Una stanza in penombra,
corpi silenziosi lottano disperatamente,
cercano attraverso la respirazione di allontanarsi dagli avvenimenti della quotidianità
di rilassare i loro corpi stanchi
orientando le loro menti alle immagini interiori.
Condotti da una voce fuori campo stiamo per cominciare il nostro viaggio nell’immaginario.
Un sentiero di fumo colorato mi accompagna all’ingresso del bosco dove mi attende un lungo percorso per arrivare ad una meta per ora sconosciuta…
Sento lo scalpiccio delle foglie sotto i miei piedi nudi, mille colori mi circondano, solo l’autunno e’ così generoso nel donarci sfumature della natura degne di una tavolozza utilizzata per lunghi anni.
Mentre i miei occhi affamati si nutrono di questo spettacoloso miracolo,
le mie narici vengono pervase da un profumo intenso,
un manto di aghi di pino, resina e terra, inumidito dalla rugiada mattutina ha saputo così sapientemente miscelarne i suoi profumi per poi sprigionare un aroma profondamente sensuale e intenso, che mi avvolge, mi protegge, mi rende invincibile, mi ricorda il suo odore, il suo essere forte ed il suo essere così saggiamente equilibrato.
La voce fuori campo ci introduce ad una nuova immagine…
Posso percepire una forte sensazione di calore, un’emozione che per un istante mi fa mancare il fiato, non riesco a capire a cosa sia dovuta, mi guardo intorno, la luce sta calando, apparentemente tutto e’ immobile, immutato,
solo strizzando gli occhi e cercando oltre il sentiero intravedo una debole luce, pare quasi il fioco chiarore di una candela e così come un fantasma mi dirigo verso di essa.
Ora posso percepire dal contorno che intravedo controluce, la sagoma di un castello, il suo portone aperto mi sta aspettando.
Dentro di me la Regina di Cuori si fa spazio ed e’ ben lieta di attraversare quella soglia sapendo che ci sarebbe stato lui ad aspettarmi in quella sontuosa dimora.
Presto mi rendo conto che il mio percorso non e’ destinato ad arrivare a lui.
La voce fuori campo ci invita una volta entrati nel castello ad oltrepassare la porta posta di fronte a noi…dove troveremo la stanza della nostra infanzia…
Mi avvicino alla porta che si trova di fronte a me,
sono un po’ titubante, non so se ho voglia di entrarci,
avrei forse preferito incontrare il Vecchio Cantore e perdermi in una delle storie che solo lui sa così magistralmente raccontare.
Capisco di dover continuare il mio percorso,
apro con circospezione la porta, vi entro.
Pensavo di trovare una camera piena di colore, piena di giochi, di ricordi…ma… quasi senza stupore,
non vedo nulla, e’ vuota, silenziosa e buia, le mie emozioni si sono congelate, non riesco a vedere niente, ne un gioco amato, ne il ricordo di un sorriso…nulla.
Una calda lacrima solca il mio viso, un’altra e poi un’altra ancora.
La voce narrante ci porta fuori dal castello e ci fa imboccare nuovamente il sentiero nel bosco…
Ripercorro il sentiero a ritroso, per un istante mi giro verso il castello, la fievole luce che per un momento mi aveva fatto sperare di incontrarti, ora non c’e’ più, solo il buio avvolge la regale dimora ed io con il cuore muto mi accingo a continuare il mio cammino.
Nonostante le tenebre abbiano inghiottito tutto ciò che mi circonda, un raggio di luna riesce a penetrare nelle folte chiome di questi alberi secolari, riuscendo ad illuminare il sentiero.
Cammino per lunghi momenti finche’ un rumore lontano attira la mia attenzione.
Mi avvicino sempre più alla fonte sonora e mi rendo conto di poter udire, ora, distintamente il rumoreggiare di una cascata.
Questa vibrazione mi colpisce profondamente ne sono fatalmente attratta, mi rendo conto che questa melodia allevia la mia anima, quindi decido di fermarmi e mi siedo su di un grande sasso a contemplare l’acqua che precipita senza sosta formando come un lago, proprio lì, dove i miei nudi piedi stanno sostando.
Istintivamente allungo un piede verso l’acqua, immagino che sia gelata, quindi lo faccio con prudenza.
Con sommo stupore ne percepisco il tepore.
Senza indugio mi privo della mia candida veste bianca e mi immergo dolcemente.
Sono lieta di sentire l’acqua accarezzare il mio corpo nudo e insinuarsi in ogni possibile pertugio del mio corpo e della mia anima,
e’ come tornare alle origini del tempo e’ come se tutto il dolore fosse stato cancellato nel preciso istante in cui mi sono immersa.
Un radioso sorriso compare sul mio volto e finalmente serena mi lascio cullare dalle tranquille acque di questo tiepido lago.
La voce fuori campo ci riporta alla realtà.
Il buio viene interrotto dalla luce.
Il percorso di tecniche di rilassamento si e’ così concluso…
…ma il sorriso e’rimasto lì, immobile sul mio volto, per farmi ricordare.
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