mercoledì 29 febbraio 2012

L'amore proibito - Capitolo 3

Virginia prese Liliana per mano e si diresse verso l’uscita che le avrebbe condotte in strada.

Il panorama che si trovarono di fronte fu agghiacciante, madri disperate si aggiravano tra le macerie di un edificio interamente crollato, alla ricerca dei propri cari.

Grida di disperazione si propagavano nel silenzio irreale di quello scenario infernale.

Anime solitarie vagavano senza meta rinchiuse nella muta disperazione che solo un forte dolore può provocare.

Virginia sentì la paura attanagliarle il cuore, strinse forte la mano di Liliana ed insieme cominciarono la loro disperata ricerca.

“ Avete visto una signora bruna dai lunghi capelli neri aggirarsi qui intorno? Indossava un cappotto verde e una gonna nera, è la mia mamma, non riesco a trovarla!, per favore l’avete vista?. “

A tutti quelli che incontravano facevano la stessa domanda, ma nessuno pareva aver notato quell’esile creatura aggirarsi nei dintorni.

“ Ma dove sarà andata! “ disse Virginia mettendosi a piangere, cosciente del fatto che non avrebbe potuto sopportare la perdita dell’unica persona che la teneva ancora legata alla vita.

Dopo un lungo vagare, Virginia ebbe un’intuizione e le venne in mente di andare a cercare mamma Carla a casa, stupidamente lì non erano ancora state e non era poi così improbabile che avesse voluto trovar conforto tornando nella propria abitazione.

Corsero verso casa, entrarono ansimando nell’androne, salirono di fretta i tre piani di scale dai bianchi gradini di marmo, per ritrovarsi dinnanzi ad una porta socchiusa che le vide entrare con la speranza fissata negli occhi.

Carla si trovava seduta nel silenzio del tinello, una lacrima percorrendo il suo viso andò a posarsi su di una fotografia che stringeva forte al petto, lì erano impressi i volti sorridenti della sua adorata famiglia prima di quel maledetto 13 agosto.

Carla, sconfitta dalla vita, aveva ormai smesso di lottare, permettendo al dolore di annidarsi dentro di lei senza darle tregua. Il suo corpo era presente, ma il suo spirito vagava senza sosta alla ricerca delle anime di coloro che aveva amato così profondamente, e come tutti coloro che soffrono di questa terribile malattia che è il dolore di una perdita, non si rendeva conto che la sua unica possibilità di salvezza era concentrata in quella dolce creatura che le stava a fianco, ormai abituata a donar muto affetto, senza ricevere nulla in cambio, se non il ricordo di ciò che era stato.

Liliana si rese improvvisamente conto di quanto fosse tardi e di quanto fosse stata sconsideratamente superficiale nel passare quelle ore insieme a Virginia, dimenticando, che anche lei aveva una famiglia e che sicuramente i suoi genitori erano preoccupati per non averla vista rientrare dopo il bombardamento, ma non aveva potuto fare a meno di aiutare quella creatura che sentiva essere così disperatamente sola.

Salutandosi, gli occhi di Liliana si intrecciarono nuovamente a quelli di Virginia.

Guardando quei due occhi scuri come la notte provò una sensazione particolare, un’emozione mai provata prima e uno strano brivido percorse il suo corpo quando Virginia le si avvicinò per salutarla.

In quell’istante un lieve rossore comparve sulle sue guance.

“ Mi spiace devo scappare, la mia famiglia sarà in ansia per me, ti prometto che ci rivedremo presto.”

Si abbracciarono strette, ma poi Liliana scappò via da quell’intreccio d’anime, scivolando nel buio della sera illuminata dagli incendi divampati a causa del terribile bombardamento.

Correva come il vento cercando di abbreviare il più possibile quel lungo cammino che la separava dal calore della sua famiglia, si sentiva terribilmente in colpa per non essere tornata subito a casa.

L’aria accarezzava i suoi pensieri, rendendo visibile sul suo volto la preoccupazione per l’angoscia procurata ai suoi cari e sperò in cuor suo che nulla fosse accaduto a coloro che tanto amava, perché in caso contrario non avrebbe mai potuto perdonarsi.

Con il cuore in gola arrivò finalmente davanti al portone di casa, si sentì felice nel constatare che tutto sembrava essere rimasto apparentemente immutato.

Salì di fretta le scale, le sembrava non finissero mai quei gradini che la separavano dal caldo abbraccio dei suoi genitori.

La porta era aperta, Liliana non ebbe bisogno di suonare.

Entrò silenziosamente, quasi avesse paura di ciò che avrebbe potuto trovare.

Loro erano seduti in cucina, al buio.

Mamma poggiava il suo capo, reso pesante dai pensieri in esso contenuto, sulle sue stanche braccia, che teneva incrociate su quel vecchio tavolo di marmo che rievocava nella memoria di Liliana i momenti felici di quando insieme preparavano la pasta fatta in casa per il pranzo della domenica.

Quell’immagine era talmente forte dentro di lei che le pareva di sentire il profumo del ragù che sobbolliva sui fornelli.

Papà al suo fianco le accarezzava dolcemente il volto cercando di dare conforto al suo dolore, ma dai suoi occhi traspariva l’inquietudine annidata nel suo cuore per quella figlia che non vedeva tornare.

Quasi a percepire la sua presenza, alzarono i loro sguardi verso quell’ombra che si intuiva nella stanza e resisi conto che era quella della loro adorata figlia, si precipitarono ad abbracciarla scoppiando in un pianto a dirotto. Furono talmente felici di poterla nuovamente tenere stretta tra le loro braccia, che non vollero saper nulla di più.

Ciò che contava realmente era saperla salva e nuovamente con loro.

Mamma Bice accese una candela, fece sedere Liliana al bianco tavolo di marmo e lentamente, quasi fosse un antico rituale, tirò fuori dal mobiletto della cucina un pezzo di pane nero, preso quella stessa mattina con la “ tessera della fame “ e come fosse un prezioso regalo le porse un bicchiere di latte comprato al mercato nero.

Gli occhi di Liliana brillavano di una luce intensa ed il suo cuore si era rasserenato dinnanzi a quell’amore dal quale si sentiva avvolta e protetta, era come se nulla di male potesse capitarle in presenza di quel forte sentimento.

Erano circa le 22.44.

Liliana ed i suoi genitori si apprestavano ad andare a dormire.

Erano stremati da quella giornata così densa di avvenimenti ed il loro unico pensiero era quello di potersi finalmente abbandonare ad un sonno profondo che potesse per alcune ore alleviare il ricordo di quella devastante realtà, lasciando finalmente spazio al sogno di una vita migliore.

Fu proprio in quel momento che il rombare inquietante dei bombardieri inglesi ruppe il silenzio sceso su quella città ancora incredula per ciò che era avvenuto nel tardo pomeriggio.

Spensero d’un fiato la candela posta sul grande tavolo e corsero giù per le scale cercando un riparo sicuro nelle cantine.

Il sibilo delle bombe agghiacciava le loro anime, il freddo stringeva come in una morsa i loro corpi immobili nella paura, mentre una lacrima scendeva a bagnare il volto di mamma Bice che incapace di rassegnarsi a perdere la sua personale guerra contro la morte, prese una straziante decisione.

Con un filo di voce disse a Liliana: “ Mi spiace, non avrei mai voluto arrivare a separarmi da te, ma se avremo la fortuna di sopravvivere anche questa volta, da domani tesoro dovrai sfollare. “

Un dolore lancinante come quello di una spada che ti trafigge il petto colpì Liliana nel profondo della sua anima, avrebbe voluto ribellarsi a quella che percepiva come un’ingiustizia, anche se ancora non riusciva a comprendere l’origine di quel suo profondo turbamento.

Poi come un fulmine che arriva ad illuminare la notte capì la causa del suo dolore.

Dover andare via da Milano avrebbe significato per Liliana il doversi allontanare da quegli occhi scuri e dolci come una cioccolata fumante che prometteva con il suo profumo amabili piaceri.

Liliana si rese conto che non voleva perdere gli occhi che quella sera si erano intrecciati con i suoi segnando per sempre i loro destini.

2 commenti:

  1. Mamma mia.... Sono una selva di brividi, ed ho pure una piccola lacrima che ricaccio indietro deglutendo....
    Cosa ci riserveranno i prossimi capitoli?
    Bello bello bello...

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  2. Letto!è ancora più bello del primo,davvero!le prime parole che ho associato al capitolo sono state:intenso e credibile. Complimenti!mi sto anche ricredendo su Liliana...forse dovrà fare una scelta costretta e non voluta...mah,vedremo!intanto,waiting for...

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