venerdì 4 marzo 2011

Corrispondenze - Cap. 4

Cap. 4
-non ne vuoi parlare eh?- chiese Elen ad Alexander - beh…ti capisco ma, credimi, puoi fidarti di me….so tenere un segreto-
- scusa ma di quale segreto parli?-
- no è solo che ti ho osservato per tutto il giorno,  da quando siamo salite, e,non so, forse è solo una mia impressione, ma quando scrivi su quel quadernetto…è come se prendesse forma e corpo un’altra persona…come se stessi vivendo delle emozioni che non sono proprio le tue-
Alexander si stava chiedendo se non fosse il caso di iniziare a fingere una stanchezza che non aveva…che ne so, sbadigliare …. in modo da evitare la conversazione….ma poi era proprio quello che desiderava? In fondo Elen stava solo cercando di fare un po’ di conversazione….all’una di notte…nel vagone letto di un treno diretto in Austria….
- no…scusa…lascia stare…notte-
Elen riconobbe la più breve conversazione di tutta la sua vita….con velocità felina si rimise sotto le coperte, alzandole fino a nasconderci dentro il viso e si maledisse: cavolo…penserà che ci volevo provare…
Che fosse stato scortese Alexander se lo riconobbe…ma che cosa avrebbe pensato lei di tutta questa storia? Lo avrebbe etichettato come tutte le altre : lo sfigato con la passione per la scrittura….poteva davvero fidarsi di lei? Avrebbe saputo davvero custodire il suo segreto?
 -Elen- bisbigliò Alexander per non disturbare il sonno di Deborah
Elen rispose un sottilissimo -siiii- da sotto la coltre delle coperte
- scusa…non vorrei averti dato l’impressione di essere maleducato…ma….-
Conversazione in arrivo, pensò subito lei…uscendo pian piano dal suo rifugio di cotone e lana come un cucciolo che esce dalla cuccia bramoso di latte ma timoroso….i capelli un po’ scompigliati le nascondevano parte del viso e lei se li sistemò alla meglio che poteva, facendosi una coda bassa con un elastico di spugna, color arcobaleno, che teneva al polso.
Appena i loro sguardi si incrociarono, entrambi abbozzarono un sorriso e lui….sentì che si poteva fidare.
Alexander fece cenno di poter condividere la sua parte di letto e lei, col suo pigiama blu scuro, vi si  appallottolò senza alcun indugio.
- dicevi??-
Accidenti, pensò Alexander, questa vuole proprio conversare…
- ci sono storie che mi coinvolgono, mi catturano, mi portano altrove…e quando scrivo non capisco mai dove finisco io e dove iniziano loro, i personaggi…e spesso le loro paure sono anche le mie e le mie diventano le loro…e questo…..ti sembro….-
-non finisci tu e non iniziano loro….loro sono parte di te, prendono vita da te, e nascendo da te….loro sono le tue paure, le tue gioie, i tuoi dolori…..insomma loro sono te e tu sei in loro…mi sembri…normale…..ma ora sei ad un punto morto, dicevi, giusto?-
- sì, sento che qualcosa mi sfugge-
- beh..dovrei conoscere la storia per poterti suggerire qualcosa-
- no, non….-
- non sei ancora pronto a condividerla, è ancora troppo tua. Sai capita anche a me….
- scrivi…-
- no no….non ne sono assolutamente capace e, giuro, ti invidio infinitamente per questo….no, io ….dipingo..o almeno cerco…ma quando butto la tempera sulla tela….è come se ci mettessi una parte della mia anima…una parte di quella tempera sono io…poi il pennello traccia, racconta, finisce, è la mia mano che traccia,dipinge, disegna…una parte di me che continua fuori da me. Sai è curioso ma tutti i quadri che ho dipinto…non …non ne ho mai regalato, venduto, donato nessuno-
-beh forse ci sei affezionata-
-no….è che quei quadri sono me e io sono in loro…e staccarmene sarebbe come vivere senza un braccio o una gamba o un occhio….insomma tutto quello che ho dipinto fino ad ora  è tutto quello che non sono riuscita a dire con le parole…che mi spaventa dire con le parole…..-
- ti spaventano i tuoi quadri?-
- beh…no, non tutti…qualcuno…senti lo so che è l’una di notte e che non mi conosci nemmeno, ma ti sei fidato di me e io voglio fidarmi di te….ti va di…..di vedere il mio ultimo bozzetto…così …tanto per vedere che cosa dipingo …senza nessun impegno…puoi anche dirmi che non ti piace…-
- sì, volentieri- risposi per cortesia…non ero un grande appassionato di pittura, in realtà ne capivo ben poco, ma mi spiaceva davvero essere scortese e dirglielo proprio in piena faccia…alla fine si trattava solo di un bozzetto, giusto?
Elen con l’eleganza e la leggerezza di un gatto cercò, senza fare alcun rumore, nel suo borsone e ne tirò fuori una cartelletta verde oliva…..
- l’ho disegnato qualche notte fa..sì…beh…mi piace dipingere anche di notte…sai com’è…noi “artisti da quattro soldi”…..che ne pensi?-
Alexander prese il bozzetto e rimase immobile…deglutì diverse volte, guardò Elen, incapace di proferire parola. Il bozzetto ritraeva il volto di una bambina di, all’incirca, otto anni: era lei….su quel foglio il suo viso…il viso di Emma.



(segue)

3 commenti:

  1. Brava Kara... Devo dire che il finale di questa parte e' del tutto inaspettato: chissa' come si evolvera' la storia!

    RispondiElimina
  2. Anche rileggendolo adesso, nuovamente un brivido!
    Brava!

    RispondiElimina
  3. brava Kara! posso dire che ho rivissuto una parte del viaggio! (sono la mamma di XyoaiaoyX...) Bello il finale

    RispondiElimina