Ibiza è esibizione, festa e musica che non finisce mai.
Martino adorava questo volto dell’isola ed approfittando del lavoro di Marcelo ci si immerse con tutto se stesso, scomparendo dalla vita alla luce del sole per i giorni a venire.
Ma Eivissa è anche tranquillità, terra, gallerie d’arte, crepuscolo, natura incontaminata, cene in riva al mare al chiaro di luna e Roberto e Mariciel apprezzavano molto di più questo aspetto dell’isola.
I lunghi e bianchi sentieri che attraversano gli aranceti e gli uliveti e che si perdono all’orizzonte fecero spesso da cornice alle loro lunghe passeggiate.
Un pomeriggio mentre camminavano lungo un sentiero nei pressi di San Jose, vennero attratti da una costruzione in perfetto stile ibizenco immersa negli ulivi secolari ed arricchita da una cupola in stile arabo.
Incuriositi, si avvicinarono scoprendo una scritta che veniva parzialmente nascosta da una lussureggiante Buganvillea del color della passione, “ Ahmara “.
Impiegarono qualche minuto prima di intuire che si trattasse di un Hammam.
Senza pensarci Mariciel prese per mano Roberto conducendolo verso l’interno.
Rimasero impressionati dai marmi e dai mosaici in perfetto stile esotico che rivestivano l’ingresso di quella meraviglia.
Mariciel decise che doveva fare questa nuova esperienza e rivolgendosi alla signora che troneggiava all’ingresso con la sua mole solenne, chiese:
“ Buenas dias, queria saber si en este hammam yo y mi amigo podemos entrar juntos y quanto vale para los dos”.
“ Claro que si, podeis entrar los dos juntos y vale 25 euro a persona.”
Con tono deciso Mariciel disse:
“ Muy bien, aqui lo tienes,” e le porse il denaro.
Così ebbe inizio il loro viaggio attraverso la depurazione del corpo e della mente.
Vennero fatti accomodare nella “ Camekan”, stanza dove venivano accolti i clienti prima e dopo l’hammam, qui consumarono una tazza di tè avvolti in un’atmosfera rilassante mentre soavi note musicali accompagnavano i loro pensieri.
Un esile creatura dall’aspetto diafano entrò porgendo loro un “ pestemal “ ( pezza di tessuto da drappeggiare intorno alla vita ) che legarono ai fianchi coprendo così le loro parti intime.
La stessa creatura li accompagnò nella stanza principale dell’Hammam, “ L’ Hararet. “
Si ritrovarono soli nel cuore pulsante dell’hararet avvolti da una nuvola di vapore che lasciava intravedere le pareti ricoperte da minuscole piastrelline blu, un blu scuro come il color del mare quando diventa profondo.
Il bianco soffitto era cosparso da milioni di gocce d’acqua che a volte staccandosi andavano a colpire inaspettatamente i loro corpi facendoli fremere per brevi istanti.
Il silenzio cullava le loro anime, i loro sensi pervasi dall’esalazioni profumate si mischiavano al rumoreggiare dell’acqua che scorreva a cascata nella vasca traboccante d’acqua ghiacciata.
Adagiata su di una bianca panca di marmo, Mariciel si lasciò trasportare da visioni che ormai sentiva appartenerle, godendo di quell’atmosfera unica.
La sua mente vagava sulle bianche spiagge di Eivissa lambite dal mare azzurro e cristallino.
Accompagnata dai rumori della natura poteva scorgere le bianche case schierate lungo il porto, sovrastate dalle antiche mura, testimonianza di antiche civiltà , laddove la Dea Tanit e il Dio Bes, a volte ancora si aggiravano, beffeggiandosi degli ignari turisti che puntualmente cadevano nella fitta trama dei loro perfidi giochi.
Roberto seduto poco più in la nella rotonda vasca dell’idromassaggio ammirava il corpo immobile di Mariciel, era uno splendore avvolta da quella stoffa che a malapena copriva la parte più intima del suo corpo.
La desiderava intensamente, le sue membra fremevano di fronte al suo corpo seminudo.
Come se avesse intuito i suoi desideri Mariciel raggiunse Roberto nella vasca a idromassaggio.
Mariciel volle credere che quella fosse realmente l’isola sacra di Tanit, Dea dell’amore e del piacere e volle anche credere che quella che vedeva di fronte a se, fosse l’isola delle sirene descritta da Omero nell'Odissea.
Ma Eivissa è anche tranquillità, terra, gallerie d’arte, crepuscolo, natura incontaminata, cene in riva al mare al chiaro di luna e Roberto e Mariciel apprezzavano molto di più questo aspetto dell’isola.
I lunghi e bianchi sentieri che attraversano gli aranceti e gli uliveti e che si perdono all’orizzonte fecero spesso da cornice alle loro lunghe passeggiate.
Un pomeriggio mentre camminavano lungo un sentiero nei pressi di San Jose, vennero attratti da una costruzione in perfetto stile ibizenco immersa negli ulivi secolari ed arricchita da una cupola in stile arabo.
Incuriositi, si avvicinarono scoprendo una scritta che veniva parzialmente nascosta da una lussureggiante Buganvillea del color della passione, “ Ahmara “.
Impiegarono qualche minuto prima di intuire che si trattasse di un Hammam.
Senza pensarci Mariciel prese per mano Roberto conducendolo verso l’interno.
Rimasero impressionati dai marmi e dai mosaici in perfetto stile esotico che rivestivano l’ingresso di quella meraviglia.
Mariciel decise che doveva fare questa nuova esperienza e rivolgendosi alla signora che troneggiava all’ingresso con la sua mole solenne, chiese:
“ Buenas dias, queria saber si en este hammam yo y mi amigo podemos entrar juntos y quanto vale para los dos”.
“ Claro que si, podeis entrar los dos juntos y vale 25 euro a persona.”
Con tono deciso Mariciel disse:
“ Muy bien, aqui lo tienes,” e le porse il denaro.
Così ebbe inizio il loro viaggio attraverso la depurazione del corpo e della mente.
Vennero fatti accomodare nella “ Camekan”, stanza dove venivano accolti i clienti prima e dopo l’hammam, qui consumarono una tazza di tè avvolti in un’atmosfera rilassante mentre soavi note musicali accompagnavano i loro pensieri.
Un esile creatura dall’aspetto diafano entrò porgendo loro un “ pestemal “ ( pezza di tessuto da drappeggiare intorno alla vita ) che legarono ai fianchi coprendo così le loro parti intime.
La stessa creatura li accompagnò nella stanza principale dell’Hammam, “ L’ Hararet. “
Si ritrovarono soli nel cuore pulsante dell’hararet avvolti da una nuvola di vapore che lasciava intravedere le pareti ricoperte da minuscole piastrelline blu, un blu scuro come il color del mare quando diventa profondo.
Il bianco soffitto era cosparso da milioni di gocce d’acqua che a volte staccandosi andavano a colpire inaspettatamente i loro corpi facendoli fremere per brevi istanti.
Il silenzio cullava le loro anime, i loro sensi pervasi dall’esalazioni profumate si mischiavano al rumoreggiare dell’acqua che scorreva a cascata nella vasca traboccante d’acqua ghiacciata.
Adagiata su di una bianca panca di marmo, Mariciel si lasciò trasportare da visioni che ormai sentiva appartenerle, godendo di quell’atmosfera unica.
La sua mente vagava sulle bianche spiagge di Eivissa lambite dal mare azzurro e cristallino.
Accompagnata dai rumori della natura poteva scorgere le bianche case schierate lungo il porto, sovrastate dalle antiche mura, testimonianza di antiche civiltà , laddove la Dea Tanit e il Dio Bes, a volte ancora si aggiravano, beffeggiandosi degli ignari turisti che puntualmente cadevano nella fitta trama dei loro perfidi giochi.
Roberto seduto poco più in la nella rotonda vasca dell’idromassaggio ammirava il corpo immobile di Mariciel, era uno splendore avvolta da quella stoffa che a malapena copriva la parte più intima del suo corpo.
La desiderava intensamente, le sue membra fremevano di fronte al suo corpo seminudo.
Come se avesse intuito i suoi desideri Mariciel raggiunse Roberto nella vasca a idromassaggio.
Sorrideva.
Roberto adorava quel sorriso, come adorava quel suo lungo collo da principessa che iniziò a baciare con ardore.
La passione li travolse e senza rendersene conto fecero l’amore avvolti dal gorgoglio delle bollicine d’acqua tiepida che accarezzavano i loro corpi rapiti dal piacere.
Rimasero abbracciati l’uno dentro l’altra per lungo tempo, finchè Mariciel staccandosi dal corpo immobile di Roberto si allontanò per tuffarsi nella vasca d’acqua ghiacciata.
Quando uscì si abbandonò nuovamente sul bianco marmo della panca lasciandosi cullare dalla pace che percepiva nella sua anima ma senza poter allontanare suo malgrado quella forte sensazione di dolore nell’aver potuto possedere il corpo di Roberto ma non il suo spirito più profondo.
Questa percezione accompagnò Mariciel nei giorni a venire.
Ella si rendeva conto che quella sensazione che si era fatta largo nella sua anima, repentinamente come un lampo nel cielo, non aveva un fondamento reale, ma in cuor suo sapeva di non essersi sbagliata, sapeva e sentiva Roberto lontano da lei, sapeva che i suoi pensieri più profondi non le appartenevano.
Ormai era giunto l’ultimo giorno della loro vacanza a Ibiza, l’indomani mattina avrebbero dovuto prendere il volo che li avrebbe riportati a Girona, e così Mariciel decise di portare Roberto ad ammirare l’ultimo tramonto ibizenco al Mirador di Es Vedrà.
Es Vedrà isolotto roccioso alto 380 metri circa, che si dice emani un’energia misteriosa.
Numerose leggende ruotano intorno a quest’isola, c’è chi dice che si tratti dei resti di Atlantide, chi ha segnalato avvistamenti di UFO e chi pensa sia uno dei triangoli di energia inspiegabili nel mondo insieme al triangolo delle Bermuda. In effetti gli strumenti delle barche dei pescatori e le loro bussole impazziscono in prossimità dell’isola, e gli aerei non sorvolano questa zona perché i radar vanno in tilt.
Arrivare a Es Savinar si rivelò un’impresa, un po’ per le indicazioni quasi nulle e un pò per quel sentiero in salita nel mezzo della natura che non ti permette di poterci arrivare in macchina.
Arrivarono provati, ma lo spettacolo che si propose a i loro occhi una volta giunti in cima li ripagò della faticosa salita.
Un’esplosione di colori sembravano essere stati pennellati nel cielo, la luce ormai tinta di rosso si posava su Es Vedra rendendo reali le sue sembianze di drago che sta per emergere dall’acqua.
Si sedettero, ed abbracciati ammirarono silenziosamente quella meraviglia della natura.
La passione li travolse e senza rendersene conto fecero l’amore avvolti dal gorgoglio delle bollicine d’acqua tiepida che accarezzavano i loro corpi rapiti dal piacere.
Rimasero abbracciati l’uno dentro l’altra per lungo tempo, finchè Mariciel staccandosi dal corpo immobile di Roberto si allontanò per tuffarsi nella vasca d’acqua ghiacciata.
Quando uscì si abbandonò nuovamente sul bianco marmo della panca lasciandosi cullare dalla pace che percepiva nella sua anima ma senza poter allontanare suo malgrado quella forte sensazione di dolore nell’aver potuto possedere il corpo di Roberto ma non il suo spirito più profondo.
Questa percezione accompagnò Mariciel nei giorni a venire.
Ella si rendeva conto che quella sensazione che si era fatta largo nella sua anima, repentinamente come un lampo nel cielo, non aveva un fondamento reale, ma in cuor suo sapeva di non essersi sbagliata, sapeva e sentiva Roberto lontano da lei, sapeva che i suoi pensieri più profondi non le appartenevano.
Ormai era giunto l’ultimo giorno della loro vacanza a Ibiza, l’indomani mattina avrebbero dovuto prendere il volo che li avrebbe riportati a Girona, e così Mariciel decise di portare Roberto ad ammirare l’ultimo tramonto ibizenco al Mirador di Es Vedrà.
Es Vedrà isolotto roccioso alto 380 metri circa, che si dice emani un’energia misteriosa.
Numerose leggende ruotano intorno a quest’isola, c’è chi dice che si tratti dei resti di Atlantide, chi ha segnalato avvistamenti di UFO e chi pensa sia uno dei triangoli di energia inspiegabili nel mondo insieme al triangolo delle Bermuda. In effetti gli strumenti delle barche dei pescatori e le loro bussole impazziscono in prossimità dell’isola, e gli aerei non sorvolano questa zona perché i radar vanno in tilt.
Arrivare a Es Savinar si rivelò un’impresa, un po’ per le indicazioni quasi nulle e un pò per quel sentiero in salita nel mezzo della natura che non ti permette di poterci arrivare in macchina.
Arrivarono provati, ma lo spettacolo che si propose a i loro occhi una volta giunti in cima li ripagò della faticosa salita.
Un’esplosione di colori sembravano essere stati pennellati nel cielo, la luce ormai tinta di rosso si posava su Es Vedra rendendo reali le sue sembianze di drago che sta per emergere dall’acqua.
Si sedettero, ed abbracciati ammirarono silenziosamente quella meraviglia della natura.
Mariciel volle credere che quella fosse realmente l’isola sacra di Tanit, Dea dell’amore e del piacere e volle anche credere che quella che vedeva di fronte a se, fosse l’isola delle sirene descritta da Omero nell'Odissea.
“ Eivissa è un’isola che ti ruba il cuore. La sua magia, i suoi colori e la sua natura portano in se la pace dello spirito. ”
Ora ne era certa, sapeva esattamente in cuor suo cosa voleva.
Mariciel guardò Roberto con occhi pieni di emozione e con un filo di voce gli disse: “ Mi deseo … è rimanere a vivere in quest’isola, domani non tornerò a Quadaques.
Ora ne era certa, sapeva esattamente in cuor suo cosa voleva.
Mariciel guardò Roberto con occhi pieni di emozione e con un filo di voce gli disse: “ Mi deseo … è rimanere a vivere in quest’isola, domani non tornerò a Quadaques.
Rimani qui con me? Mi piacerebbe averti al mio fianco. “
Roberto rimase in silenzio.
Quel silenzio confermò le sensazioni avute da Mariciel giorni addietro nell’Hammam.
Roberto e Martino l’indomani partirono.
Roberto rimase in silenzio.
Quel silenzio confermò le sensazioni avute da Mariciel giorni addietro nell’Hammam.
Roberto e Martino l’indomani partirono.
Mariciel, accompagnata dalla pace che albergava nel suo spirito, rimase su quell' isola magica aspettando il giungere di Gennaio per poter ammirare i bianchi fiori dei mandorli contrastare il rosso di quell’antica terra intrisa di mistero.
Povera Mariciel :(
RispondiEliminaInsomma... alla fine può solo sperare di cavarsela con il Primo Epilogo...
Dipende da come si guardano le cose...potrebbe essere che la fortuna di Mariciel sia stata proprio quella di riuscire a "cavarsela" senza Roberto...
RispondiElimina:)