L’ultima cosa che vedo è il sole. Quel sole che ha brillato sulle nostre teste, sulle nostre vite.
Su di noi.
Noi, angeli del paradiso, condannati ad una vita di amore reciproco con tutti… ma con te è stato diverso.
Sin da quando ti ho vista la prima volta, ho capito che non eri un angelo: eri di più. Talmente bella da farmi cambiare idea sul concetto di amore, da farmi pensare a trasgredire a leggi millenarie, che esistono dalla notte dei tempi.
Idee blasfeme, punite con la morte.
Perché anche gli angeli possono morire, gioire, soffrire. Ma senza di te, io soffrivo come non mai, come mai nella mia vita abbia mai fatto.
E quel giorno fatale, quel giorno in cui decisi di trasgredire tutte le regole… lo ricordo con felicità. Quella mattina grigia, fredda, in cui te eri già sveglia e già viva, sulla strada fuori dalla città. Aveva pianificato tutto: la tua caduta, il mio intervento, il mio aiuto…
Il tuo sorriso.
No, questo non l’avevo calcolato: quel tuo sorriso così spontaneo, genuino, bello, che mai ti avevo visto rivolgerlo a qualcuno. Tu mi hai preso la mano che ti avevo porto con quel sorriso, quel maledetto sorriso… tutti i miei piani sono andati a monte, ho seguito l’istinto:
ti ho baciata.
Un bacio così passionale, così improvviso, ma non per te. Tu lo hai ricambiato, rendendoti complice di un reato peggiore del tradimento: l’amore unico, per giunta tra donne. Quando ho capito la gravità di quel gesto, era troppo tardi, anche per tornare indietro. Così abbiamo continuato a vederci. Mi piaceva, ti piaceva, CI piaceva l’idea di stare insieme, senza impegni, sempre con il timore di essere scoperte. I primi tempi eravamo inesperte, timide, ancora un po’ diffidenti l’una dell’altra, ma con il passare dei giorni all’innocenza è subentrata la passione
La nostra rovina.
Quel giorno eravamo semplicemente assieme sotto a quell’albero, il nostro albero, l’unico testimone dell’inizio della nostra storia, a godere della presenza dell’altra con qualche sporadico bacio innocente… forse uno di troppo. Eravamo troppo prese da noi stesse per preoccuparci di coloro che stavano guardando proprio nella nostra direzione. Quando lo raccontarono al tribunale, sapevamo entrambe che era finita.
Il nostro sogno si era concluso così.
Ma io non avrei mai sopportato di vederti morire… così mi sono fatta avanti per proteggerti, nonostante sapessi che tu non avresti voluto. Ho confessato tutto, ho mentito, ho pregato, ho pianto per salvarti.
Ed alla fine ce l’ho fatta.
Sei stata graziata, sei stata messa al bando e fatta ritornare sulla Terra, ma almeno sei viva. Io invece sto pagando la tua, la NOSTRA, libertà. Mentre mi avvicino alla scure, non una lacrima riga il mio viso, se non appena prima dell’attimo fatale: non per tristezza, ma per te che hai dovuto pagare così tanto per la mia decisione.
L’ultima cosa che vedo è il sole.
E so tu ci sei, e sempre ci sarai.
Chiudo gli occhi, la lacrima mi cade.
Un cappello pieno di ciliege, di Oriana Fallaci
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Avevo iniziato a leggere questo libro molti anni fa e non ero riuscita a
superare le prime dieci pagine. Adesso, forse complice un’età più avanzata
e un...
6 mesi fa
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