Spero di non urtare la sensibilità religiosa di nessuno: i temi trattati in questa brevissima serie contengono riferimenti religiosi che potrebbero non essere graditi al pubblico più sensibile in questo senso.
-Non crederai che così finisca tutto, vero?-
Il demone, trasfigurato nella sia forma originaria, sputò del sangue nero, viscoso, prima di sentire un’altra fitta di dolore sovrannaturale nel petto. Urlò finché il fiato glielo permise, poi tornò a guardare l’aguzzino che lo sovrastava. Da terra, a causa di un lampione, poteva vederne soltanto il contorno, nero, ma conosceva benissimo il suo volto.La lancia fu estratta bruscamente dalla sua gabbia toracica, procurandogli altro dolore. Sentendo la carne bruciare, il demone emise un lamento a bocca chiusa, almeno per cercare di non dare altra soddisfazione al suo assalitore: -Ultimamente ti sei rammollito- disse -Cento o duecento anni fa mi avresti ucciso dopo una chiacchierata del genere…-. L’essere sovrumano rise di gusto, nonostante la sua condizione.
-Sai- disse l’aguzzino con voce calma, pacata: -hai ragione. Mi sono rammollito ma, vedi, ormai non trovo più un motivo per uccidere esseri come te-.
Il demone sorrise e si mise in ginocchio a fatica. Sentiva il sangue uscirgli dal buco che la lancia aveva fatto nel suo petto, ma era sopravvissuto a punizioni del suo padrone ben peggiori: -Questo vuol dire che mi lascerai andare?- chiese un po’ sorpreso mettendosi in piedi
-Certo!- disse amichevolmente l’uomo con la lancia -Perché dovrei ucciderti? In fondo mi hai detto tutto ciò che sapevi, perciò ti lascio vivere. Diciamo che è una ricompensa per i tuoi servigi-. Detto ciò si spostò di poco, in modo da non essere più in controluce. Se non avesse avuto una lancia lunga due metri in mano, lo si sarebbe potuto scambiare per un distinto uomo d’affari: completo gessato, cappotto trequarti aperto, camicia e cravatta, tutto rigorosamente nero. Il volto aveva un’espressione calma e serena, come se si fosse appena svegliato da un sonno ristoratore, nonostante di fronte a sé ci fosse un essere alto due metri dall’aspetto spaventoso che perdeva sangue da una profonda ferita sul petto. Il viso, per quello che il demone poteva constatare, era bello, come solo un angelo poteva essere.
-Allora io vado, eh?- disse l’essere immondo incamminandosi con passo incerto lungo il ponte, deserto a quell’ora di notte.
-Oh, mi stavo dimenticando- disse l’uomo con la lancia
-Eh?- chiese stupito il demone. Si sentì un tuono sopra di loro e le nuvole, cariche di pioggia, arrivarono poco dopo. L’uomo col completo buttò l’arma nel fiume prima di riprendere a parlare: -Stavo mentendo, prima-.
Gli occhi del demone si spalancarono per un terrore assoluto, quello che una creatura immortale può provare vedendo un uomo che può ucciderla: -NO!- urlò e, spalancate le ali, si alzò in volo.
Si sentì crepitare tra le nuvole mentre l’essere alato si allontanava lentamente. L’uomo si voltò verso la figura in cielo sorridendo. Puntò l’indice e il medio verso il suo bersaglio, chiudendo le altre dita a pugno. Una volta presa per bene la mira, mosse verso il basso le due dita.
Il demone non fece in tempo che a sentire sopra di sé un fragore diverso da quello di un normale fulmine. Un istante dopo, una scarica di color nero pece colpì l’essere in volo, vaporizzandolo.
-Illuso- disse sottovoce l’uomo. Si girò nella direzione opposta rispetto a quella presa dalla sua vittima e si incamminò con passo calmo.
Una pioggia fine cominciò a scendere.
Very very dark.. :-)
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