Ieri ero a Milano con un’amica.
Il ponte organizzato settimane fa….una giornata tutta per noi...per chiacchierare e fare shopping.
Ci eravamo preparate per una giornata di pioggia, date le giornate precedenti,ombrelli e stivali di gomma e l’impermeabile….e invece….
La tipica giornata primaverile: un bel sole caldo, il cielo terso, molta gente riversata nelle strade, nei negozi, tra i tavolini dei caffè all’aperto.
Una presenza all’interno del Duomo….non me lo ricordavo così bello, imponente…buio ed austero, così freddo….
Davanti ad un’immagine della Madonna…….più file di candele accese e qualche panchina di legno…qualche persona raccolta in preghiera….e a me pareva di rovinare quell’atmosfera con il solo rumore delle scarpe…sì…ero di troppo…così sussurro ad Elena – fai con calma, ti aspetto fuori.
Una volta uscita mi sono seduta sui gradini davanti al sagrato e mentre aspettavo Elena, ho osservato…..la gente, il movimento, l’energia….sentendo il calore del sole, finalmente, sul viso.
Elena è uscita qualche minuto dopo…con gli occhi rossi: aveva pianto …ma non avrei potuto aspettarmi nulla di diverso…
Così l’ho abbracciata e, senza parlare, ci siamo incamminate senza una meta precisa….
Abbiamo camminato per ore, così senza dirsi nulla
Ho alzato spesso gli occhi…oltre la strada, oltre il grigio verticale, fino a scorgere giardini pensili, piccole mansarde,e ancora su…fino all’azzurro del cielo diventato rettangolare e racchiuso tra due edifici….per poi…scendere nuovamente al grigio, a qualche piano dopo…..finestre con tende finemente lavorate…e ancora più giù…..fino a terra…dove lo sguardo cade, immancabilmente, al barbone che chiede l’elemosina, al ragazzo di colore che ti propone il libro del tal Tizio…alle ragazzine che fanno volantinaggio di….varie ed eventuali.
Elena voleva comprare qualcosa …un vestito, una t-shirt….qualcosa…
E siamo entrate in diversi negozi, nei grandi magazzini….ma dopo qualche minuto…non riuscivo a sopportare l’aria “obbligata”….mi mancava l’ossigeno….dovevo uscire.
-Scusa Elena, ma non riesco a restare dentro….-
-sì – risponde lei dopo la mia quarta fuga dal negozio di turno – lo capisco….anch’io non riesco più a starci ….. dentro….Emanuele ha deciso di lasciarmi….-
- cosaaaaaaaaaaaa? – rispondo io
- sì…beh…-
E inizia a raccontarmi quello che è accaduto negli ultimi sei mesi….nei mesi nei quali non ci siamo viste per impegni di entrambe e, soprattutto, per una litigata assurda avuta, appunto, sei mesi prima….
E parlando…passano i minuti, passano le ore…arriva l’ora di pranzo e ci troviamo a fare la coda per comperare i panzerotti di ….
La gente …. la sentiamo fisicamente vicina a noi, la vediamo e loro vedono e ascoltano noi….ma noi non sentiamo niente altro che non le nostre due voci…che raccontano…che consigliano….e, ogni tanto, un abbraccio consolatore….
La gente pensa che…..ma a noi non interessa….siamo amiche, parliamo, ci raccontiamo, viviamo e…sì…piangiamo.
Mi viene in mente una canzone che cantava la Carrà “sai quanto me ne importa, che me ne importa a me….per una che va storta una dritta c’è”
La canto ad Elena e lei…piange e ride insieme…e poi la canta….sembriamo due ubriache…ma a noi che importa? Piangiamo per un dolore che non è più solo di Elena ma che è diventato anche mio…
-che è successo in Duomo?- chiedo..sapendo che, conoscendola, potrebbe rispondermi…”non sono affari tuoi”
- ho pianto…ho acceso una candela, anzi due…una per i miei e una per me…e ho pianto…io non ci credo molto, insomma non sono proprio un’esperta in materia….ma ho chiesto a qualcuno, lassù, sì, beh..ho chiesto ..se hanno tempo…di mandarmi un messaggio….su cosa devo fare ora….insomma che ne sarà della mia vita adesso….-
Non so che risponderle…ma non voglio dirle le solite frasi banali, scontate….penso che le abbia già sentite da altri…scelgo il silenzio…e un abbraccio, se sono fortunata…capirà ciò che le voglio dire senza…senza dire….
-grazie per l’abbraccio…e grazie anche per non aver detto le solite frasi di circostanza….- mi dice dopo un po’.
- già….- le rispondo mentre penso di essere una persona fortunata….o, forse, lo siamo tutte e due.
Non sono un’esperta in materia, ma penso che, forse, le risposte che chiediamo a quelli che stanno lassù ci arrivano proprio tramite quelli che stanno quaggiù…
Un cappello pieno di ciliege, di Oriana Fallaci
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Avevo iniziato a leggere questo libro molti anni fa e non ero riuscita a
superare le prime dieci pagine. Adesso, forse complice un’età più avanzata
e un...
3 mesi fa
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