lunedì 1 novembre 2010

Il Barista - La lettera (parte 1)

Io sono un barista.
Il mio bar è un bel bar, un po' in periferia di una cittadina di provincia.
Mi piace osservare i miei clienti: leggo le loro vite, e vedo le loro passioni dipinte sui loro volti, nei loro gesti, nei movimenti del loro corpo.

Oggi è un pomeriggio di fine ottobre, e mentre guardo fuori dalla vetrata vedo i tigli che ombreggiano la strada davanti al mio locale:
io sono in piedi, dietro al bancone, ed asciugo bicchieri. Sembra che io sia nato per fare questo: i miei bicchieri sono i più brillanti del mondo. Però mi piace avere questo lavoro manuale da svolgere: mi permette di pensare, di osservare. Il pomeriggio è appena tiepido, e le foglie là fuori iniziano a dipingersi di colori caldi ed accesi.
Ma oggi ho solo tre avventori. Una coppia e un uomo. Solo.

La coppia è una di quelle solite. Lui, prima di entrare nel mio locale, si comporta come se fosse un fuggiasco braccato dalla polizia: mille sguardi preoccupati a destra ed a sinistra, sguardo sparuto da uomo in pericolo. Poi varcata la soglia diventa l'uomo più sicuro del mondo; è vicino ai cinquanta, basso, massiccio, ha la vita un po' prominente, con la giacca blu che resta aperta quel tanto che basta per mostrare al mondo l'utilità di portare cravatte larghe: ci si copre perfettamente la pancia, anche tenendo la giacca slacciata.
Dà l'impressione di essere energico e vigoroso, sembra un centurione romano..
Mi piace scegliere nomi per i miei avventori: a questo penso proprio che stia bene Manlio, lo battezzerò così.
Ha scelto il separè rosso fuoco, rosso passione...
Osservo il suo viso rotondo: ha le gote un po' arrossate, ed i suoi capelli hanno conosciuto colori e densità migliori negli anni passati; ma gli occhi scuri sono vispi, felici, luccicanti: a tratti sornioni, a tratti porcini.
Manlio non guarda la donna che ha di fronte: lui la... lecca con il suo sguardo! Con gli occhi le pennella il corpo, i fianchi, il seno...
Ed a lei sembra piacere una simile attenzione. Chissà perchè?
E' più giovane di una decina d'anni, e sembra perfettamente a suo agio. Perchè lei, io ormai lo so, non è sposata, non più.
E' minuta ed hai i capelli biondi, tinti: li porta lunghi e pettinati lisci stirati come usano le ragazzine che vedo qui ogni tanto la mattina, con una ciocca portata di traverso sulla fronte.
Veste una gonna corta e stretta: per evitare di lacerarla ha fatto i numeri mentre cercava di sedersi nel separè; sopra indossa una camicetta nera, allacciata incrociata. Ha avuto l'accortezza di sedersi in modo che il lembo della camicia che incrocia sopra, e che resta sempre un po' più scostato dell'altro, sia orientato in modo da favorire la visuale di Manlio, che infatti gradisce.
Anzi, penso proprio che Manlio, se potesse, adesso scodinzolerebbe.
Per essere una donna poco sopra il metro e cinquanta, ha gambe lunghe: lei poi le mette ben in mostra, con calze a disegni eleganti ed avvolgenti, e scarpe bicolori, tortora con punte e talloniere nere, ed un tacco vertiginoso; infatti quando sono entrati lei è 'dovuta' restare ben attaccata a Manlio... Per non cadere.
La chiamo Simona: mi piacerebbe dire che ho scelto questo nome perchè è tanto dolce ed indifeso quanto lei è sfacciata e seducente, ma la verità è che mi è venuto così, senza un motivo.
Sono un barista, dopotutto, non un dotto letterato...
Raccolgo le solite ordinazioni ("Desiderate?" "Mah, a me a quest'ora va solo un buon caffè..." "E lei signora?" "Oh, che sciocca, non ho nemmeno guardato... Avete il the verde?" "Certo, signora." "Allora prendo quello"), poi vedo che la coppia inizia ad ingranare.
Io sto in piedi dietro al banco, di spalle preparo le consumazioni, ma li guardo nel grande specchio che ho sopra la mia Cimbali: lui, Manlio, ormai l'ha avvolta in un bozzolo di languide occhiate, sguardi umettati, pennellati lunghi ed avvolgenti, ormai indugiando sul seno qualche volta di troppo; lei di rimando lo guarda con due occhi intensi, e le lunghe ciglia si muovono ritmicamente quasi a voler raffrescare il viso di lui, quasi avesse due ventagli. O forse – chissà - lo sta attirando a sè...
Manlio parla senza sosta, di mille argomenti. E mentre le parla la guarda dappertutto fuorchè negli occhi: le sorride e mentre le prende la mano fa in modo che la sua carezza si allunghi sempre più: ora è ormai arrivato ben oltre il gomito...
Simona invece ride gaia ed argentina ad ogni sua trovata; e nel frattempo nella sua scollatura inaspettato fa capolino il pizzo scuro e impertinente di un reggiseno; non si sa bene come questa cosa possa essere successa, ma il fatto è che lentamente i fiorellini traforati rubano inesorabilmente l'attenzione di Manlio...
Mentre porto loro le ordinazioni, non saprei più dire chi dei due è il predatore: insomma, lui sembra voler condurre il gioco, ma... lei è tutta ben vestita ed elegante; sembra stia lì buona buona ad ascoltare, ma il suo atteggiamento corporeo sta urlando che non vede l'ora di essere spogliata esplorata manovrata stropicciata... baciata...
Eh, già: io questo lo so; d'altronde, ormai, sono un esperto.
Ve lo posso dire: Simona e Manlio non resteranno a lungo nel mio bar.
Ed anzi, dirò di più: mi sa anche che l'auto di Simona rimarrà parcheggiata qui davanti per un paio d'orette, silenziosa e fedele ad aspettarla tornare....

Mi stupisce un po' l'altro avventore, quello solo.
E' arrivato una quindicina di minuti fa, e da allora è immerso nello studio della carta delle ordinazioni. Delle due l'una: o intende imparare a memoria la mia offerta commerciale, e così poi stupirmi con effetti speciali, o sta aspettando qualcuno che ancora non arriva.
Mentre servo caffè e the verde al separè rosso, lo guardo di sottecchi.
E' un uomo sui quarantacinque, alto ma di corporatura normale. Porta i capelli tagliati corti, e sono ancora abbastanza scuri. Il naso importante evidenzia due occhi verdi un po' sporgenti, da ex miope operato al laser e soddisfatto dell'esito dell'intervento.
Ha lo sguardo aggrottato, e sembra triste. Forse non riesce a ricordarsi tutte le ordinazioni scritte sulla carta, e teme di fare una pessima figura quando io lo interrogherò...
Lascio colombella e piccione a tubare, e decido di avvicinarmi: magari vuole bere qualcosa. D'altronde è seduto in un bar... (Ha ha ha! A volte mi sconcerto da solo per il mio incredibile umorismo...)
Mi avvicino e lo guardo: ha una camicia azzurra, una giacca principe di galles con i colori del verde ed una cravatta in tinta. Penso che abbia fatto una buona scelta: la giacca mette in risalto i suoi occhi. Però è triste, questo lo sento.
Mi fermo in piedi davanti al separè che ha scelto: è quello panna, un colore chiaro, avvolgente, riposante, rincuorante... Lo guardo indossando il mio sorriso più neutro, e lui d'un tratto si accorge di me.
- Mi scusi, non l'avevo sentita arrivare..
- Prego, si figuri. Desidera qualcosa?
Mi guarda come fossi impazzito, poi coglie l'ironia di trovarsi di fronte ad un cameriere (a me piace di più 'barista', ma...) proprio mentre il caso lo coglie seduto in un bar, ed allora si riscuote:
- Ah, già. Ecco... vorrei... vediamo...
"Lo so: birretta-celhaallaspina?no?alloravabeneancheinbottiglia se aspetti un amico, acquatonicamasenzalafettinadilimone se aspetti una amica. Scegli: chi sei?"
- ... vorrei ...
"Su, chi sei?"
- ... una Sambuca.
Lo guardo, sorpreso. Nella mia mente urlo: "Ehhh?!?"
Forse il mio sguardo mi ha tradito, perchè subito mi guarda, impaurito, quasi avesse detto una bestemmia:
- Perchè, non ce l'ha?
- Sissì, certo. - muovo la testa annuendo ed arriccio le labbra in una smorfia di compiacimento - La vuole con un grano di caffè dentro?
- Con la 'mosca'? No, grazie. Va bene liscia.
- Subito, signore.
Sambuca?!? No, qui c'è qualcosa che non quadra...
Io son un barista, un curioso dell'umanità. E devo indagare...
(segue)

2 commenti:

  1. Ho apprezzato in particolare l'attenzione e la cura dei particolari. Eh già.. del resto tutto questo tempo a lucidar bicchieri è valso a qualcosa... :-) promettente.. aspetto la fine!

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  2. Grazie, White!
    Molto gradito. A me questo pezzo piace davvero tanto. Speriamo che anche la seconda parte sia altrettanto riuscita...

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