La signorina Smith,come tutti ormai la chiamavano, rimase particolarmente colpita da quel tramonto che si stagliava nel cielo proprio di fronte a lei, tutte le sfumature dell’arancio si erano trasformate in un’immensa pianura infuocata che evocava in lei ricordi lontani.
La signorina Smith era contenta, quel fuori programma l’aveva resa euforica, non voleva perdersi nemmeno un secondo dell’inaspettato spettacolo che le veniva offerto, prese così una vecchia sedia di legno nell’enorme e triste salone di quel posto terribile in cui era rinchiusa e la posizionò di fronte alla finestra, sorridendo.
Kate guardava il suo vestito nuovo, comprato appositamente per quell’occasione. Poteva sentire la morbida stoffa di satin rosa avvolgerla dolcemente, un’alta fascia la stringeva sotto il seno per poi intrecciarsi sulla sua schiena formando un grosso fiocco. L’ampia scollatura lasciava intuire le forme del suo seno mentre la sua giovane pelle scura risaltava sotto il tenue colore di quell’abito.
Si scoprì emozionata, poteva sentire il chiacchierio degli invitati penetrare dalla porta, il cuore le batteva all’impazzata ma si fece coraggio, prese dalla sedia lo scialle di seta bianca, lo appoggiò sulle spalle, fece un profondo respiro e finalmente si decise a uscire dalla sua stanza per partecipare alla festa che i suoi genitori le avevano organizzato per il suo diciottesimo compleanno.
La sua bellezza eterea ammutolì gli invitati nel vederla.
Kate passò in mezzo a loro facendo con il capo un lieve cenno di saluto, le sue labbra erano pervase da un dolce sorriso ma i suoi occhi guardavano oltre, si erano posati su quel rosso tramonto che poteva scorgere al di là del giardino.
Si, il giardino, luogo da lei adorato e rifugio preferito dei suoi momenti migliori, amava pensare sotto l’ombra del grande albero dove ancora la sua preziosa altalena evocava ricordi di un’infanzia felice, si sentiva al sicuro sotto le sue folte fronde e protetta dai suoi forti rami.
Sapeva che avrebbe dovuto sforzarsi di essere gentile con le persone che così carinamente avevano partecipato numerose alla sua festa, ma il solo pensiero di dover intrattenersi con loro la rendeva nervosa, in fondo nessuno di loro le apparteneva, nessuno di loro poteva capire il suo vero essere e nessuno di loro accettava la sua malattia invisibile.
Attratta dalla pianura infuocata che illuminava il cielo e che tingeva di rosso il suo adorato albero, si diresse all’esterno.
Mentre attraversava il giardino percepì una presenza, ma forse era solo la sua immaginazione.
Avvicinandosi al suo albero si rese conto con stupore di vedere un’ombra, poi più nitidamente un ragazzo.
Era seduto sotto il grande albero, abbracciato alle gambe e aggrappato alla notte, sembrava come lei alla ricerca di quiete, di silenzio, di colori, di emozioni che solo ascoltando la natura si potevano trovare.
Il ragazzo alzò lo sguardo verso di lei e timidamente le sorrise.
La Signorina Smith con le lacrime in gola, rise timidamente piegando la testa di lato, mentre i ricordi continuavano a fluitare trasportati dalla corrente della memoria.
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