lunedì 30 agosto 2010

Neko Adventure

Crystal
Seconda Parte

Crystal camminava nell’oscurità pressoché totale mentre raggiungeva il suo alloggio. Percorse una serie di corridoi apparentemente uguali, ma disposti in ordine ben preciso: si poteva quasi paragonare ad un labirinto, percorribile solo dagli appartenenti alla setta.

Quella strada l’aveva percorsa così tante volte che sapeva dove mettere i piedi anche senza guardare. Anzi, a volte, per imparare meglio la strada, ci aveva provato e i risultati non erano stati affatto deludenti.

Arrivò davanti alla porta della sua stanza e la aprì, entrando nell’unica parte della struttura che poteva definire “sua”. Si tolse la scarpe basse che utilizzava e le ripose vicino alla porta che chiuse subito dopo.

Si era sempre chiesta se anche gli altri affiliati avessero una camera come la sua: composta da due stanze, una più piccola dell’altra, era dotata di tutto ciò servisse per sopravvivere. Guardando si poteva vedere un letto, una piccola dispensa, un camino e una seconda porta, che conduceva al suo Sancta Sanctorum.

Sebbene fosse tutto sotto diversi metri di terra, quello spazio era stato progettato benissimo, tanto che il camino aveva una canna fumaia nascosta che faceva fuoriuscire il fumo all’esterno, in una zona fuori mano in cui nessuno sarebbe passato, quindi senza il pericolo di poter essere individuati.

Crystal prese l’arco e la fodera in cui aveva riposto quattro frecce per la missione ed entrò nella stanzetta collegata a quella principale: accesa la lampada ad olio presente in un piccolo scompartimento nel muro, poteva vedere l’arsenale privato che possedeva e che si era guadagnata. Una vasta collezione di coltelli era sulla parete a sinistra; a destra erano presenti una decina di spade di diversa fattura e lunghezza; la parete centrale era dedicata alla sua arma preferita, la stessa in cui eccelleva nell’uso: l’arco.

Ripose quello che aveva preso per la missione nell’incavo lasciato vuoto, fece un passo indietro e ammirò soddisfatta la sua collezione: aveva venti archi, da quelli più piccoli a un paio lunghi, importati dalla parte settentrionale della nazione, aventi una gittata anche di trecento metri, utilizzati per lavori in cui era indispensabile non farsi vedere. Accanto al mobile in cui erano riposti questi gioielli, c’era un contenitore in legno di forma cilindrica in cui ripose le frecce non utilizzate.

Era stata sua l’idea di personalizzare le frecce con un diverso tipo di piuma: al posto delle classiche piume bianche, aveva optato per un colore azzurro chiaro, come i suoi occhi. Non essendoci molte piume di quel colore, aveva chiesto all’alchimista della setta se esisteva un modo per colorare le piume e questi le aveva procurato la tintura in meno di due giorni. Come regalo per il suo decimo compleanno,non era stato male.

Una volta assicuratasi che era tutto a posto, spense la lampada ad olio e ritornò nella stanza principale.

Prese dalla piccola dispensa una mela e iniziò a mangiarla, camminando in circolo per la stanza. Mentre mangiava, pensava alla reazione di suo padre alla descrizione di quella ragazza.. Chissà cosa ci trovava di tanto speciale in un essere del genere. In effetti era stato solo un colpo di fortuna quello della ragazza: il governatore si era distratto vedendo Crystal e in quell’istante lei lo ha colpito.

Smise di pensarci quando finì la mela. Buttò il torsolo in un cestino accanto alla porta d’ingresso e guardò il letto: sebbene fosse presto, sentiva il bisogno di riposarsi. Per questo si tolse la divisa della setta, ovvero sia la speciale camicia col cappuccio che i pantaloni a pieghe larghe, rimanendo solo con una gonna stretta, lunga fino a metà coscia e una fascia stretta attorno al petto. Si infilò sotto le coperte e il sonno la prese quasi subito, mentre l’immagine della ragazza con la coda continuava a passarle davanti agli occhi.


(continua)

3 commenti:

  1. Tutto lascia presagire ad un contatto tra le due figure femminili. Attendo con impazienza gli sviluppi, quali che siano.

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