Terzo Vagone
“Dov’è tua madre?” le chiesi quando lei rallentò il passo e riuscii ad affiancarla.
“Mia madre?” rispose senza guardarmi.
“Sì, tua madre, quella signora con la quale viaggiavi stamattina.” insistetti.
“Ah lei, è la mia madrina. Sto con lei da quando mia madre è stata cacciata dal campo” disse indifferente.
“Perchè tua madre è stata cacciata dal campo?”
“E’ stato deciso così”
“Perchè e chi ha deciso così?”
“I giudici”
“Quali giudici?”
“Oh ma non sai nulla tu?”
“Cosa dovrei sapere, Airis?”
“Tra la nostra gente, se tradisci tuo marito sei espulso dal campo. I giudici te lo impongono”.
“Ah. Di che ‘gente’ parli?”
“Rom. Rom kalderasha. Ne hai mai sentito parlare?”
“I Rom sono gli zingari, no?”
“Diciamo di sì. Ma sono una parte degli zingari. Esistono tanti gruppi e anche tra i Rom ci sono gruppi differenti. E’ come dire Italiano, sì ma ci sono i Lombardi, i Toscani e tra i toscani ci sono i Fiorentini, i Pisani. Solo che voi siete stanziali. Noi un po’ meno”
“Ripetimi cosa sei?”
“Rom kal-de-ra-sha”
“E quindi da dove vieni?”
“Io sono italiana.”
“Ah... scusa ma non capisco... sei italiana o Rom?”
“Un bambino di origine tedesca non può essere toscano?”
“Senti, sono stanca.. spiegati”
“I Rom kalderasha sono un gruppo di Rom originari di Fiume. Ma noi siamo da tanto in Italia, così siamo quasi tutti di origine italiana. E andiamo a scuola... qui con i vostri bambini..”
“L’ho capito sai.. non è normale un discorso sulle regioni, i lombardi ed i toscani se non vai a scuola. Comunque, hai deviato un po’ il discorso...”
“No, tu mi hai chiesto di che ‘gente’ parlavo”
“Hai ragione. Ma non ti sfugge nulla? E comunque dov’è la tua madrina?”
“Al campo, credo”
“Come al campo? E tu vai in giro da sola?”
“Sì. Che problema c’è?”
“Ma ... è sicuro? Cosa fai in giro?”
“In genere sono gli altri che si chiedono se è sicuro stare vicino ad una zingarella, non noi zingarelle. Ti pare?”
“Già, hai ragione.." dissi ridendo "Ma cosa fai in giro? Se ti trova la polizia?”
“Non ho fatto niente. Perchè devo avere paura della polizia?”
“Beh, ‘tecnicamente’ qualcosa l’hai fatto. Mi hai rubato il braccialetto stamattina”
“No. L’ho solo preso in prestito. Te lo avrei restituito”
“Ah sì... e come facevi a ritrovarmi?”
“Ho visto dove sei scesa. Ti ho visto altre volte”
“Io no...”
“Lo so...”
“Ma dove sei stata tutto questo tempo?”
“Con mia madre”
“Con tua madre? Ma non hai detto scusa che tua madre è stata cacciata?”
“Appunto. “
“Airis... non ti seguo...”
“Ah Ah” rise con un sorriso bianco che le illuminò gli occhi rendendoli ancora più verdi “Lo so! Oh insomma.. una volta al mese mi vedo lo stesso con mia mamma, anche se non vive più con noi. La mia madrina è sua sorella e fa questo di nascosto dagli altri...”
“E come fai a tornare al campo stasera?”
“Non so se ci torno. La mia madrina ha saltato l’appuntamento e quindi non lo so. Proverò tra due ore. Di solito facciamo così”
“Così come?”
“Così. Se salta un appuntamento dopo due ore ci si riprova. Il posto è sempre lo stesso. Prima o poi qualcuno che va al campo e passa di lì lo trovi”
“Quindi il prossimo appuntamento dove è e a che ora?”
“Quante domande fai, gagé!”
“Gagé? Che vuol dire? " iniziai a spazientirmi "Senti piccola impertinente... non sono qui a farmi prendere in giro da te, sai? Adesso sai che faccio? Mi riprendo il mio braccialetto e me ne torno a casa mia e tu te ne vai giringiro quanto ti pare, va bene?"
Mi guardò con gli occhi bassi, il broncio di un bambino che si rende conto di aver osato troppo e sussurrò un “No” sottovoce, continuando “San Babila alle nove”.
“Okay” le risposi “allora, andiamo da Mc Donald’s."
Non disse nulla, ma dagli occhi che brillavano in un modo che non avrei mai potuto immaginare capii che gradiva la proposta.
(continua)
Un cappello pieno di ciliege, di Oriana Fallaci
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Avevo iniziato a leggere questo libro molti anni fa e non ero riuscita a
superare le prime dieci pagine. Adesso, forse complice un’età più avanzata
e un...
5 mesi fa
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