era aperto sulla scrivania. La pubblicità mostrava il primo libro di Tom Crawford, quello che aveva raccolto il consenso di pubblico e critica ed aveva sfondato ogni classifica esistente. Sulla copertina aveva riconosciuto il volto di Kelly, la piccola smorfiosa Kelly. Se la ricordava ancora quando alle medie l’aveva palpeggiata tutta chiedendole se fosse omosessuale… «così, giusto perché non ti vedo mai con degli uomini… non si mai!» Se ne era andata ridendo e appena svoltato l’angolo aveva preso Tom sottobraccio e tutti e due le avevano fatto la linguaccia, scappando poi via.
Avrebbe comprato il libro. Lo avrebbe letto e poi gliela avrebbe fatta pagare. Sì, avrebbe trovato il modo di vendicarsi con Tom e con quella puttanella di Kelly.
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