mercoledì 4 maggio 2011

le due parti dell'altalena - epilogo

EPILOGO

- No….è che …– non sapeva nemmeno che cosa avrebbe dovuto rispondergli.
Guardarlo negli occhi, quella sera, le fede riaffiorare alla mente qualcosa….che non riusciva, però, a mettere a fuoco…forse qualcosa del passato, forse qualcosa che la riguardava….Quello sguardo era inquitante…e la fece rabbrividire.
- Bene, l’importante è che ora tu sia qui….- rispose Garreth – ma….ma che ti sei fatta? Non starai pensando ancora di……-
- Ma no, non è nulla, ora passa…..volevo la…la pastiglia…per…-Kate non aveva nessuna voglia di restare a parlare con quell’uomo….anche se, a tratti, inconsciamente avrebbe voluto fargli delle domande…del resto lui era il solo, lì, a conoscerla da tempo e soprattutto molto più di quanto non si conoscesse lei stessa. Del resto che sapeva?? Fotogrammi scomposti, singoli che, qualche volta, nitidamente comparivano nel suo cervello e le davano….ricordi? emozioni? Non era più nemmeno in grado di provare qualcosa, se non timore, paura…insicurezza….
Soprattutto Garreth, la persona che conosceva da tempo e della quale si fidava meno, quella che le era stata più vicina e che avrebbe voluto avere più lontana. Come le venissero certi pensieri, a quell’ora della sera….non se lo spiegava. La testa stava iniziando a dolerle: aveva bisogno di quella dannata pastiglia…e ne aveva bisogno ora.
Placavano il dolore, intorpidivano i pensieri, la inducevano al sonno, ma soprattutto fermavano i flash, si spegnevano le luci, calava il sipario…stop, punto, fine.
- Dai Kate, siediti un attimo, parliamo, ti va? –
- No, per favore, no….non ho voglia di parlare….ho mal di testa, se potessi darmi la pastiglia…ti ringrazio infinitamente e ti auguro una buona notte-
- Un attimo solo, Kate, solo un attimo…ti posso offrire qualcosa da bere? Un succo? Ti andrebbe un bel succo fresco di …. albicocca? –
L’insistenza di Garreth la stava mettendo a disagio e, soprattutto, si rendeva conto che la situazione le stava drammaticamente sfuggendo di mano.
Ma era mai riuscita a controllare qualcosa in vita sua? Quale vita poi?
- E…vada per il succo, ma poi mi dai la pastiglia, d’accordo? –
- Ma certo, tutto quello che vuoi tu, tesoro … -
Quella parola, “tesoro” la detestava…più o meno al pari del succo di vattelappesca…. Le ricordava…ma che le ricordava?
- Acc… Kate, scusa, ma non ho più succo in questo frigo…ne vado a prendere uno direttamente dalla dispensa giù in cucina….torno subito….-
- Garreth, davvero, non è necessario… la pastiglia e poi tolgo il disturbo-
- INSISTO!! – aveva risposto Garreth con determinazione
Si trattava quindi di un ordine? E lei detestava…gli ordini, le imposizioni, gli obblighi, ma, soprattutto detestava Garreth…
Ma perché lo avesse capito solo ora…era un mistero.
Le ricordava….ma che le ricordava?
Appena Garreth ebbe lasciato la stanza….la cantilena iniziò a danzare nelle sue orecchie, lieve, sottile, quasi impercettibile ….per poi divenire, poco a poco, armoniosa e corposa: sembrava che ci fosse addirittura qualcuno che la stessa cantando proprio lì, fuori dalla stanza, anzi no, che la stesse cantando proprio dietro di lei, nella stanza.
…..
Se tu vedessi che brutta ragazza
capelli ritti che sembra una pazza,
occhio di vetro, naso aquilino,
ogni passo lo fa con l' inchino.
Cosa faremo di questa ragazza?
Combineremo un bel matrimonio
la daremo in sposa al demonio:
il demonio quando la vede,
è così brutta che non ci crede.

Un fremito di paura pervase il suo corpo: non provava quella sensazione da tempo….
No, non se lo stava immaginando….qualcuno stava cantano proprio dietro di lei, sentiva la presenza, il respiro dietro al collo, un respiro greve, infiltrarsi tra i capelli….
Kate si accorse di essere paralizzata dalla paura….su quella sedia ferma e immobile come solo la paura e il terrore sanno farti stare…..
La testa…..sentiva tanti suoni nella testa, tante frasi….voci che non riusciva a distinguere, voci e volti che si sovrapponevano ai suoi fotogrammi….ed ora era lì, tutti insieme davanti al muro…scorrevano veloci e lenti, colorati, in bianco e nero…
“devo alzarmi, raggiungere il contenitore….prenderne una, solo una e tutto questo finisce subito…devo solo fare uno sforzo, alzarmi e….” sì, lo stava proprio pensando….ma non riusciva a farlo.
Era sicura che qualcuno fosse dietro di lei, che la stesse osservando…avvertiva il brivido sulla pelle….un fruscio…un mantello…il fruscio del bordo di un mantello….trascinato lentamente sul pavimento….un fruscio di foglie….l’erba fresca sotto i suoi piedi nudi…..l’aria nei capelli…..
Il dolore lancinante alle tempie, le voci, la cantilena, il fruscio, l’odore dell’erba tagliata, di sottobosco….ne era certa: non era sola.
Ora le presenze erano diventate diverse….più persone nella stessa stanza, dietro le sue spalle….ma perché non riusciva a girarsi e a guardare? Con quello che aveva visto nella sua breve vita….che mai avrebbe potuto vedere di più agghiacciante di un corpo lacerato ed intriso di sangue?
Ma tutto questo….era nella sua testa….era dentro di lei….la pastiglia….voleva solo quella maledetta pastiglia…e tutto sarebbe tornato a posto….
La cantilena sembrava scemare ora….come se la o le persone presenti nella stanza avessero deciso tutte insieme di lasciarla sola e di cantare altrove…..
Sentì ancora il fruscio di un mantello….e delle foglie secche d’autunno….e a poco a poco …. si sentì nuovamente sola in quella stanza, sola con il suo dolore alla testa….la danza delle immagini e delle voci continuava inesorabile dentro e fuori di lei…..
I passi di Garreth sul corridoio….finalmente stava arrivando…la pastiglia..e tutto…sarebbe….
- Eccomi qua, tesoro…..il tuo succo di……ma…….ma……che hai fatto?- chiese Garreth a Kate
………
Furono le ultime parole che udii prima dello squillo del telefono che mi svegliò bruscamente e che mi portò nuovamente alla realtà. Lo ringraziai: mi aveva salvata ancora una volta da quell’incubo che ormai facevo da settimane.
Mi alzai velocemente dal letto per raggiungere il tavolo da lavoro da dove proveniva il suono del cellulare sommerso sotto un numero imprecisato di fogli e progetti di ristrutturazione di quella dannatissima casa degli Smith…..
- pronto? -
- Kate, sono Stuart..abbiamo trovato il corpo….–
Arrivai in cantiere in un baleno, parcheggiai il fuoristrada sotto il grande albero, accanto a ciò che restava dell’altalena, e corsi verso la macchina di Stuart. Il coroner era stato avvisato molto prima: il corpo giaceva già nella cassa. Mi avvicinai e sollevai il lenzuolo per vedere : era proprio lei….Kate….quel viso che da mesi vedevo tutte le notti nei miei incubi. Forse aveva cercato di mandarmi un messaggio, voleva il mio aiuto e io non avevo capito…ed ero arrivata in ritardo. Mi girai e mi incamminai verso il grande albero seguita dallo sguardo terrorizzato e interrogativo di Stuart.
Raggiunsi ciò che restava dell’altalena e restai qualche minuto in silenzio.
- Kate….non vorrei ma….- Stuart mi aveva raggiunta
- Sembriamo sorelle..gemelle…vero?- dissi. Alla fine non erano altro che i pensieri di Stuart ed anche i miei.
- Sì, insomma, io non…capisco….lei sembra te, tu sembri lei, gli incubi…la canzone che canti…la casa….Kate, dimmi qualcosa….
- Non ho delle risposte, Stu, non al momento, non ricordo assolutamente nulla-
Questa era la sola verità che avessi.

1 commento:

  1. Questa doppia Kate è davvero inquietante.
    Ma quello che mi ha fatto più rabbrividire è Stuart. Bello!

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