16.20 e ancora nessuno traccia di AlbaAutunnale. Ormai era chiaro che non potevo essere appetibile per nessuno, nemmeno per chi sembrava interessato. Ma cosa avevo che non andava? Tutti i miei amici mi avevano catalogato come simpatico e affabile, sebbene un po’ timido. Le mie amiche, quando si presentava l’occasione, mi chiedevano come mai non avesse ancora una ragazza, nonostante fossi un uomo d’oro, come se mi dicessero “Qualunque donna ti vorrebbe, ma io no”.
E questo, naturalmente, non favoriva il mio buonumore.
Ora ero seduto su una panchina di un parco, aspettando quello che poteva benissimo essere un bidone o, peggio, uno scherzo di pessimo gusto. Si sa, non c’è limite al peggio e di gente in vena di tiri mancini se ne trova sempre. La mente di Dodi iniziò a spaziare le più improbabili delle eventualità: arrivò persino a pensare che si sarebbe trovato davanti uno/una di quei brasiliani dal sesso incerto che gli avrebbe comunicato la tariffa per un ora o per tutta la sera. Naturalmente, sapeva che non poteva essere così, ma ci pensò lo stesso.
16.22. Mi alzai dalla panchina.
“16.23… Lo sapevo che avrei fatto tardi. Maledetta la mia indecisione!”. Questo pensavo mentre camminavo velocemente lungo la strada. Perché non avevo seguito il mio istinto ed non ero già nel parco?
Probabilmente per paura. Paura di un rifiuto. Rifiuto che, ora, mi avrebbe distrutto il morale, portandolo al minimo storico. Fortunatamente, questo Uomo Lieto sembrava abbastanza interessato a me, ma non potevo essere certa se non incontrandolo di persona e anche in questa situazione avevo ancora timore.
Arrivai al luogo che avevamo concordato, ma sulla panchina non c’era nessuno. Guardai a destra e a sinistra, ma non vidi altre panchine, perciò non potevo sbagliarmi. Non ci potevo credere… L’unica opportunità che avevo l’avevo bruciata per la mia stupida indecisione. Sbattei a terra la borsetta.
-Dannazione!-
Sentii un urlo di rabbia, poco lontano da dove ero seduto fino a poco prima. Sembrava di donna, perciò tornai sui miei passi. “Che sia… Nah, non può essere…”.
Arrivavi alla panchina e vidi una donna china per terra, intenta a raccogliere alcuni oggetti. Mi avvicinai per vedere cosa era successo e notai che stava singhiozzando. Temendo che fosse successo qualcosa di brutto, mi misi accanto a lei e mi abbassai anch’io –Serve una mano?-
Sentii una voce maschile che mi chiedeva se avessi bisogno di aiuto. Mi girai lentamente e vidi un uomo sulla cinquantina, ma portati bene, che mi sorrideva e raccoglieva il mio rossetto. –Grazie.-
-Si figuri. Posso chiederle se sta bene?-
Mi alzai e presi il rossetto che mi porgeva prima di rispondere –Sì, va tutto bene. Sono solo una stupida, tutto qui-
-Non mi pare che se una bella donna fa cadere una borsetta, immediatamente viene catalogata come stupida…-
Mi misi a ridere per quella battuta –Beh, grazie signor…?-
-Mi chiami pure Dodi.- mi porse la mano
-Lara. Molto piacere.- gliela strinsi e notai, più per abitudine che per curiosità, che non aveva la fede. Che potesse essere un ripiego per la giornata? Lo vidi sorridere mentre mi chiedeva –Va tutto bene?-, probabilmente mi ero persa per i miei pensieri guardando i suoi occhi azzurri.
-Forse apparirò una sfacciata, ma…-
-Berrò volentieri un caffè con te. Dopotutto dovevo berlo con qualcuno ma a quanto pare non si è presentato…-
Colsi solo la prima parte della frase, quella in cui accettava il mio invito per il caffè. Che questa giornata potesse finire in modo positivo?
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