martedì 5 ottobre 2010

Senza lancette - Capitolo 1

Vivevamo in una fattoria poco lontano dal villaggio di Sherma....dividevamo la casa con mio nonno, Sebastian, la nonna, Kleira, la mamma, Asire, il babbo, Ashluk ed io, Sebastian Ashluk. Mio padre era un contadino, lo era mio nonno e il padre di mio nonno, ed il padre del padre di mio nonno....e sei figlio di un contadino....prima o poi finisci per fare il contadino anche tu.
Da bambino passavo i pomeriggi nei campi, vicino a mio nonno e ascoltavo le sue storie fantastiche sulle stagioni, sulla semina, il raccolto, la vigna, gli animali della fattoria...storie normali che lui sapeva rendere speciali, accattivanti, sorprendenti, strane, le corollava di mostri, draghi, principesse, astronavi, cavalieri...insomma era un misto di storia e fantasia...e se non stavi ben attento ti confondeva e non distinguevi più l'una dall'altra.
Chissà perchè ho sempre pensato che mio nonno non....non fosse reale....sì, insomma, a volte raccontava di un passato, non sempre il suo...non proprio il suo.
Al villaggio lo definivano "matto"....e mia nonna diceva che benchè buono, era un pò "andato di testa"....quando a lui chiedevo:- ma nonno, si che cosa mi ha detto il droghiere??:- lui abbassava la testa, ridacchiava e rispondeva :- eh, caro mio, c'è qualcuno che sa, che ne sa sempre di più, e qualcuno che è convinto di sapere e ...la differenza...è...la differenza è tutto:- e poi iniziava o continuava la sua storia perchè il giudizio degli altri, a suo dire, beh...era degli altri e non suo!!!
Per me era un insegnante con i fiocchi: conosceva geografia, storia, matematica, italiano...e mio nonno non era mai andato a scuola ...raccontava di formule chimiche, di leggi della fisica...e non era mai andato a scuola...a dirla tutta, non lo avevo mai visto leggere o scrivere, guardare la tv, sfogliare un giornale....e, per me, continuava ad essere un contadino solo in apparenza...
Di soldi in casa non ne ho mai visti tanti...anzi non ne ho mai visti proprio: i vestiti che indossavo erano quelli dismessi del babbo che, con premura, mamma adattava alle mie di misure...e i libri su cui studiavo erano di seconda mano.
In occasione del mio decimo compleanno, non so come, arrivarono pochi, ma nuovi regali: mamma mi regalò un paio di pantaloni, il babbo il romanzo dei "Tre moschettieri" e la nonna mi fece la mia torta preferita, il nonno....
Una settimana dopo, di ritorno dalla scuola, il nonno mi chiamò e mi disse che mi doveva il regalo di compleanno. Gli risposo che non era necessario e che, comunque, il compleanno era già passato...lui non volle sentire ragioni e mi rispose:- se vuoi imparare non devi parlare, ma ascoltare....non ti ho comperato qualcosa di nuovo, non ti serve il "nuovo"...voglio donarti qualcosa di vecchio, qualcosa che ti farà pensare a me, sempre...:-
Quindi andammo sotto al ciliegio in campagna e il nonno iniziò a scavare con le mani fino a raggiungere una piccola scatola di legno bianco, finemente intarsiato con strani disegni geometrici. Il nonno si sedette appoggiando la schiena al tronco del ciliegio e si guardò intorno con aria furtiva per sincerarsi che non ci fosse nessuno nei paraggi...accarezò con delicatezza la scatola e dalla tasca dei pantaloni, tirò fuori una piccola chiave dorata. Aprì la scatola e ne estrasse una specie di orologio da taschino vecchio e malconcio..dalla forma alquanto strana e, soprattutto, senza lancette nè numeri.
:- funziona a meraviglia:- disse il nonno quasi a volermi rassicurare del gioiello che mi stava donando
:- nonno ma mancano le lancette e i numeri:-
Non era un comune orologio, me ne accorsi immediatamente, e non svolgeva le solite funzioni dell'orologio :- è un orologio senza tempo, per questo non ha lancette nè numeri...ma ti può portare ovunque tu voglia...indietro ed avanti nel tempo...perchè per chi vuole conoscere..il tempo non esiste.

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