Epilogo
Quando Lara si riebbe dal mancamento, era sdraiata su un divanetto dell’area partenze internazionali. Sopra di lei vedeva Dodi che si dava da fare con una rivista trovata lì accanto, e le faceva aria con una espressione corrucciata che lo rendeva ancor più tenero. Quasi le scappò un sorriso, ma subito si ricompose, pensando a quello che era successo poco prima.
- Lara! Lara, stai bene?
La donna si alzò sui gomiti, scuotendo il capo come se volesse far fuggire la confusione dal suo cervello; poi guardò Dodi, e disse:
- Cosa è successo?
- Sei svenuta mentre ti parlavo di ieri sera, e di stamattina.
Lara si alzò con un po’ di fatica, aiutata dall’uomo.
- Cosa è successo stanotte, intendevo...
- Vieni, sediamoci un attimo a quel bar laggiù. Vuoi qualcosa di caldo, o di fresco?
- Un bicchier d’acqua potrebbe aiutare…
Si sedettero, e Lara osservò Dodi mentre si prendeva cura di lei. Era preoccupato, era molto tenero così preoccupato. La donna scacciò ancora una volta quel pensiero, e sorseggiò un po’ d’acqua dal bicchiere che lui le porgeva.
- Dodi: voglio sapere cosa è successo.
- Io… non lo so. Io so quello che è successo a me, ma dopo aver sentito prima quello che mi hai detto, sono molto confuso.
- Ieri sera, mentre eravamo giù nella milongha, tu mi hai fatto ballare un tango, il più bel tango della mia vita… E poi?
- Anche per me, Lara, è stato il più emozionante ballo della vita. Ti sentivo parte di me, appassionata e… innamorata? Sì, innamorata.
- Cosa ne puoi sapere tu del mio amore?
- Io non so quasi nulla di te, ma ieri sera la donna che ballava con me era davvero innamorata. Ed anche dopo, quando mi hai chiesto di cambiare la camera da letto, io non vedevo più Dodi e Lara, ma due esseri trasfigurati, appassionati e straordinariamente sensuali…
Lara drizzò la schiena, si sporse verso Dodi e lo interruppe dicendo:
- Aspetta, aspetta! Come “cambiare la camera”? Io non ti ho mai chiesto nulla di tutto ciò! Io sono venuta con te nella nostra camera, dove già ci eravamo rilassati all’arrivo, appena scesi dall’aereo! La nostra camera – e qui la sua voce si incrinò - dove stamattina mi sono svegliata, e dove ho trovato quella frase…
Dodi la abbracciò con tenerezza, Lara si appoggiò, suo malgrado, alla spalla di lui:
- Lara. Non piangere, ti prego. – le sussurrò dolcemente in un orecchio – E’ tutto a posto, ormai…
La donna rimase un po’ in quell’abbraccio, poi se ne sciolse, guardò Dodi negli occhi, e disse:
- Questo che dici significa una cosa sola…
- Che ieri sera, nell’ ”Infierno”, nell’eccitazione e nello stupore di quel tango, i nostri partner si devono essere scambiati con noi, e ci hanno tratti in inganno, facendoci credere di aver vissuto un notte magica.
Lara lo guardava, con un sorriso amaro: poi lo incalzò:
- …E?…
- Eh, beh: stanotte ognuno di noi due era con un partner diverso, preso chissà come all’ “Infierno”! Quello che è successo stamattina è colpa loro…
- Appunto. – concluse Lara, girando la testa verso la grande vetrata che dava sul piazzale dei jet.
- Non capisco… - mormorò Dodi
- E’ proprio questo il problema! – esclamò Lara, asciugandosi una lacrima – Io stanotte ho vissuto la passione più intensa della mia vita!
- Ma.. è una bella cosa, no?
- Sì certo! Però io pensavo di averla vissuta con te, non con uno sconosciuto. Come potrò mai dimenticarlo?…
Dodi rimase pensieroso, mentre Lara aveva ripreso a singhiozzare mestamente.
Poi d’un tratto l’altoparlante chiamò il volo, e Dodi aiutò la donna ad asciugarsi le lacrime ed ad alzarsi.
- Vado un momento alla toilette, Dodi. Tu vai pure avanti.
- Lara, ti aspetto.
- No, non è necessario. Inizia pure ad andare.
- Lara… Va bene. Mi dispiace…
Ma la donna si era già girata, e si dirigeva verso il fondo del salone adibito alle partenze.
Dodi prese l’aereo che lo doveva riportare a casa.
Intanto che aspettava di veder passare la donna (nel viaggio di ritorno lei non le era seduta vicino, poiché avevano fatto i due check-in separatamente), l’uomo ripensava a quanto era successo loro.
Avevano vissuto una notte di passione, forse la più bella della loro vita. Entrambi ne erano usciti soddisfatti, era stato tutto perfetto.
Però… però non erano lui e lei: sembrava quasi che lui avesse incontrato la “sua” lei, quella fatta apposta per lui; ed anche lei aveva incrociato il “suo” lui, quello che aveva aspettato per tanti anni. Come spiegarlo?
Mentre il jet decollava, Dodi guardò fuori dal finestrino, Buenos Aires dall’alto, con la città vecchia. Sembrava sonnecchiasse, magica e sorniona, dotata di una vita propria.
E fu allora che capì.
La milongha … il Tango … l’ “Infierno”… la magia di Buenos Aires, della Buenos Aires povera e nascosta, e del suo Tango, così intimo…
Certo, non poteva che essere così: il Tango aveva fatto una magia, un sortilegio, ed aveva fatto vivere loro in una sola notte quello che volevano davvero vivere!
Una volta sola, ma intensamente! Da sogno!
E poi… la stessa magia si era presa gioco di loro? Con quelle scritte sui vetri dei bagni delle loro camere?!?
No! Ora capiva: il demone del Tango voleva solo assicurarsi che … loro non pensassero che … tutto fosse così per sempre …
Dodi si alzò di scatto, animato da un nuovo pensiero, da una speranza piena: sì, Lara, eravamo noi ieri sera, ognuno calato nel suo miglior aspetto l’uno per l’altra. Perché la felicità esiste, noi lo possiamo sapere perché ci siamo passati una notte attraverso il tango, e quindi potremo tornare a cercarla ancora….
L’aereo era pieno, in ogni poltroncina c’era un passeggero: Dodi cercò affannosamente Lara dappertutto, per dirle quella cosa importante che aveva intuito.
Finchè non si accorse che proprio nella poltroncina dinanzi a lui c’era l’unico posto lasciato vuoto. E lei non era sul velivolo, non aveva preso quel volo.
Dodi ritornò a casa, e rimpianse Lara, la ‘sua’ Lara, per tutto il resto della sua vita.
Di Lara invece nessuno seppe più nulla: né a casa, né a Buenos Aires.
Ma ancora oggi si narra tra i tangheros argentini di una figura femminile, una straniera, molto bella, che si aggira ogni tanto nella milongha chiamata “Infierno”: entra solo nelle notti più appassionate, si siede sola ad un tavolo ed aspetta.
Aspetta che il Tango riporti da lei il suo Amore.
Quando Lara si riebbe dal mancamento, era sdraiata su un divanetto dell’area partenze internazionali. Sopra di lei vedeva Dodi che si dava da fare con una rivista trovata lì accanto, e le faceva aria con una espressione corrucciata che lo rendeva ancor più tenero. Quasi le scappò un sorriso, ma subito si ricompose, pensando a quello che era successo poco prima.
- Lara! Lara, stai bene?
La donna si alzò sui gomiti, scuotendo il capo come se volesse far fuggire la confusione dal suo cervello; poi guardò Dodi, e disse:
- Cosa è successo?
- Sei svenuta mentre ti parlavo di ieri sera, e di stamattina.
Lara si alzò con un po’ di fatica, aiutata dall’uomo.
- Cosa è successo stanotte, intendevo...
- Vieni, sediamoci un attimo a quel bar laggiù. Vuoi qualcosa di caldo, o di fresco?
- Un bicchier d’acqua potrebbe aiutare…
Si sedettero, e Lara osservò Dodi mentre si prendeva cura di lei. Era preoccupato, era molto tenero così preoccupato. La donna scacciò ancora una volta quel pensiero, e sorseggiò un po’ d’acqua dal bicchiere che lui le porgeva.
- Dodi: voglio sapere cosa è successo.
- Io… non lo so. Io so quello che è successo a me, ma dopo aver sentito prima quello che mi hai detto, sono molto confuso.
- Ieri sera, mentre eravamo giù nella milongha, tu mi hai fatto ballare un tango, il più bel tango della mia vita… E poi?
- Anche per me, Lara, è stato il più emozionante ballo della vita. Ti sentivo parte di me, appassionata e… innamorata? Sì, innamorata.
- Cosa ne puoi sapere tu del mio amore?
- Io non so quasi nulla di te, ma ieri sera la donna che ballava con me era davvero innamorata. Ed anche dopo, quando mi hai chiesto di cambiare la camera da letto, io non vedevo più Dodi e Lara, ma due esseri trasfigurati, appassionati e straordinariamente sensuali…
Lara drizzò la schiena, si sporse verso Dodi e lo interruppe dicendo:
- Aspetta, aspetta! Come “cambiare la camera”? Io non ti ho mai chiesto nulla di tutto ciò! Io sono venuta con te nella nostra camera, dove già ci eravamo rilassati all’arrivo, appena scesi dall’aereo! La nostra camera – e qui la sua voce si incrinò - dove stamattina mi sono svegliata, e dove ho trovato quella frase…
Dodi la abbracciò con tenerezza, Lara si appoggiò, suo malgrado, alla spalla di lui:
- Lara. Non piangere, ti prego. – le sussurrò dolcemente in un orecchio – E’ tutto a posto, ormai…
La donna rimase un po’ in quell’abbraccio, poi se ne sciolse, guardò Dodi negli occhi, e disse:
- Questo che dici significa una cosa sola…
- Che ieri sera, nell’ ”Infierno”, nell’eccitazione e nello stupore di quel tango, i nostri partner si devono essere scambiati con noi, e ci hanno tratti in inganno, facendoci credere di aver vissuto un notte magica.
Lara lo guardava, con un sorriso amaro: poi lo incalzò:
- …E?…
- Eh, beh: stanotte ognuno di noi due era con un partner diverso, preso chissà come all’ “Infierno”! Quello che è successo stamattina è colpa loro…
- Appunto. – concluse Lara, girando la testa verso la grande vetrata che dava sul piazzale dei jet.
- Non capisco… - mormorò Dodi
- E’ proprio questo il problema! – esclamò Lara, asciugandosi una lacrima – Io stanotte ho vissuto la passione più intensa della mia vita!
- Ma.. è una bella cosa, no?
- Sì certo! Però io pensavo di averla vissuta con te, non con uno sconosciuto. Come potrò mai dimenticarlo?…
Dodi rimase pensieroso, mentre Lara aveva ripreso a singhiozzare mestamente.
Poi d’un tratto l’altoparlante chiamò il volo, e Dodi aiutò la donna ad asciugarsi le lacrime ed ad alzarsi.
- Vado un momento alla toilette, Dodi. Tu vai pure avanti.
- Lara, ti aspetto.
- No, non è necessario. Inizia pure ad andare.
- Lara… Va bene. Mi dispiace…
Ma la donna si era già girata, e si dirigeva verso il fondo del salone adibito alle partenze.
Dodi prese l’aereo che lo doveva riportare a casa.
Intanto che aspettava di veder passare la donna (nel viaggio di ritorno lei non le era seduta vicino, poiché avevano fatto i due check-in separatamente), l’uomo ripensava a quanto era successo loro.
Avevano vissuto una notte di passione, forse la più bella della loro vita. Entrambi ne erano usciti soddisfatti, era stato tutto perfetto.
Però… però non erano lui e lei: sembrava quasi che lui avesse incontrato la “sua” lei, quella fatta apposta per lui; ed anche lei aveva incrociato il “suo” lui, quello che aveva aspettato per tanti anni. Come spiegarlo?
Mentre il jet decollava, Dodi guardò fuori dal finestrino, Buenos Aires dall’alto, con la città vecchia. Sembrava sonnecchiasse, magica e sorniona, dotata di una vita propria.
E fu allora che capì.
La milongha … il Tango … l’ “Infierno”… la magia di Buenos Aires, della Buenos Aires povera e nascosta, e del suo Tango, così intimo…
Certo, non poteva che essere così: il Tango aveva fatto una magia, un sortilegio, ed aveva fatto vivere loro in una sola notte quello che volevano davvero vivere!
Una volta sola, ma intensamente! Da sogno!
E poi… la stessa magia si era presa gioco di loro? Con quelle scritte sui vetri dei bagni delle loro camere?!?
No! Ora capiva: il demone del Tango voleva solo assicurarsi che … loro non pensassero che … tutto fosse così per sempre …
Dodi si alzò di scatto, animato da un nuovo pensiero, da una speranza piena: sì, Lara, eravamo noi ieri sera, ognuno calato nel suo miglior aspetto l’uno per l’altra. Perché la felicità esiste, noi lo possiamo sapere perché ci siamo passati una notte attraverso il tango, e quindi potremo tornare a cercarla ancora….
L’aereo era pieno, in ogni poltroncina c’era un passeggero: Dodi cercò affannosamente Lara dappertutto, per dirle quella cosa importante che aveva intuito.
Finchè non si accorse che proprio nella poltroncina dinanzi a lui c’era l’unico posto lasciato vuoto. E lei non era sul velivolo, non aveva preso quel volo.
Dodi ritornò a casa, e rimpianse Lara, la ‘sua’ Lara, per tutto il resto della sua vita.
Di Lara invece nessuno seppe più nulla: né a casa, né a Buenos Aires.
Ma ancora oggi si narra tra i tangheros argentini di una figura femminile, una straniera, molto bella, che si aggira ogni tanto nella milongha chiamata “Infierno”: entra solo nelle notti più appassionate, si siede sola ad un tavolo ed aspetta.
Aspetta che il Tango riporti da lei il suo Amore.
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