mercoledì 21 settembre 2011

Io credo alle fate! - Capitolo 1


Domenica, 7 febbraio 2010

Non la sopporto! Lalla davvero non la sopporto! Mi chiedo cosa le abbia fatto di male per aver meritato che mi umiliasse in questo modo davanti a Billo... e sì che lo sa che mi piace...
Va bene, devo raccontarti tutto, caro diario, perchè altrimenti non capisci...
Lalla ha organizzato un incontro oggi pomeriggio, per vedere le foto fatte a Corvara, in montagna. Era un momento che temevo davvero, non tanto per le foto scattate sulle piste quanto per quelle scattate in piscina. Una sequenza di foto fatte da Lalla “a tradimento” nelle pose più sconce che io possa immaginare... l’avevo scongiurata di togliere almeno le mie... e invece, che stronza, non solo le ha tenute, ma ha fatto quel primo piano... Io volevo morire quando le ho viste... in più, siccome ha preparato tutto un video con le foto e la musica sotto – in questo devo ammettere che ci sa fare – beh... la canzone che ha messo su quando è passata quella mia foto ... Non riesco nemmeno a dirtelo! Sei solo un pezzo di carta, ma faccio lo stesso fatica a scriverlo... per me è talmente umiliante che... ecco, adesso rovino tutto il foglio anche con le lacrime... lasciamo perdere, oggi è meglio non scrivere... A domani, sperando che sia meglio...

Milla


Lunedì, 8  febbraio 2010

Oggi Lalla mi ha chiesto scusa. Non me lo aspettavo, ma forse ha un cuore anche lei... Mi ha detto che voleva farmi uno scherzo e basta, ma non si aspettava che io avessi una reazione così. “Bello scherzo, sì” le ho detto “Hai fatto quel primo piano sul mio grasso culo accompagnandolo con la canzone Rosalina Rosalina cicciottina... ma che credi? Che faccia piacere?”
No, non posso proprio perdonarla, soprattutto perchè oggi Billo mi guardava da lontano con i suoi amici e ridevano... io volevo morire, volevo scappare e se non fosse stato per Cate, probabilmente adesso sarei sotto un camion... Devo fare qualcosa...

Milla

Martedì, 9  febbraio 2010

Cate è davvero un’amica. Le farò un monumento... sono talmente felice che le regalerei il mondo...  Oggi, caro diario, per favore metti una stella gialla, anzi diecimila stelle gialle... Cate mi ha passato un sito... mi ha detto che basta seguire alla lettera quello che c’è e in un paio di mesi raggiungi dei risultati fantastici.. è solo questione di volontà... non serve altro... Gliela farò vedere a Lalla... e anche a Billo ed ai suoi amici.. la prossima estate non avranno un altro grosso culo sul quale ridere... Parola di Milla.

Milla

Lunedì 21 Settembre 2010

«     Allora, signora è pronta a cominciare? »
«     Sì dottoressa.  »
«     Mi ha detto per telefono che due settimane fa ha scoperto che sua figlia è bulimica. »
«     Beh, io credo dottoressa.  »
«     Mi spieghi bene...  »
«     Ecco, avevamo preso qualche  giorno di ferie prima dell’inizio della scuola. Siamo andati al mare. Abbiamo una casa a Albisola, dove andiamo spesso i week-end e poichè ero particolarmente stanca per il lavoro e avevo la reperibilità, abbiamo deciso di non allontanarci molto da Milano. Sono andata io con le ragazze e mio marito è stato con noi i due week-end. »
«     Quanti figli ha? »
«     Tre ragazze, Milla di quattordici anni è la più grande. Poi c’è Marika di dodici e Serena di otto. »
«     Vada avanti, prego... »
«     Ecco, la prima domenica che eravamo lì ci hanno invitato degli amici fuori a cena. Milla aveva insistito parecchio per restarsene a casa. Diceva di non voleva uscire con noi, ma mi sembrava una cosa normale: non c’erano altri ragazzi e immaginavo che le ragazze si sarebbero un po’ seccate... Del resto mi spiaceva lasciarle da sole a casa. »
«     Non deve farsene una colpa. Mi sembrano scelte normali di una famiglia normale... »
«     Sì, ecco... sinceramente non ho prestato attenzione a cosa hanno mangiato le ragazze. Erano sedute ad un lato della tavola, parlavano tra di loro, vicino al loro padre. Io ero vicino a delle amiche che non vedevo da tempo... E’ la sera a casa che ho avuto la netta percezione che qualcosa non andasse, perchè non abbiamo nemmeno avuto il tempo di tornare a casa che Milla si è precipitata in bagno. Marika abbastanza innocentemente le ha domandato se dovesse ancora vomitare e allora le ho chiesto cosa fosse successo. Marika mi ha detto che al ristorante si era alzata tre volte per vomitare, dopo il primo, dopo il secondo e dopo il dolce. Non capivo... se fosse stata male di stomaco non avrebbe più mangiato dopo il primo. Allora sono andata verso il bagno. La porta era chiusa. Ho bussato. Non mi ha aperto e non mi ha nemmeno risposto. Mio marito non capiva, mi diceva di lasciarla stare. Io immaginavo cosa stesse succedendo al di là della porta ed immagini più che familiari sono scorse improvvisamente davanti ai miei occhi... »
«     Perchè dice familiari? »
«     Era il 2000, credo. Milla aveva più o meno quattro anni e Marika due. Ero tornata a lavorare da un po’, ma subivo delle fortissime pressioni perchè ero ingrassata... »
«     “Fortissime pressioni”... Perchè? Che lavoro fa? »
«     Lavoro in una casa di moda. Ero la responsabile del team di modelle. Capisce... non potevo dare il cattivo esempio. Ero cinque chili in più di quando ero rimasta incinta di Marika e dovevo perdere quei chili, solo che avevo fame, una fame nervosa che non riuscivo a trattenere e in alcuni momenti capitava che mangiassi tutto quello che avevo a portata di mano, mi scolavo litri di latte per aiutarmi a vomitare. E’ andata avanti così fino a che non sono rimasta incinta di Serena. »
«     Durante la gravidanza di Serena e dopo, cosa è successo? »
«     Durante la gravidanza non osavo vomitare. Mangiavo, mi abbuffavo ma poi non avevo il coraggio di provocarmi il vomito. Sono ingrassata di ventidue chili per questo motivo. Il ginecologo era disperato. Dopo il parto ho ripreso a vomitare ed ho iniziato a prendere quella specie di integratori al chitosano. Ho ripreso a fumare. Nel giro di sei mesi ero tornata magra come ero prima della gravidanza di Milla e da allora sono stata fortunata... non ho più avuto problemi. L’ho pagata con il fumo: adesso fumo due pacchetti di sigarette al giorno e non riesco a smettere... in realtò non voglio smettere... riprenderei peso... »
«     Le sue figlie l’hanno mai vista o hanno mai sospettato qualcosa? »
«     Beh, non penso... quando erano piccole in realtà mi chiudevo in bagno e aprivo l’acqua per non fare sentire strani rumori. Poi lo facevo solo quando non c’era nessuno in casa oppure quando dormivano. »
«     In ogni caso deve rendersi conto che in qualche modo lei ha passato alle sue figlie questo modello secondo il quale bisogna essere magri per forza o la sensazione di disagio e ansia che l’essere lontano dal modello comporta... Magari ne parlava con suo marito... »
«     Lui è istruttore di educazione fisica. Può immaginare che per lui la forma fisica sia fondamentale. Non le ha mai stressate su questo, per carità... in effetti però Serena è un po’ cicciottella e qualcosa ogni tanto glielo dice... »
«     Sicuramente questo ambiente ha influito su Milla, ma non può essere la causa. Non sa se sia successo qualcosa... non so, una litigata con un’amica, un’osservazione di un fidanzatino, qualcosa che l’abbia spinta a iniziare... »
«     No. Non saprei davvero... E’ sempre stata serena... io l’ho sempre vista così, anche se esco la mattina alle otto e torno dopo dodici ore... insomma... certe cose o me le raccontano le ragazze o io difficilmente le scopro, anche se parlo molto con le altre mamme... »
«     Beh,  se non passa con loro molto tempo... difficilmente può cogliere certe sfumature... »
«     Mi sono sempre sentita in colpa per questo. Ma è il mio lavoro, non ho voluto rinunciarci, così come non ho voluto rinunciare alla mia famiglia... »
«     Un colpo al cerchio ed uno alla botte non sempre lasciano interi cerchio e botte, a volte qualcosa si sfascia... »
«     Anche lei ritiene che avrei dovuto restare a casa a fare la calza? Lei non ha una famiglia? »
«     Non la sto accusando di nulla, signora. Ognuno fa le proprie scelte. Le sto solo dicendo che è evidente in questo caso l’impatto della sua scelta di lavorare, di lavorare in un certo ambiente e vivere secondo un modello ben preciso. Che lo voglia o no sua figlia Milla ha assorbito tutto questo e lei non se n’è accorta fino a quando non ci ha sbattuto il naso. Se fosse stata presente di più in casa, probabilmente se ne sarebbe accorta prima. Non è una colpa che le attribuisco. E’ una constatazione. Quello che le dico prescinde da un giudizio personale: io ho quattro figli e ho un orario di lavoro come il suo, solo che ho la possibilità di andare e venire da casa e non ho un lavoro che mi impone di essere sempre al meglio della forma... »
«     Mi spiace dottoressa... E’ che negli anni i rimorsi, i sensi di colpa si accumulano... »
«     Lo so, mi creda... Ma ringraziamo il cielo che lei se n’è accorta quella sera e... andiamo avanti... ha provato a parlarle? »
«     Sì... ci ho messo un po’... dopo qualche giorno mi ha confessato che vuole dimagrire, che tutte le sue amiche sono magre e vorrebbe anche lei essere come loro... Io le ho detto che mi sembrava che fosse dimagrita da Natale... ricordavo che i jeans le andavano larghi e le avevo dovuto comprare un paio di una misura più piccola... Anche quest’estate al mare la vedevo così magra... ma mi sembrava normale, forse non volevo vedere... »
«     E quindi? »
«     Nulla. Ogni volta mi prometteva di non farlo più e poi la ribeccavo di nuovo... quindi ho parlato con il medico di base che mi ha indirizzato a lei... »
«     Sì... quindi non sa cosa potrebbe avere fatto nascere in lei il desiderio di dimagrire... »
«     No. A parte che beh, sì, era cicciottella... ma dopo Natale ha cominciato a mangiare un po’ meno e ho visto che aveva perso un po’ di chili... insomma non pensavo... »
«     Stia tranquilla signora... ecco, io ho in mente di fare ancora qualche colloquio con lei, magari uno con il padre e uno insieme. Milla per ora non penso sia necessario vederla... ecco, preferisco dare a voi qualche indicazione e solo se necessario allora vediamo se fare qualche incontro con Milla. Lei però stia attenta... Milla non deve continuare a vomitare... riesce a tenerla sotto controllo? »
«     Io non sono a casa sempre... »
«     E’ importante tenerla sotto controllo. Non dovete lasciarla sola. »
«     Ma come faccio? »
«     Non lo so signora. Decida lei quello che è importante... »

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