mercoledì 26 maggio 2010

Nudo, foglie verdi e busto - Parte 4

Parte 4

30 Aprile, Manhattan
Il ristorante si trovava in uno dei piani più alti di un grattacielo, e vantava così una vista magnifica sulla città della grande mela. Il panorama era così spettacolare e mozzafiato che il cibo e tutto il resto passava in secondo piano: chi andava in quel locale, inizialmente lo faceva solo per la vista che se ne godeva. Per questo motivo le prenotazioni erano serratissime, e bisognava accaparrarsi per tempo un tavolo, pena il sentirsi rispondere “Mi dispiace, Signore, non abbiamo posto.”
Ma anche così non era sufficiente: c'era sempre il cliente di riguardo, quello che non doveva nemmeno dire “lei non sa con chi sta parlando” tanto era noto: e questi andavano comunque accontentati.
Ecco allora che il proprietario del locale, un ex giocatore del basket professionistico, ebbe la grande idea: i tavoli non potevano essere normalmente prenotati, ma gli aspiranti clienti dovevano contenderseli all'asta; chi avesse offerto di più, avrebbe avuto il tavolo.
Era stato attivato un sito web, sul quale era possibile fare le proprie offerte per un tavolo a pranzo o per uno a cena: fino a una determinata ora era possibile 'giocare' al rialzo, poi arrivava il momento del 'rien ne va plus', e i 38 migliori offerenti avevano il loro tavolo, insieme all'addebito immediato sulla loro AmEx Platinum senza limiti.
Sulle prime il meccanismo aveva un po' disorientato la clientela, ma in breve tempo il giochetto era diventato un must irrinunciabile, e perdere un tavolo per molti personaggi pubblici o per degli uomini d'affari corrispondeva a perdere pubblicamente la faccia. Tutto ciò si era trasformato in breve in una miniera d'oro per il geniale ideatore, e già si contavano emuli un po' in tutta la nazione.
“Bene, Signor Jackson, a cosa devo questo suo invito nel tempio del cibo di Manhattan?” domandò sorridente Raffaella Masini.
Phil sollevò il flute, guardando il fine perlage dello spumante italiano scorrere lungo il cono di cristallo. Poi assaggiò il vino, assaporando per un attimo il piacere del liquido fresco e profumato mentre gli scorreva tra la lingua ed il palato, poi rispose:
“In qualche posto avremmo dovuto pur mangiare. Le piace il locale?”
La donna si guardò lentamente intorno: riconobbe un paio di attori, alcune starlette contornate da improbabili produttori, cinque o sei famosi campioni sportivi, e un elevato numero di businessmen tutti intenti a 'fare vita trendy' come si conviene.
“Simpatico, e direi ben frequentato. Ma se si illude di far colpo su di me in questo modo...”
Phil sorrise, guardandola negli occhi: erano di uno strano colore, né bruni né verdi; sembravano cambiare intensità con l'umore della donna.
“Non mi giudichi male, io ricordo bene che noi siamo solo colleghi. Anzi, a dirla tutta, le confesso che siamo anche rivali.”
“Rivali?” domandò la donna, simulando curiosità.
“Sì: proprio stasera ho ricevuto un incarico a trattare un dipinto del lotto di martedì. Un Picasso” ora Phil la guardava malizioso “ che si chiama 'Nudo, Foglie Verdi e Busto', un pezzo importante, dipinto nel..”
“Nel 1932, il cui titolo originale è 'Nu au Plateau de Sculpteur': raffigura Marie-Therese Walter, l'amante di Picasso.”
“Vedo che è piuttosto competente Signorina Masini”
“E lei mi ha appena valutata, Signor Jackson. Glielo ridomando ancora: cosa sta cercando?”
“Sarò franco: io sono considerato il maggior esperto di Picasso qui a New York, e mi aspetterei che un Cliente che desideri seguire un'asta da Christie's per un pezzo così importante si rivolga a me. Invece mandano lei, dall'Italia. Non trova che sia... insolito?”
“Ritiene che il mio Cliente abbia fatto una scelta sbagliata, mandando me?”
“No certo. Non volevo certo dire questo. Ma...”
“...Ma una Italiana, donna per di più, che ci fa qui? Semplice: lavoro. E lo faccio bene, direi.” Raffaella Masini spostò lo sguardo su una coppia sul fondo del locale, vicino alla vetrata: chissà quanto dovevano aver speso quei due per quel posto lì. L'uomo poteva essere con buona probabilità un noto regista afroamericano; la ragazza, anch'essa di colore, parlava animatamente alternando lunghe frasi ad ampi sorrisi al suo interlocutore, visibilmente annoiato. Raffaella tornò a guardare negli occhi Phil Jackson, e continuò: “E, tanto per essere chiari, sappia che martedì sera il Picasso verrà assegnato al mio Cliente.”
“Oh, che sicurezza... Io ancora non conosco quale sia l'identità del mio Cliente” disse Phil con aria distratta, come se la cosa fosse di poca importanza “ma il suo sembra essere davvero un pezzo grosso...”
“Mio caro Phil, se vogliamo cenare, sarà bene accantonare questa inutile conversazione: io non le rivelerò di certo chi sia il mio Cliente, a costo di urtare la suscettibilità del suo Ego. “ La donna quindi allargò un sorriso sugli occhi di Phil, e concluse ”E adesso, dopo la buona scelta del vino da aperitivo, mi stupisca: ordini qualcosa di interessante. E mi chiami Raffaella, stasera può farlo.”
“Ok, Raffaella, allora tregua, per stasera.” e con un gesto chiamò il maitre.

***

12 Aprile, Praga
L'uomo camminava a lente falcate nello spazio libero dello studio di Sasha: teneva le mani dietro la schiena e continuava a scuotere la testa; sembrava davvero molto perplesso, forse anche contrariato.
"Dimmi." disse Sasha recisamente.
"Non sono convinto della tua idea. I dipinti erano assicurati, questo è vero, ma il loro valore assicurato non è nemmeno paragonabile al prezzo di mercato."
"Certo la perdita economica è importante. Pensa anche a quello che voi legali chiamate 'danno morale'."
"Sì, la polizza assicurativa ne tiene conto nel rimborso, la clausola l'ho scritta io, lo so. Ma si tratta sempre di un valore percentuale rispetto al valore del bene assicurato. E oggi, con la crisi che spadroneggia da ormai più di due anni in tutto il mondo, il valore degli oggetti d'arte è molto ridotto. Per cui l'assicurazione avrà buon gioco nell'ottenere una perizia molto più bassa di quello che è il loro valore, e quindi a non pagare quello che valgono davvero. Non ci voleva il furto proprio adesso!” L'avvocato sbuffò, si diresse verso il caminetto acceso e vi si appoggiò di schiena. Guardò silenziosamente Sasha per alcuni attimi poi proseguì: “E poi ancora non mi hai detto come è andata davvero"
Sasha sbuffò, e un velo di tristezza calò sul suo sguardo.
"James l'ha scoperto solo un paio di sere fa: la camerierina nuova ha un filarino con un ragazzotto, un soldato di stanza qui intorno. Ma lei la sera non ha libertà di uscire, così hanno avuto un colpo di genio: quando volevano incontrarsi, lei lasciava socchiusa la porta della cucina, e lui la veniva a trovare entrando da lì. Credo anche con la complicità della vecchia cuoca. Poi, fatto quello che dovevano, lui sgattaiolava fuori dalla stessa via e lei chiudeva. Peccato che nel durante, mentre erano in altre faccende affaccendati, nessuno dei due si è mai premurato di chiudere la porta… Così anche il nostro topo di villa ha potuto entrare per la stessa strada, ed ha compiuto il furto clamorosamente indisturbato."
"Hahaha.. Scusa … se non fosse tragico, ci sarebbe da ridere della scemenza dei due piccioncini … E adesso?"
"Eh, amico mio: fino a qualche anno fa sarebbero stati entrambi sul fondo della Moldava, a fare da cibo ai pesci siluro e agli storioni!” disse Sasha quasi con una vena di rimpianto nella voce “Ora non posso più permettermi tali pratiche. E quindi il militarino è stato improvvisamente inviato in missione in Afganistan, e la camerierina sta facendo continui colloqui di lavoro in tutta Praga. Inutilmente, ritengo.” Poi si voltò verso il suo interlocutore, e continuò: ”Comunque hai ragione tu, in questo momento non ci voleva il furto, su questo sono d'accordo. Ma se le valutazioni ufficiali dei pezzi d'arte risalissero, si risolverebbe tutto: mi capisci, no?"
Il legale riprese a camminare:
"Si, Sasha: se oggi improvvisamente il prezzo di acquisto di una di queste opere aumentasse, se addirittura avessimo la fortuna che si raggiungesse un nuovo record del prezzo d'acquisto in una asta pubblica prestigiosa, tutto il problema 'bassa valutazione dell'arte per la crisi mondiale' sarebbe superato dai fatti, e tu saresti a posto. Ma come pensi che si possa verificare un evento simile, oggi? Addirittura sembra che qui, nella vecchia Europa, alcuni stati nazionali come la Grecia o il Portogallo siano sull'orlo della bancarotta! E credi che in qualche seduta da Sotheby's si possa ottenere un record di vendita?"
Sasha rimase in silenzio: si era alzato anche lui dalla sua poltrona, ed ora era fermo in piedi davanti alla grande porta finestra dello studio, ed osservava il panorama là fuori: la neve iniziava davvero a sciogliersi, e le macchie di erba erano più numerose di qualche giorno prima.
"E poi, Sasha, fammi capire: quando hai intenzione di denunciare il furto?"
Finalmente Sasha abbozzò un sorrise.
"Presto, Julio. Al momento opportuno."

***

14 Aprile, Malà Strana, Praga
L'antiquario aveva dovuto controllarsi per tutto il tempo che lo strano tipo aveva passato nel suo laboratorio. Ma appena questi era finalmente uscito, si accertò che si fosse allontanato davvero, e subito compose un numero di telefono a memoria.
“Certo, quando li ho visti davanti ai miei occhi non ci potevo credere! (…) No, sono loro, sono sicuro: li conosco fin troppo bene! (…) Ma la cosa più incredibile è che questo sprovveduto neanche immagina di cosa stiamo parlando. (…) No, non credo che sia un complice; forse è vero che ne è solamente venuto in possesso per caso.. (…) Adesso se li è riportati via, ma se vuole piazzarli, deve passare da me, lo sai. (…) Mah, mi ha lasciato un recapito, che è un telefono cellulare, e un indirizzo, che ho già appurato che è falso. (…) No, il numero di telefono è proprio il suo, l'ho fatto squillare quando era qui da me... (…) Sì, sì: ho già informato della cosa il mio amico poliziotto: mi troverà l'intestatario della scheda telefonica. (…) Ma no, tranquillo, cosa vuoi che gli abbia detto? Lui prende i soldi, e fa le cose: lui non pensa, esegue. (…) Beh, ora come ora gli ho offerto un paio di milioni. (...) sì sì, dollari (…) No, per tutti e quattro! Scherzi? (…) Mah, ha detto che ci vuole pensare: credo che voglia rilanciare... (…) Va bene, non ti preoccupare, ci penso io a tutto. (…) Ti richiamo a operazione conclusa. (…) Sì, tranquillo. Ciao.”
Depose il ricevitore, e tirò un sospiro di sollievo: meno male che Lui non gli aveva imposto di ospitare qualche tirapiedi nel suo negozio, in attesa del ritorno dello sprovveduto venditore.
No, non era cosa per un antiquario: l'arte aborriva le armi, specie quelle da fuoco. E mal s'accompagnava con la presenza di rozzi tirapiedi. No: le cose in vita sua le aveva sempre sapute sistemare in un altro modo: un metodo non violento, ma altrettanto efficace. E sarebbe stato così anche stavolta.

(segue)

Nessun commento:

Posta un commento