Appena arrivati, lo gnomo si fiondó sul prato, staccò dei fili d'erba, un pò ne mangiò e un pó ne offrì a me. Lo guardai talmente stranita che gli si bloccò qualcosa in bocca e ci volle un po' prima che riuscisse ancora a parlare.
- Beh, tu non la mangi?
- Mangiare erba? E perchè?
- Ma è la nostra tradizione. È di ringraziamento alle fate che ci hanno concesso di volare.
- Ah...
- Su, mangiane un po'...
Mi faceva davvero schifo, ma colsi qualche stelo e me lo ficcai in bocca, mandandolo giù con disgusto. Poi dissi:
- Senti, ma adesso che si fa?
- Ti porto dal Re. Ma prima devi cambiarti.
- E perchè? Non ti piace questo tailleur? È di Versace, sai?
- Pua'! Vieni, mia moglie ti farà scegliere un vestito più adatto!
Lo seguii curiosa. Dunque, aveva anche una moglie quel metro di uomo! Entrammo nel castello e prendemmo una piccola scala che si nascondeva dietro una parete mobile. La scala saliva per circa un centinaio di gradini e finiva in una stanza molto piccola ma molto graziosa, dove una donnina alta quanto Loco ci accolse con uno splendido sorriso.
- Che bello incontrarti! E' un'onore conoscere la scrittrice che salverá il nostro Re!
- Piacere mio...
- Diamante
- Prego?
- Diamante, è il mio nome....
- Oh sì certo... Però vede... Temo abbiate alte aspettative su di me. Non so se...
- Forza Diamante, falle vedere i vestiti, è tardi, non possiamo perdere tempo - ci interruppe bruscamente Loco
- Certo, certo, per di qua... - e si incammino' in un corridoio ampio ma dal soffitto piuttosto basso, dove avanzavo con fatica. Sbucammo in una stanza enorme piena di specchi e con un armadio gigantesco su una parete. Diamante si sistemò al centro, mi guardò, non senza imbarazzo da parte mia, davanti, di dietro e di profilo e poi sollevando lo sguardo verso l'alto disse "Azzurro seicentoventi". Quando la guardai in modo interrogativo mi spiego': "Colore e taglia" e si incammino' verso un'anta imponente che si incomincio' ad aprire facendo un rumore mostruoso.
Non mi riconoscevo più quando Diamante mi fece specchiare dopo circa un'ora. Una voce alle mie spalle disse:
- Non che tu fossi un porcospino prima, ma ora sì che sei degna di incontrare il Re Moonio I
Loco mi condusse per corridoi e segrete muovendoci verso il basso e alla fine si fermò davanti ad un grande cancello, dietro il quale nella penombra intravedevo un'ombra. Da quella nera figura uscì una voce flebile:
- E' davvero un onore per me.
(continua)
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