IERI
Parcheggiate la macchina poco distante da Sunrise Point, a Bryce.
Non avete fatto colazione, perché la madre di Rachael vi ha consigliato di muovervi presto per assistere allo spettacolo dell’alba sugli hoodoos di Bryce Canyon. E Sunrise Point è il posto migliore per assistervi, o almeno così dice lei.
Ci sarà tempo per le uova strapazzate e il bacon, più tardi.
Iniziate la marcia lungo il sentiero sterrato che conduce alla prima gola.
Da lì potrete arrampicarvi fino a raggiungere Sunrise Point. Ci sono altre persone dirette a Sunrise, e cervi nella boscaglia ai lati del sentiero. Non hai mai visto un cervo, se non sullo schermo del tuo Brionvega a colori.
Per un quarto d’ora abbondante camminate accompagnati soltanto dal tintinnio delle fibbie dei vostri zaini e dai vostri sbuffi.
Ogni tanto un hello da parte di qualche sconosciuto vi ricorda che non siete soli sul sentiero.
Percorrete la scala di roccia che porta a Sunrise Point e vi ritrovate su quella che sembra essere la cima di una torre d’osservazione medievale.
Lontano, verso est, i primi barbagli dell’alba cominciano a filtrare tra nubi violacee e a screziare il profilo frastagliato dei monti che circondano il canyon.
Tutto intorno a voi, il mondo è sospeso nel silenzio di un attimo.
Le altre persone che si trovano lì non fanno caso a voi, né voi a loro. E’ tutto un appannarsi di fiato nell’aria pungente dell’alba.
Ti guardi intorno, facendo scorrere lo sguardo sui pinnacoli di roccia, osservando il nero degli abeti contro l’ocra delle pareti circostanti.
Noti una cresta rocciosa poco più a valle di Sunrise Point. Nessuno in vista. C’è un sentiero che collega il posto di osservazione con la cresta, e a occhio ti sembra che la roccia sia sufficientemente larga da consentirvi, una volta là, di sedervi.
“Andiamo là”, dici a Sara, sottovoce, quasi temessi che qualcuno possa decidere di seguire la vostra idea. Indichi la cresta. Lei annuisce.
Siete seduti sulla cresta, la sabbia che scricchiola sotto di voi ad ogni più piccolo movimento.
Il sole ha superato il bordo orientale del canyon, e gli hoodoos cominciano a virare dall’ocra all’arancione al rosso acceso. Una cinciallegra grida in lontananza.
Non dite niente. Vi tenete per mano, mentre l’alba si stende sul bacino del canyon, e le ombre dei pinnacoli si allungano come dita nere e affusolate verso ovest. Ti sembra di vedere una ripresa accelerata. La ripresa accelerata più bella della tua vita.
Stringi le dita di Sara, fredde contro il palmo della tua mano, e noti che le luccicano gli occhi. Proprio come a te.
Pensi che sarebbe troppo banale scrivere che non l’hai mai vista bella come in quel momento, il volto tinto di sfumature rosso dorate e gli occhi che brillano come giaietto. Ma non riesci a pensare a nient’altro che a quello, e se potessi catturare in qualche modo la sensazione di star contemplando l’essenza stessa della bellezza lo faresti, dovesse richiederti mille pagine e mille anni di lavoro.
Hai capito.
Hai deciso.
“Vuoi sposarmi?”
Si gira verso di te, e ti fissa senza parlare per quello che sembra un tempo infinito. Il vento le scompiglia i capelli, che per un istante separano i suoi occhi dai tuoi.
E’ giorno fatto quando realizzi che da quel momento in avanti ogni parola che scriverai sarà per lei.
Parcheggiate la macchina poco distante da Sunrise Point, a Bryce.
Non avete fatto colazione, perché la madre di Rachael vi ha consigliato di muovervi presto per assistere allo spettacolo dell’alba sugli hoodoos di Bryce Canyon. E Sunrise Point è il posto migliore per assistervi, o almeno così dice lei.
Ci sarà tempo per le uova strapazzate e il bacon, più tardi.
Iniziate la marcia lungo il sentiero sterrato che conduce alla prima gola.
Da lì potrete arrampicarvi fino a raggiungere Sunrise Point. Ci sono altre persone dirette a Sunrise, e cervi nella boscaglia ai lati del sentiero. Non hai mai visto un cervo, se non sullo schermo del tuo Brionvega a colori.
Per un quarto d’ora abbondante camminate accompagnati soltanto dal tintinnio delle fibbie dei vostri zaini e dai vostri sbuffi.
Ogni tanto un hello da parte di qualche sconosciuto vi ricorda che non siete soli sul sentiero.
Percorrete la scala di roccia che porta a Sunrise Point e vi ritrovate su quella che sembra essere la cima di una torre d’osservazione medievale.
Lontano, verso est, i primi barbagli dell’alba cominciano a filtrare tra nubi violacee e a screziare il profilo frastagliato dei monti che circondano il canyon.
Tutto intorno a voi, il mondo è sospeso nel silenzio di un attimo.
Le altre persone che si trovano lì non fanno caso a voi, né voi a loro. E’ tutto un appannarsi di fiato nell’aria pungente dell’alba.
Ti guardi intorno, facendo scorrere lo sguardo sui pinnacoli di roccia, osservando il nero degli abeti contro l’ocra delle pareti circostanti.
Noti una cresta rocciosa poco più a valle di Sunrise Point. Nessuno in vista. C’è un sentiero che collega il posto di osservazione con la cresta, e a occhio ti sembra che la roccia sia sufficientemente larga da consentirvi, una volta là, di sedervi.
“Andiamo là”, dici a Sara, sottovoce, quasi temessi che qualcuno possa decidere di seguire la vostra idea. Indichi la cresta. Lei annuisce.
Siete seduti sulla cresta, la sabbia che scricchiola sotto di voi ad ogni più piccolo movimento.
Il sole ha superato il bordo orientale del canyon, e gli hoodoos cominciano a virare dall’ocra all’arancione al rosso acceso. Una cinciallegra grida in lontananza.
Non dite niente. Vi tenete per mano, mentre l’alba si stende sul bacino del canyon, e le ombre dei pinnacoli si allungano come dita nere e affusolate verso ovest. Ti sembra di vedere una ripresa accelerata. La ripresa accelerata più bella della tua vita.
Stringi le dita di Sara, fredde contro il palmo della tua mano, e noti che le luccicano gli occhi. Proprio come a te.
Pensi che sarebbe troppo banale scrivere che non l’hai mai vista bella come in quel momento, il volto tinto di sfumature rosso dorate e gli occhi che brillano come giaietto. Ma non riesci a pensare a nient’altro che a quello, e se potessi catturare in qualche modo la sensazione di star contemplando l’essenza stessa della bellezza lo faresti, dovesse richiederti mille pagine e mille anni di lavoro.
Hai capito.
Hai deciso.
“Vuoi sposarmi?”
Si gira verso di te, e ti fissa senza parlare per quello che sembra un tempo infinito. Il vento le scompiglia i capelli, che per un istante separano i suoi occhi dai tuoi.
E’ giorno fatto quando realizzi che da quel momento in avanti ogni parola che scriverai sarà per lei.
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