-trentotto anni buttati nel cesso…meglio averli fatti di galera- Gabri davanti allo specchio se lo disse forte anche quella mattina….se lo ripeteva da quanto???? Da sempre…..-che vita di merda- o forse la merda era dentro di lei, nella sua testa, in quella macchina infernale che le faceva male e che non si fermava mai un attimo di pensare….nemmeno un attimo …nemmeno il pieno di benzina…una macchina un po’ bastarda…andava sempre…sempre contro corrente.
Che fosse all’ordine del giorno trovare qualche buon motivo per sentirsi giù e per attaccarsi alla bottiglia lo sapeva da tempo, ma non aveva più la forza di fare qualche passo avanti….non aveva più il coraggio di guardarsi nemmeno indietro, prendere a due mani la sua vita, togliere la polvere, pulirla, rimetterla in sesto….e poi per chi?
Il lavoro….poi il matrimonio con Carlo…..ma lo aveva mai amato davvero quell’uomo?....poi la nascita della bimba ….era successo tutto troppo in fretta, non aveva nemmeno avuto il tempo di diventare adulta che si era trovata a fare la mamma e per di più di due bambine: lei ed Alice.
Le piaceva questo nome, lo aveva scelto lei, era la sua favola preferita…era un nome delicato, piccolo, tenero…com’era quel piccolo frugoletto che aveva avuto tra le braccia per la prima volta….e non si trattava di una bambola, ma di una bambina…
La differenza l’aveva capita quasi subito, ma non l’aveva accettata abbastanza…non l’aveva accettata per nulla….non l’aveva accettata e basta.
La gravidanza l’aveva trasformata fisicamente: non era più una bella ragazza, come le amiche della sua età che erano state più attente….e che ora vestivano alla moda….lei a ventitre anni portata i pre-maman….e non le piaceva per niente.
Sentiva che non era giusta in quella parte, che non sarebbe stata una buona madre, che quella cosa che cresceva dentro di lei non le apparteneva, non la voleva…non la voleva quella scelta…non l’aveva fatta…le era solo capitata.
La nascita di Alice non aveva migliorato le cose: la depressione post partum aveva fatto il resto.
Da quando era arrivata quella bambina nella sua vita…erano terminate le notti di sonno ed erano iniziate le levatacce per le poppate…i cambi dei pannolini….non riusciva più a dormire con serenità…non riusciva più a dormire e basta.
E non poteva dormire durante il giorno perché aveva la casa da pulire, le cose da stirare, la bambina da sorvegliare…..
Era stanca….era semplicemente stanca. Le sue amiche avevano altre cose per la testa e non avevano più tempo per lei….così le sue giornate erano interminabili…e con i pianti isterici di Alice….non ce la faceva proprio più.
Il primo bicchierino le venne in aiuto proprio un pomeriggio nel quale Alice era particolarmente agitata….e a quel primo ne seguirono molti altri….tanti altri….fino a quando non cadde in un sonno profondo e soprattutto sul freddo pavimento della cucina.
Fu la vicina di casa ad avvisare Carlo -la bambina piange da ore e non sento la voce di sua moglie….forse è il caso che torni a casa-
E così Carlo l’aveva trovata stesa sul pavimento, con ancora il pigiama e la vestaglia addosso….la bambina non aveva mangiato …non sapeva nemmeno lei da quanto….ma a lei non importava …era riuscita a dormire.
Carlo le aveva fatto una bella ramanzina ricordandole le responsabilità che si erano assunti entrambi, dopo la nascita di Alice. A lei quelle parole rimbombavano nella testa come frecce di dolore, ma niente di più….anzi non aveva nemmeno capito che cosa lui volesse e pretendesse da lei….non poteva semplicemente lasciarla in pace???
Voleva solo dormire e riposare….
Quello fu solo l’inizio.
Un cappello pieno di ciliege, di Oriana Fallaci
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Avevo iniziato a leggere questo libro molti anni fa e non ero riuscita a
superare le prime dieci pagine. Adesso, forse complice un’età più avanzata
e un...
3 mesi fa
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