giovedì 14 ottobre 2010

Il cappio - Terza Parte

Cap. 4

Alfredo era rimasto un po’ come stordito dalla chiacchierata con Anita. Non riusciva a capacitarsi di come un errore così banale fosse stato compiuto per anni. Fece un rapido conto di quanto avevano sprecato negli ultimi anni e di quanti investimenti avrebbero potuto fare con quei soldi. Il suo pallino era sempre stata la ricerca e sviluppo, che in quell’azienda non era particolarmente avanzata e si ripropose di utilizzare tutti i risparmi che fossero nati dall’utilizzo di quel modello proprio per quel settore.

- Prego Sandro! – disse Alfredo salutando il dottor Pasquini, direttore della Produzione standard.

Non si era mai spiegato perchè ci fossero due direttori della Produzione, uno dedicato alla produzione “standard”, quella da catena di montaggio, per intenderci ed uno dedicato alla produzione artigianale. Era evidentemente un trascinamento di vecchi privilegi derivanti da fusioni di società diverse, nelle quali il precedente management aveva scelto di non puntare su nessuno dei due direttori ma di suddivedere rischi e meriti tra due persone.

Era normale quindi che tra Pasquini e Riboldi ci fosse un po’ di astio, ma lui aveva lavorato per trasformare questo sentimento poco proficuo in una sana competizione. Preferiva di gran lunga Pasquini, ma aveva voluto offrire una onesta chance anche all’altro direttore e si era prefissato nel giro di un anno di scegliere il migliore tra i due per la riunificazione della produzione. Forse era arrivato il momento di farlo e l’occasione era propizia.

- Allora Sandro, cosa mi racconti?
- Andiamo avanti molto bene... ho visto gli ultimi rapporti delle vendite e...
- No no, non intendevo di lavoro...
- Ah no? E perchè mi hai fatto chiamare allora?
- Ferrari...
- Ah, brutta storia...
- Già... raccontami...
- Cosa vuoi che ti racconti? Massimiliano era uno tosto, uno che credeva nel suo lavoro. Forse perchè alla fine non aveva una famiglia...
- Non era sposato?
- Macchè... da tempo aveva messo la croce su donne e matrimonio. Una volta che eravamo a Parigi a cena si era sbottonato un po’ e mi aveva accennato ad una donna che era sul punto di sposare. Poi non so che cosa sia successo e ha scelto di restare solo.
- Viveva da solo?
- Sì sì, da solo. Abita... abitava, sì, dalle parti del Naviglio, sai quelle case... com’è che le chiamano... quelle che hanno un unico spazio... oddio non mi viene...
- Loft?
- Sì, ecco bravo, un loft di centoventi metri quadri. Ci sono stato una volta che era malato e gli avevo portato del lavoro urgente a casa... una meraviglia! Non immagini...
- E sul lavoro?
- Io e lui andavamo abbastanza d’accordo. Ci trovavamo molto come modo di lavorare. Lavoravamo insieme da moltissimi anni, stessa filosofia: collaborare e lavorare per un unico obiettivo aziendale.
- Con gli altri?
- Era un tipo molto conciliante... devo dire che si trovava abbastanza bene con tutti...
- Anche con Riboldi?
- No... Riboldi ecco è una delle poche eccezioni, diciamo l’unica al livello della prima linea. Per il resto ha avuto qualche scontro con qualche mia persona o qualche altra persona della ricerca ma il tutto è classificabile nella norma... sai, come quando ti incazzi e poi ti vai a fare una birra insieme. Con Riboldi no...
- Perchè no?
- Riboldi veniva dall’altra società e l’ha sempre guardato in cagnesco da quando è arrivato. Sai com’è... appena arrivato e nominato capo Finance ha cominciato a mettere mano ai conti... Riboldi era l’unico direttore di Produzione dell’altra società...
- Un tuo rivale, dunque...
- Sì... ma è uno di quelli che si capisce come è arrivato in alto: pugnalate a destra e a sinistra, poco rispetto per le persone, leccaculo fino alla morte. Del resto avrai avuto modo di conoscerlo...
- Beh e quindi?
- E quindi si sono scornati subito. Massimiliano ha iniziato a mettere il becco sui costi, contestandogli il modello di produzione e ultimamente lavorava con quella ragazza... come si chiama...
- Anita Cenci?
- Sì, con lei... una favola quella ragazza. Una testa da paura...
- Da quello che mi ha raccontato la sua è una scoperta un po’ banale... non credi?
- Di per sè il concetto è molto semplice, ne convengo... ma il modello è ben congegnato. Abbiamo provato ad adottarlo sulla linea di produzione che gestisco e abbiamo tirato fuori una serie di porcherie di alcuni fornitori che poi abbiamo cambiato.
- Ah...
- Sì... e adesso erano pronti ad attaccare l’area di Produzione artigianale...
- Quindi Riboldi si è un po’ messo sulla difensiva...
- Sì... così...
- E Semeraro cosa ne pensa?
- Lui era della guardia di Riboldi... Sono stati pappa e ciccia per anni... ma ultimamente non si capisce più che gioco fa... sembra quasi andargli contro...
- Capisco... va bene... penso che possa bastare...
- Spero tu riesca a trovare chi è stato...
- Chi è stato?
- Alfredo... io non credo all’ipotesi del suicidio...
- No ferma... io non sto mettendo in dubbio quello che la scientifica ha indicato... a me interessa sapere perchè...
- Trova il bastardo che c’è dietro a quel perchè... Massimiliano non meritava quella fine...
- Ci provo... se senti in giro qualcosa, fammelo sapere...
- Contaci... ciao buon lavoro.

Cap. 5

Angelo Semeraro era un uomo tarchiato, calvo e con gli occhialini da miope. A scuola era il classico secchione e nel lavoro era il classico contabile. Sarebbe stato orientato ad una vita da ragioniere se una serie di circostanze fortuite non l’avessero elevato al rango di Direttore Operations, che gli si appiccicava a pennello lì dove le problematiche erano di natura economica e gli si staccava dalla pelle quando gli argomenti spaziavano dall’organizzazione all’IT ed alle risorse umane.

Non risultava simpatico a nessuno d’istinto, ma chi aveva imparato a conoscerlo sosteneva che era un uomo molto arguto ed intelligente, che fingeva incompetenza quando le cose non lo interessavano davvero e non voleva prendere decisioni.

Alfredo lo snobbava un po’ per quel curriculum un po’ fuori dalle righe fermo al Diploma in Ragioneria. Per questo, continuava a dargli del lei, nonostante i continui rapporti di lavoro.

- Semeraro buongiorno. Prego si accomodi.
- Buongiorno dottore. Mi scusi per il ritardo, ma sono rimasto bloccato in contabilità per una fattura un po’ strana.
- Mm... tutto a posto?
- Sì sì, adesso i ragazzi ci lavorano... mi dica, dottore?
- Senta Semeraro, l’ho chiamata qui per parlare un po’ di Ferrari.
- Non sa quanto mi è spiaciuto...
- Era un suo riporto...
- Un bravo ragazzo! Onesto dalla punta dei capelli fino alla punta dei piedi!
- Perchè mi dice questo prima di tutto?
- Perchè ultimamente abbiamo molto parlato di onestà sul lavoro, dottore.. Ferrari stava per scoperchiare delle tombe un po’ puzzolenti...
- Cosa vuole dire?
- Beh... aveva scoperto che sulla parte artigianale c’erano molti conti che non tornavano e stava preparando un modello che potesse rilevare formalmente questi scoperti.
- Cosa intende per “conti che non tornavano”?
- Mah... partite di materiale consegnate due volte allo stesso artigiano, partite rese senza motivo, partite di materiale sottopagato... e poi dottore, parliamoci chiaro, molti degli artigiani che lavorano per noi non ci garantiscono nemmeno la qualità che noi spacciamo all’esterno... sono lì per grazia ricevuta!
- Senta Semeraro o fa una chiara denuncia oppure sta zitto... cosa sono queste frasi dette a mezzo, un po’ da mafioso, che dicono tutto e non dicono nulla?
- Lei ha detto che voleva sapere tutto ed io le sto dicendo tutto. Solo che finchè quel modello non viene applicato io non ho la certezza di nulla...
- Perchè? Cosa c’entra un modello teorico e statistico con le sue evidenze?
- In realtà stiamo caricando le evidenze storiche sulla base delle quali funzionerà il modello e lo stiamo tarando perchè non dia segnalazioni errate. Fino a che questo lavoro non è finito non posso dirle nulla. Manca l’ultimo anno di dati... Quello che le racconto è solo quanto è emerso fino ad oggi guardando in modo un po’ spannometrico i dati.
- Chi deve caricare questi dati?
- E’ il team di Anita Cenci che li sta caricando. Purtroppo sta andando un po’ a rilento perchè due persone se ne sono andate e non sono state sostituite. Abbiamo preso un interinale ed una stagista ma capisce bene che non è la stessa cosa...
- Quando contate di finire..?
- Presto, dottore.
- Altro?
- No. Mi raccomando... dottore... vada a fondo. Ferrari si merita almeno che la verità venga a galla.

(continua)

2 commenti:

  1. Intrigante!
    Invidio la tua fantasia.
    (Perchè tu non lavori in una fabbrica di giocattoli, vero?)

    RispondiElimina
  2. No, ma dove lavoro io qualcuno pensa che i soldi lo siano... :-)

    RispondiElimina