lunedì 13 settembre 2010

Neko Adventure

Crystal
Quarta Parte

Crystal si trovava nella sua stanza, distesa sul letto. Nonostante avesse fatto ben poco quel giorno, aveva sentito il bisogno di riposarsi e di stare un po’ per conto suo. Sdraiata, aveva ripreso alcuni dei pensieri che aveva fatto precedentemente quel giorno stesso: chi era quella ragazza? Cosa poteva farsene la setta?

La sua ricerca di risposte fu interrotta da qualcuno che bussò alla porta della sua stanza. -Chi è?- disse la ragazza senza muoversi dal letto -Il Gran Maestro desidera parlare con voi. Dal tono direi che è importante-. E adesso cosa vorrà mai? si chiese Crystal -Arrivo subito. Sei libero di andare, grazie-. Detto ciò, si alzò dal letto e, una volta preso il pugnale che aveva lasciato accanto a dove dormiva, si diresse verso la grande stanza in cui suo pare gestiva la setta.

Camminò con passo spedito fino alla porta oltre cui suo padre lavorava, per evitare di perdere tempo. Non era mai stata brava ad aspettare: se c’era qualcosa che doveva essere fatto, lei portava a termine la missione il prima possibile, specie se era qualche giorno che non metteva mano alle armi se non per allenarsi.

Non bussò neanche prima di entrare, facendo capire a suo padre che non aveva voglia di rispettare l’etichetta. Il Gran Maestro alzò lo sguardo dalle carte che stava osservando da dietro la scrivania -Bene. Vedo che sei venuta subito, me ne compiaccio-

-Cosa c’è? Perché mi hai chiamata?-

-Come al solito. Devi ancora imparare la pazienza, figlia mia…- disse l’anziano scuotendo la testa

-Sono fin troppo paziente, al momento, padre- disse stringendo i pugni nel dire l’ultima parola: si era rivolta a lui così solo quando era davvero arrabbiata

-Capisco… Bene. Ho una nuova missione per te e credo che la troverai di tuo gradimento-

-Chi è il bersaglio, questa volta?- Crystal già pregustava l’idea di conficcare una delle sue frecce azzurre nella gole di qualche signorotto della guerra

-Non fare quell’espressione, Crystal. Non è come pensi-. Le speranze della giovane si infransero a queste parole -Allora perché mi hai mandato a chiamare?-

-La missione che ti affido è di trovare la ragazza con la coda- lo sguardo del padre si fece molto serio -e di portarla qui. Viva.-

La giovane si sentì smarrita. È uno scherzo, vero? Deve esserlo… come può una missione essere tale se non devo uccidere nessuno? -Ma io… come faccio a… insomma, se io…-

-Niente scuse né rifiuti. Partirai domani all’alba e troverai quella ragazza. La porterai qui da noi nelle migliori condizioni possibili-

-La condizione migliore in cui posso ridurre una persone è la morte- rispose fredda, ma sincera, la ragazza

-Di questo ne sono consapevole, perciò partirai senza armi, onde evitare di dare ai tuoi impulsi di assassina a sangue freddo una possibilità di sfogo- disse il padre con un sorriso

La ragazza iniziò a camminare nervosamente davanti al padre -E allora come la porto qui quella se non vuole? Le dico ‘Va bene, non c’è problema facciamo per la prossima volta’?-

-Ovviamente mi aspetto una reazione negativa da parte sua, perciò il massimo che ti posso concedere è stordirla-

Crystal era sempre più agitata: non solo non doveva uccidere, ma anzi, far sentire a suo agio la vittima!

Dopo alcuni minuti di silenzio, la giovane parlò con tono calmo -Se è importante per la setta, lo farò-. Detto questo accennò un inchino e uscì dalla stanza senza nemmeno guardare il padre.

Come può farmi questo? Come può permettersi di relegarmi a scorta per giunta non armata? Glielo farò vedere io a quella maledetta cosa vuol dire trattare con me!

2 commenti:

  1. Intrigante, sempre di più.
    E se fosse che... No devo aspettare.

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  2. Dai, dimmelo in un orecchio... Ti dico se hai indovinato oppure no!

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