martedì 22 febbraio 2011

Brillantina - Cap 7

Capitolo 7

Leonardo parcheggiò proprio a fianco dell'auto guidata dalla mamma di Nicolò, e mentre scendeva dalla vettura e chiudeva lo sportello, riflettè sul fatto che per lui quella donna si era sempre chiamata Sandy. Insomma, fin dai tempi della scuola gli era rimasta impressa nella sua memoria una splendida ragazza della quale non sapeva nemmeno il vero nome.
Guardò la figura che lo aspettava sul marciapiede, sotto gli alberi davanti al baretto un po' defilato che qualche amico gli aveva consigliato, e vide che la donna era ancora nervosa. Allora indossò il suo sorriso più affabile e le andò incontro, ostentando una sicurezza di sé che nemmeno lontanamente sapeva di possedere.
- Vieni, entriamo. - le disse – Sei mai stata qui?
- Mhm... - fu la risposta laconica.
Il bar era carino, con un lungo bancone su di un lato, dietro al quale un barista aveva appena riassettato le tazze ed i piattini che erano stati usati per le colazioni del mattino, e si stava ora dedicando alla lucidatura dei bicchieri. Sul lato opposto c'erano una serie di piccoli separè, molto discreti, e con la caratteristica di essere ognuno di un colore diverso dall'altro.
Leonardo sorrise a 'Sandy', poi le domandò:
- Scegli tu il posto: quale è il tuo colore preferito?
- Peccato non ci sia il.. nero! - fu la risposta sibilata dalla donna.
A Leonardo il sorriso si spense sulle labbra, e con lo sguardo aggrottato fissò la sua 'Sandy': per un momento aveva incominciato a pensare di aver fatto un errore ad invitarla lì. Ma poi tirò un lungo sospiro, e cercando di non perdere la pazienza, le si mise proprio di fronte e con tono lento e calmo le disse:
- Senti, non so perchè tu sia così infuriata. O meglio, credo che tu ti senta trattata ingiustamente per la questione di Nicolò. Però non credo che tutto questo abbia un senso adesso. Nicolò ha avuto una reazione esasperata, e se vuoi poi dopo ne parliamo. Però adesso siamo due vecchie conoscenze, che non si vedevano da trent'anni, e che si sono ritrovati per caso. Accantoniamo per un attimo le altre questioni, e sediamoci un po' a parlare di noi, di questi lunghi anni che sono trascorsi. Pace?
Lei lo guardò per un secondo, poi scosse la testa, e rispose:
- Beh, diciamo tregua.
- Ok, tregua. Ora scegli il tavolo: che colore?
- Quale colore potrei scegliere, Danny? Ero una Pink-lady. Quindi rosa. Quello lì.
Appena si sedettero, il barista appoggiò il bicchiere che stava lucidando, e si avvicinò con la lista delle consumazioni:
- Desiderate, signori?
Leonardo rispose per primo:
- Mah, a quest'ora cosa potrei prendere? Facciamo... un caffè! E tu cosa vuoi?
Il barista si voltò verso la donna, e lei notò sul suo viso una smorfia che poteva essere un sorriso malcelato, o trattenuto a stento.
- Mi dica, signora: cosa le posso portare?
- Oddio, non ci ho nemmeno pensato. Vediamo un po'... Avete del the?
- Certo signora: qualche preferenza?
- Ce l'ha il the verde?
- Oh, sì signora. Certo che ce l'ho.
- Ecco, io prendo quello.
Il barista memorizzò l'ordinazione, poi invece di dirigersi al bancone, attese in piedi, lievemente piegato verso la donna, quasi attendesse qualcosa ancora da lei. I due avventori lo guardarono un po' imbarazzati, poi improvvisamente la donna aggiunse:
- Ah, a proposito! C'è un bagno?
Il barista annuì, le indicò il percorso per raggiungerlo, e poi finalmente tornò al bancone a preparare le ordinazioni. E mentre 'Sandy' si recava al bagno, Leonardo avrebbe giurato che mentre il barista ritornava al banco stesse sogghignando tra sé.
Quando la donna tornò al tavolo e si sedette, i due restarono per un lungo momento in silenzio ad osservarsi, quasi imbarazzati. Fu lui a rompere il ghiaccio:
- Allora: sono passati davvero trent'anni? Non mi sembra vero che fosse così tanto tempo fa..
- Eh, già. Il tempo passa...
- Mi ricordo quella rappresentazione, quella giornata, tutto. Come fosse successo appena ieri.
- Tutto tutto?
- Sì, certo! … Anche il bacio. Quel bacio.
La donna abbassò lo sguardo, ed un lieve porpore le colorò le guance. Leonardo continuò:
- Non ho mai dimenticato quel bacio. E' stato il momento più bello della mia vita.
- Sì, ammetto che anche a me era piaciuto, anche se era stato solo un bacio, e...
- Non è vero, Sandy...
- Sandy?!?
- Ehm...lo sai che nemmeno conosco il tuo vero nome?
- Non te lo ricordi più? - disse 'Sandy' con un pizzico di delusione
- No no! Non l'ho mai saputo. Me lo ricorderei, ma non me lo hai mai detto. Ed allora tu per tutti noi eri semplicemente 'Sandy'...
- Allora chiamami Sandy.
- Ok, come vuoi.
Sandy abbassò lo sguardo, le mani in grembo, e assecondò i suoi pensieri con un sorriso amaro; poi disse:
- Ieri, quando ti ho rivisto...
- ...Un tuffo al cuore, eh? Anch'io! Erano trent'anni che desideravo reincontrarti...
In quel momento il barista arrivò con le ordinazioni, e mentre Leonardo zuccherava il proprio caffè, Sandy appoggiò le sue mani intorno alla tazza calda del the verde, quasi volesse riscaldarsele. Poi alzò lo sguardo, e fissando l'uomo negli occhi disse:
- Beh, Danny, non vorrai farmi credere che sei rimasto per tutto questo tempo soltanto a sognare di reincontrarmi, no?
- No, beh... No.
- E allora..?
- La verità? Allora... ti ho pensata molto da quella volta: ho avuto ovviamente altre relazioni, ma nessun bacio dopo di quello mi ha mai dato una simile sensazione, intensa e profonda...
Sandy dentro di sé concordava completamente con Leonardo: quel bacio non solo era stato una esperienza indimenticabile, ma anche per lei niente più le aveva mai nemmeno fatto sfiorare una emozione simile, neppure in seguito con suo marito. Però decise di darsi un contegno, e raddrizzando la schiena, disse:
- Beh, dai! Non posso credere che in trent'anni...
L'uomo posò la tazzina del caffè ormai vuota, poi intrecciò le mani in grembo e si protese leggermente in avanti col viso verso di lei, e con un sorriso disarmante disse:
- No, credimi! Io non ho mai più provato...
- Leonardo: io adesso sono una donna sposata!
- Sì, certo, ma...
Sandy gli sorrise apertamente, posò un mano sul tavolo, e con l'altra sollevò la tazza del the, poi disse:
- Ma...cosa?
Leonardo allungò a sua volta una mano fino a prendere quella di lei, ed immediatamente le loro dita si intrecciarono, i loro sguardi si saldarono, e le loro parole ammutolirono.
Poi lentamente i due visi iniziarono ad avvicinarsi, inesorabili, mentre le loro labbra si schiudevano impercettibilmente. Il tempo pareva essersi dilatato tra loro, e quando le loro bocche finalmente si toccarono, Danny e Sandy erano tornati ragazzi, alla recita organizzata dall'istituto superiore di trent'anni prima. Fu un bacio lungo, immobile ed intenso.
Fu un bacio ad occhi chiusi, come da tempo a nessuno dei due succedeva più.
Fu un bacio adolescente, carico di promesse ingenue e lieti sottintesi.
Fu di nuovo un bacio... indimenticabile.
Quando Leonardo riaprì gli occhi, vide dinanzi a sé quelli di Sandy, grandi e lucidi, raggianti per un momento di felicità finalmente liberata dal fondo di quell'armadio del cuore in cui era stata riposta per tutto quel tempo. Leonardo si stava per commuovere specchiandosi ancora in quegli occhi, dopo tanti anni...
Fu il trillo del telefonino di Sandy a farli sussultare!
- Oh, mio dio! Chi sarà? - disse la donna cercando il cellulare. - Chi mi chiama? 'Scuola'?!? Ma che diavolo...
Mentre Leonardo alzava le sopracciglia in uno sguardo interrogativo, Sandy rispose alla chiamata:
- Pronto?... Sì, sono io. Buong... Eh?! … Come 'sparito'?!?.. Oh mamma! Arrivo subito!... Sì, grazie. A dopo!..
- Che succede? - domandò Leonardo
Sandy lo guardò seria, con gli occhi quasi sbarrati:
- Nicolò: è... scappato da scuola.
- Scappato?!? Ma come? Dalla classe?
- No, sembra che si fosse recato in palestra per incontrare te, ma nessuno poi l'ha visto più...
- Ah, questa poi...
Sandy si alzò in piedi, il volto quasi trasfigurato; poi guardando ferma e decisa Leonardo, disse:
- Professor De Crescenzo, mio figlio Nicolò ha un problema, e lei di sicuro c'entra qualcosa. Pertanto adesso è lei che deve fare qualcosa per Nicolò. Forza, mi aiuti a trovarlo.
Leonardo si lasciò cadere contro lo schienale, allibito. I suoi pensieri, ancora avviluppati all'attimo sognante di poco prima, cercavano di prendere contatto con la realtà di una donna che era passata in pochi istanti da irraggiungibile amante a madre disperata. Poi, finalmente, si raddrizzò e disse:
- Forza, andiamo!

(segue)

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