lunedì 10 gennaio 2011

Neko Adventure

La Missione
Prima Parte

Jilien si svegliò dal suo stato caratteristico di dormiveglia in cui cadeva per poche ore di notte. Si guardò intorno: la stanza che le era stata designata era uguale a quella in cui aveva passato la prima parte della sua permanenza all’interno della setta. Ricordava quel periodo come se fosse lontano, passato, nonostante da allora fossero passati appena trenta giorni.

Inquesto mese, rispetto alle emozioni e alle sorprese che avevano permeato l’inizio di questa sua nuova vita, non era successo niente. Le giornate si susseguivano una dopo l’altra, quasi uguali. Di tanto in tanto qualche variazione era rappresentata dalla nuova disciplina da apprendere o dalla nuova arma mostratale. Inoltre, per due volte, Crystal si era assentata per qualche giorno, per svolgere una missione in una città piuttosto che in un’altra. Jilien, al contrario, era rimasta nella base senza avere la possibilità di usare le sue doti che, ne era sicura, erano cosa nota a tutti.
Quel giorno, però, erano tutti in fermento, o almeno così era sembrato alla ragazza-gatto già da quando era uscita dal suo alloggio. Entrata nel bagno trovò alcuni seguaci che si stavano pulendo nella grande vasca posta al centro della stanza. Contrastando il suo innato senso di pudore, si spogliò. Mentre riponeva la divisa in uno degli spazi liberi, ripensò alla prima volta che ebbe a che fare con questo problema.
Tre settimane prima, mentre andava insieme a Crystal nel bagno, la ragazza dagli occhi glaciali le disse qualcosa che lei reputò sconvolgente: -I bagni non sono stati progettati per donne e uomini in quanto io e te siamo le prime due femmine ad essere entrate nella Setta-
Jilien, capendo dove voleva andare a parare, le rivolse una domanda di cui temeva già la risposta: -Questo vuol dire che dovremo spogliarci insieme agli altri?-
-Sì. Ti crea molti problemi?- chiese sorpresa Crystal
-Beh, in effetti…-
-Che cosa c’è? Questa setta si basa anche sul rispetto reciproco. Nessuno qua ti canzonerà.-
Jilien scosse la testa: -Non è tanto il mio aspetto per il quale temo, ma per il fatto di presentarmi nuda di fronte ad altri…-
Crystal, sbalordita, sgranò gli occhi: -È questo che ti preoccupa? Per così poco?- Jilien non rispose e abbassò lo sguardo. La ragazza dagli occhi di ghiaccio le appoggiò una mano sulla spalla: -Non riesco a capire il tuo disagio: io e te abbiamo già fatto il bagno insieme-
-Ma non eravamo con dei maschi! Eravamo solo io e te! Due femmine!- disse esasperata Jilien
-Non riesco comunque a capire perché questa situazione ti crei tanto fastidio…-
-E io non riesco a capire come non faccia a creartelo a te!-
Crystal sbuffò prima di rispondere: -Ascolta: questa Setta è sempre stata esclusivamente maschile. Non c’è modo di cambiarlo. Perciò, se non riesci a stare con degli uomini, nuda o vestita, non riesco a capire come farai a sopravvivere qua dentro.-
Jilien provò a formulare una risposta, ma capì che non c’era modo di cambiare la situazione. Così, giorno dopo giorno, con o senza Crystal, imparò a contenere il suo pudore.
Quel giorno non era molto differente: entrata nella vasca, nessuno le rivolse più che un saluto di cortesia, dopodiché tornarono tutti a parlare tra loro in tono a volte decisamente concitato.
Più tardi, nel refettorio, sembravano tutti in attesa, in tensione. Persino il maestro addetto al controllo degli adepti sembrava essere più clemente: la sensazione di vortice scaturita dagli occhi dell’uomo sullo sgabello era molto minore.
Jilien, stanca di sentire bisbigli ovunque, si recò da chi sapeva potesse darle una risposta. Con passo deciso, attraversò l’enorme sala per gli allenamenti ignorando le urla di chi esercitava nella lotta corpo a copro e i rimproveri del maestro alchimista a chi sbagliava le dosi degli ingredienti. Arrivò in poco tempo alla zona per l’allenamento con l’arco, dove vide già da lontano la figura di Crystal che, come al solito, non sbagliava un colpo e, come sempre, suscitava sguardi di ammirazioni e applausi a chi assisteva ai suoi colpi.
-Crystal!- chiamò quando era a poca distanza da lei. Questa scoccò l’ultima freccia prima di spostare lo sguardo verso la ragazza appena arrivata: -Cosa c’è?- chiese sorpresa
-Perché tutti sembrano agitati? Sembra che debba accadere qualcosa di incredibile. Qualcosa di cui io non sono stata portata a conoscenza.-
Crystal abbassò lo sguardo un attimo, poi rispose: -Ci è giunta notizia che la guerra si sta inasprendo sempre più. Ormai stanno ricorrendo a ogni uomo presente nella nazione. Sia da una parte che dall’altra.-
Jilien impiegò un momento prima di capire cosa voleva dire quello che aveva appena appreso: -Questo vuol dire che tutto ciò che stiamo facendo ha sortito l’effetto contrario rispetto a quello voluto?-
-No, no. Vuol dire che dovremo semplicemente neutralizzare un altro paio di obiettivi per far finire la guerra.- Jilien assunse un’aria interrogativa
-Il popolo ormai non ne può più di questa guerra- continuò Crystal: -Quindi, eliminando le basi di questa, i governanti che la fomentano, il popolo potrà fare il resto-
-Allora perché non lo facciamo?- chiese arrabbiata Jilien
-Oggi è arrivata la comunicazione che uno di questi obiettivi è in città. Il Gran Maestro sta scegliendo a chi affidare questo compito. Ecco il perché di questo fermento.-
Jilien rimase a bocca aperta: voleva dire che nella stanza in cima alle scale veniva deciso chi, tra tutti gli adepti, doveva uccidere un obiettivo? Voleva dire che anche lei poteva essere scelta?
Mentre si faceva queste domande, Crystal le disse qualcosa e indicò le scale. Il Gran Maestro stava scendendo. Sembrava che la risposta dovesse essere vicina.
-Un momento di attenzione, prego- disse calmo il padre di Crystal: -So che la notizia è stata riferita a tutti-. I seguaci annuirono: -Bene. Allora non mi dilungo oltre e dirò subito i nomi dei due che dovranno portare a termine una missione del genere-.
Il silenzio si fece totale: si poteva sentire il preparato dell’alchimista bollire sommessamente nella pentola.
-Crystal, Jilien. Sarete voi a neutralizzare questo obiettivo.-
Lo sguardo di incredulità degli adepti era condiviso anche da Jilien, che non riusciva a capire. Era stata scelta per una missione così importante, nonostante fosse membro della Setta da così poco?
-Non è possibile!- disse una voce dalla folla -Non può mandare quella ragazzina! Non è capace!-
-Il mio volere è questo. Obbedirete ad esso.- disse calmo il Gran Maestro
-Allora dovrò eliminare il problema. Io sono più meritevole di portare a termine questa missione!-. Detto ciò un uomo robusto si fece largo tra la folla, fino ad arrivare di fronte a Jilien.
-Ancora tu?- chiese Crystal, riconoscendo l’adepto: era lo stesso che aveva battuto un mese prima, umiliandolo
-Questa volta non mi interessi te, ma lei- disse indicando la ragazza-gatto. Jilien si spaventò al tono dell’uomo e guardò Crystal in cerca di aiuto, ma l’unica cosa che le fu suggerita fu una parola: combatti.
L’uomo caricò verso la ragazza urlando. Jilien lo evitò spostandosi leggermente di lato e lo fece cadere facendogli un poco ortodosso sgambetto.
L’uomo si rialzò più arrabbiato di prima, tanto che estrasse dalla custodia che portava in vita un bastone lungo circa mezzo metro, lo stesso che aveva messo al tappeto quasi tutti quelli presenti nella sala.
Jilien portò la mano al manico del suo pugnale, guardò prima il contendente, poi Crystal alla ricerca di approvazione. Al cenno della ragazza, sguainò il pugnale e si portò in posizione di guardia.
-Tutto qui? Ti ridurrò in polvere!- disse l’uomo e tornò alla carica menando fendenti a destra e a manca. Jilien evitò quasi tutti gli attacchi e quelli che la coglievano impreparata venivano bloccati o da un braccio o da una gamba. Dopo qualche minuto di combattimento, vedendo che l’avversario cominciava ad esaurire le energie, Jilien cominciò il contrattacco, colpendo con la lama del pugnale prima un braccio, poi una gamba. Infine, con un movimento fluido, si portò dietro all’uomo, gli prese il collo con un braccio in una morsa e tirò un potente calcio dietro ad un ginocchio. Il peso del contendente fece il resto: cadde in ginocchio e Jilien portò la punta del pugnale a pochi millimetri dall’occhio del malcapitato.
-Ho la tua approvazione, adesso?- L’uomo, paralizzato dalla paura e dalla sorpresa di essere stato battuto, non rispose. Jilien lasciò la presa e rinfoderò il pugnale.
-Partirete domattina- sentenziò il Gran Maestro.

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