sabato 2 ottobre 2010

La campagna di Puck - Scena prima

Era così che funzionava là dentro…. era così che andavano avanti le cose…da anni, ormai….forse da sempre.
Perché quindi mi facessi ancora certe domande non era logico, ma la logica non era per me e non lo sarebbe mai stata.
All’agenzia era stata affidata una grossa campagna pubblicitaria per il lancio di una nuova casa editrice di libri per bambini….ma….ma la scelta della gestione di questa grossa opportunità era stata affidata ad una incompetente, altezzosa, snob trentenne della city…..bella, alta,magra, viso perfetto, corpo perfetto, la classica ragazza che vorrei non odiare ma che non puoi non farlo….e, ciliegina sulla torta, ....vuota. Ma questo era solo un piccolo, insignificante, frivolo dettaglio..perchè, si sa, il vuoto serve ad essere riempito…...
Arrivata solo da qualche mese alla Deverot & Co., aveva ottenuto più di quello che io avevo ricevuto in oltre dieci anni di duro e sodo lavoro….e a nulla erano valse le numerose richieste di ripensamento che, apertamente, avevo rivolto a Peter, il capo. L’avevo sempre considerato un uomo di una certa classe, cultura, avrei anche osato…intelligenza, ma davanti a lei, vicino a lei era completamente inebriato, sconvolto, disarmato.
Le carinerie con le quali Melissa si amicava le college erano davvero esagerate….fastidiose….ma tutte le accettavano come oro caduto dal cielo e tutte erano estasiate e controllate da lei…..tutte….tranne la sottoscritta.

Stavo sistemando le ultime cose nel mio ufficio, quella sera, quando sentii bussare alla porta…..alzai la testa dalla scrivania e la vidi proprio lì, in tutta la sua magnificenza:- hai un minuto per me, Eve? Posso entrare?:-
:- perdonami, Melissa, non mi pare tu ti sia fatta mai troppi problemi ad entrare dove era tuo desiderio farlo….quindi perché mai chiedermi il permesso? Entra pure..
:- mi stavo chiedendo come mai hai rifiutato il mio invito per la presentazione della campagna, insomma dato che la devo gestire io, vorrei che ci fossero tutte le persone che ne devono prendere parte…sai per la suddivisione dei compiti…
:- che cara, mi hai pensata….. ma come vedi….sto facendo altro e poi non penso di poterti essere d’aiuto…che valore aggiunto potrei darti? Dalle tue innumerevoli idee..qualcosa di eccezionale di sicuro uscirà, o no?:-
:- beh, sì, decisamente, ma sai, mi hanno detto che hai un figlio e niente meglio di un figlio può aiutarci a capire che cosa vuole un bambino, che cosa si aspetta da un libro…
:- mio figlio non sa nemmeno stare in piedi, alla data attuale, penso che ancor meno possa suggerirci qualcosa su quello che, tra un paio di anni, vorrà leggere.
:- è una mia impressione o la tua ostilità nei miei confronti sta superando i limiti?
:- non posso aiutarti, spiacente.
:- beh, allora vorrà dire che dovrai fare i bagagli…perché se non mi aiuti …sei fuori e non solo da questa campagna.

I suoi 12 centimetri di tacchi mi voltarono le spalle e le sue gambe kilometriche portarono via tutto il resto….era finalmente uscita, se non dalla mia vita, almeno da quello che era ancora il mio ufficio.

Chiusi gli occhi, inspirando profondamente cercando, dentro di me, qualcosa che, evidentemente, non avevo più fuori….
Abbandonai i miei chili di troppo, gli anni, i pensieri sulla sedia, sprofondandoci, ed iniziai a pensare: era arrivato il momento della svolta? Potevo tentare….era il mio sogno….era mio….mancava solo quella dose di coraggio e un pizzico di pazzia per fare il salto….magari nel vuoto.....ma il vuoto serve ad essere riempito…o no?

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