lunedì 2 agosto 2010

Neko Adventure

JILIEN
Quinta Parte

Più si avvicinava il momento dell’arrivo del governatore, più sembrava che l’agitazione prendesse gli abitanti. Se prima si potevano vedere persone che correvano qua e là, ora sembrava che persino le mura stesse della città fossero col fiato sospeso. Nessuno pensava agli altri, ma solo al proprio interesse.
Grazie a questa atmosfera, Jilien poté facilmente confondersi tra la folla, evitando di essere riconosciuta da una delle tante guardie che presidiavano il posto. Passando di fronte a vari banchi dei commercianti, la ragazza riuscì persino a rubarsi la colazione, il pranzo e, se non avesse esaurito tutto prima di sera, la cena.
Mentre era seduta per terra, appoggiata al muro di una casa, a mangiare una mela, Jilien notò un improvviso crescendo di confusione finchè ad un certo punto ci fu un boato incredibile: il governatore era arrivato.
Riuscendo a farsi spazio tra la moltitudine che era ammassata ai lati della strada, riuscì a vedere l’entrata in città di uno degli uomini più potenti del paese. Sebbene avesse potere di vita o di morte su ogni cittadino della sua giurisdizione, era conosciuto sia per essere uno dei più saggi governatori mai esistiti che per essere uno dei più umili: infatti in quella occasione era in sella ad un cavallo apprezzabile, non maestoso come ci si aspetterebbe, e aveva addosso un vestito che era paragonabile a quello che molti abitanti usavano solo in giorni di festa. Il volto sorridente, contornato da una barba ben curata, era completato da due occhi blu e profondi come il mare sul quale si specchiava la sua città natale e capitale dello stato.
La festa per il suo arrivo era piena di aspettativa: tutti si aspettavano che portasse notizie e tutti speravano che fossero buone.
Il governatore alzò le braccia per richiedere il silenzio, che arrivò in breve tempo -Popolo di Mohrsen! Ho delle notizie da darvi!- la folla esplose in un altro boato di gioia che si concluse subito dopo -Purtroppo, non sono delle buone notizie: la guerra che da tempo logora il nostro paese è ben lontana dall’essere finita. Infatti, i nemici del nostro popolo, hanno rifiutato un trattato di pace- la folla emise un gemito di paura: erano ormai dieci anni che la guerra imperversava sul confine settentrionale, ma sembrava che non potesse mai finire. -Mi duole darvi una notizia così terribile, ma sappiate che il governo non vi ha dimenticato, e che…- la frase venne interrotta bruscamente dal ruggito di una tigre. Tutti si voltarono dalla parte opposta alla porta della città e videro un enorme tigre che avanzava verso l’atteso ospite. Questo scese subito dalla sella e sfoderò la spada che teneva al fianco, pronto a difendersi dall’animale.
Jilien, vedendo la scena, cercò di farsi spazio tra la folla impaurita per poter evitare che qualcuno si facesse male ma riusciva ad avanzare solo pochi passi alla volta e quando finalmente giunse davanti a tutti, vide ciò che non voleva che accadesse: la tigre spiccò un balzo verso il governatore che si spostò di lato, evitando l’attacco e con un colpo deciso trapassò da parte a parte l’animale che si accasciò a terra con un rantolo. Senza rendersene conto, Jilien urlò di dolore, come se avesse ricevuto lei la stoccata, ed, estratto il pugnale che aveva sempre con sé, si lanciò all’attacco dell’uomo. Preso alla sprovvista, il governatore si mise sulla difensiva e parò tutti i colpi inferti con rabbia dalla ragazza. Jilien si mosse rapidamente, continuando a cambiare lato su cui attaccare e infliggendo colpi sempre diversi: affondi, colpi di taglio, finte e persino colpi con la mano libera. Mentre era presa da questa furia omicida, non si rese conto che il suo avversario fu distratto da una figura ammantata che lo stava puntando: quell’attimo di distrazione fu fatale. Vedendo una breccia nella difesa del governatore, Jilien affondò la lama del pugnale dritta nel cuore dell’avversario che emise un solo gemito di sorpresa e, dopo, cadde a terra. Jilien tenne saldo il pugnale, in modo che si sfilasse da solo mentre il corpo si accasciava. Rimase così, per qualche secondo, mentre la folla era in completo silenzio. Si riscosse quando gli abitanti della città iniziarono a urlare.
-Prendetela!-
-È un assassina!-
-A morte!!-
Jilien si guardò intorno e, presa dal panico, si arrampicò sulla casa più vicina, salì sul tetto e iniziò a correre. Non sapeva dove stesse andando, né cosa dovesse fare, ma correva in direzione opposta a dove aveva ucciso quella persona.

Nella folla, nessuno si accorse di una figura ammantata che rinfoderava l’arco e, dopo aver seguito con gli occhi Jilien per un po’, scompariva nell’ombra.

Continua...

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