martedì 7 settembre 2010

Neko Adventure

Crystal
Terza Parte

Crystal si svegliò dopo poche ore di sonno, abituata com’era a dormire poco. Si alzò dal letto ancora un po’ intontita dal sonno e si recò nel suo Sancta Sanctorum, come ogni mattina, a recitare una preghiera davanti alle sue armi.
-Le parole non sono importanti- le aveva insegnato suo padre -puoi formulare la tua preghiera come vuoi, basta che tu lo faccia ogni giorno, appena alzata-. Così, da che aveva memoria, lei era sempre andata nel luogo che riteneva più sacro, quella piccola stanza colma di armi, e aveva recitato in ginocchio una preghiera alla divinità della setta, Aura, protettrice della pace. Crystal inizialmente non capiva questo controsenso e aveva chiesto perché doveva pregare una dea che proteggeva la pace quando lei stessa uccideva le persone: -In effetti può sembrare strano,- le rispose suo padre -ma le persone che tu uccidi non vogliono la pace, anzi:vogliono che la guerra duri il più possibile, in modo da poter ricavare grandi profitti da essa-. Crystal da allora aveva pregato con grande fervore per mettere fine alla guerra prima possibile, ma sapeva che anche una dea non avrebbe potuto fare molto senza un po’ di aiuto: ecco perché non aveva rimpianti quando uccideva i suoi bersagli.
Questa sua freddezza era nota a tutti coloro che avevano visto la ragazza: se non riusciva a uccidere la vittima in un sol colpo, si avvicinava al bersaglio e, dopo averlo fissato un attimo negli occhi, conficcava un pugnale nel cuore, senza battere ciglio. Dopodiché spariva nell’ombra, lasciando solo un cadavere a terra.
Finita la preghiera, Crystal si alzò dal pavimento, prese un pugnale dallo scaffale sulla sinistra e uscì dalla stanza, chiudendo la porta. Si mise in vita il fodero del pugnale e vi infilò dentro l’arma, si rivestì, uscì dalla stanza e si diresse ad una stanza vicina, che fungeva da bagno pubblico.
Entrata nella stanza la prima sensazione che ebbe fu di calore: sotto alla base della setta, infatti, era presente una fonte di acqua termale che assicurava acqua calda tutto l’anno, in modo che i membri potessero essere sempre puliti, onde evitare propagazioni di malattie. Crystal si avvicinò alla grande vasca presente al centro della stanza e, una volta assicuratasi di essere sola, chiuse a chiave la porta del bagno. Sebbene non fosse molto pudica (in più occasioni aveva fatto il bagno insieme ad altri membri della setta senza problemi), se ne aveva la possibilità preferiva stare da sola, almeno durante il bagno. Una volta chiusa la porta, si spogliò ed entrò nell’acqua calda.
Una volta dentro la vasca, si poté rilassare per un po’, in modo da non dover pensare, anche se per poco, a missioni, obiettivi e piani. Mentre si lavava, Crystal ripensò alla ragazza con la coda che aveva visto il giorno prima: perché suo padre aveva mostrato così tanto interesse quando aveva riferito riguardo a lei? Probabilmente, pensò, vuole vedere se potrebbe essere utile all’organizzazione… Ma come fa, se non può nemmeno parlarci? Continuò il suo ragionamento per tutto il bagno e quando ebbe finito di lavarsi, si asciugò con le pezze atte a tale scopo presenti in un armadio nella stanza, si rivestì e uscì dal bagno.
Pensando che per il momento avrebbe avuto del tempo libero, Crystal decise di affinare il suo talento con le armi corte e per questo motivo si diresse nella grande sala della base. Arrivata lì, vide che molti affiliati si stavano esercitando in lotte uno contro uno con ugnali, coltelli e bastoni. Proprio quello di cui avevo bisogno, pensò.
Si avvicinò al gruppo e assistette ad uno scontro tra due membri: uno era armato di coltello mentre l’altro usava un bastone lungo quanto un avambraccio. L’uomo col coltello continuava a cercare l’avversario con affondi sempre uguali, tattica che permise all’avversario di capire quando sarebbe arrivato l’attacco, così dopo un po’ l’uomo col bastone schivò l’ennesima stoccata e con un colpo deciso dietro alle ginocchia fece cadere a terra il duellante.
-Finora non ha perso una sfida- disse uno spettatore -È qua da due ore e nessuno è riuscito a farlo cadere-
-Allora? Non c’è nessuno che può battermi! Chi osa sfidarmi?- disse a voce alta il vincitore dello scontro. Crystal si fece avanti e disse: -L’umiltà è un requisito essenziale per far parte di questa setta, lo sai?-
-Ha! Una ragazzina vuole sfidarmi… Ma non farmi ridere! Torna dalla mamma, e lascia agli adulti il loro lavoro!- Molti dei presenti si allontanarono, intuendo chi era la sfidante e qualcuno addirittura disse -Arrenditi subito, e chiedi pietà…-
Crystal sguainò il pugnale con la mano sinistra e si mise in posizione di guardia, in attesa dell’avversario. -Ha! Codardi che non siete altro… Bene, vediamo che sai fare, ragazzina!- urlò il contendente e caricò in direzione della ragazza. Crystal sorrise quando lo vide arrivare e scartò facilmente di lato la carica dell’avversario. L’uomo si girò e provò un fendente col suo bastone ma Crystal parò col suo pugnale e con la mano libera bloccò il braccio dell’avversario. Con una rapida torsione del polso, girò il braccio dell’avversario fin quasi a romperglielo. L’uomo urlò di dolore e cadde in ginocchio, facendo cadere l’arma. -Ora chiedi perdono per la tua arroganza- disse Crystal. L’uomo, ormai alle lacrime, rispose: -D’accordo, d’accordo! Chiedo perdono! Ora lasciami il braccio, per favore!-. La ragazza lasciò l’arto e ripose il pugnale, poi guardò gli altri membri e disse: -Che sia di lezione a tutti voi: c’è sempre qualcuno più forte, perciò non credetevi invincibili. Nemmeno io lo sono, e ne sono consapevole, ma questo è un punto di forza per la nostra setta-. Detto ciò, si allontanò dal gruppo e salì le scale, lasciando una dozzina di persone allibite e una dolorante.

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