-Mi dispiace-. Queste erano le ultime parole che aveva sentito da parte sua e adesso era sdraiata sul suo letto, la testa immersa nel cuscino per cercare di non sentire più quella frase che le aveva fatto versare tante, troppe lacrime. Erica sollevò lo sguardo dal cuscino quel tanto che le bastava per guardare il mobiletto in cui era riuscita ad appoggiare il telefonino prima di buttarsi sul letto e allora realizzò: doveva uscire, doveva sfogarsi, doveva fare qualcosa… non poteva certo rimanere lì a deprimersi così! Appena preso il cellulare in mano, passò mentalmente in rassegna le sue amiche per vedere chi non fosse in vacanza n quel weekend, chi non avesse voglia di vedere, chi non avesse un ragazzo… La selezione eliminò tutta la sua rubrica, tranne una persona: -Meglio di niente…- disse tra sé e sé e fece partire la chiamata.
Uno squillo, due, tre.
Rispose.
-Pronto?-
-Ciao Alice, sono Erica. Ti disturbo?-
-No, no, figurati. Anzi, ti stavo proprio pensando: mi stavo chiedendo come ti senti… sì, insomma, dopo che…-
-Mi ha lasciata? Beh, non benissimo. Proprio per questo ti ho chiamata: ti va di uscire un po’? Magari andiamo per vetrine, tanto per vedere-
-Va benissimo! Dammi un ora e sono da te.-
-Grazie, lo apprezzo molto-
-Figurati! A dopo-
-Ciao-.
Chiusa la chiamata, si sbrigò a scegliere cosa indossare per quel pomeriggio che, per una buffa sensazione, sapeva che sarebbe stato indimenticabile.
Dopo aver perso tre quarti d’ora a scegliere i vestiti e dopo aver scartato per l’ennesima volta la stessa maglietta, Erica optò per un look semplice, con jeans scuri, maglietta bianca e un maglione nero. Mentre si finiva di truccare, suonò il campanello: era Alice.
-Sono in anticipo?-
-No, sono io che impiego sempre troppo tempo a prepararmi… tu invece ci metti sempre così poco?-
-Sì, non cerco mai troppe cose elaborate, così sono sempre pronta in cinque minuti… ma basta parlare adesso, andiamo?-
-Certo!- ed entrambe si diressero verso il nuovo centro commerciale che sembrava più una città in miniatura che un luogo dove fare compere ma, dopo una preghiera ironica al dio dello shopping, passarono senza indugio l’entrata e iniziarono a girare per vetrine e negozi. Dopo quasi tre ore di compere si fermarono a prendere da bere a un bar.
-Allora? Ancora triste?-
-Un po’, ma adesso ve meglio. Comunque ho visto… Ehi, stai attento!- ma un signore, andando di corsa, rovesciò la bibita proprio sulla maglietta di Erica
-Ma che diavolo! Una maglietta rovinata! Per fortuna ne ho comprata un'altra… vieni, non posso andare in giro così!- e si diressero entrambe al bagno più vicino. Una volta aspettato che anche l’ultima persona se ne fosse andata, Erica si tolse la maglietta bagnata mentre la sua amica faceva da palo. –Come va?- chiese improvvisamente Alice guardando l’amica rimasta solo col reggiseno. –Bene, grazie… Ehi, che ne pensi di quest’ultimo acquisto?- disse riferendosi al capo d’intimo –Ti sta davvero bene…- rispose Alice con una strana intonazione ma con una voce così bassa che Erica si chiese se avesse veramente sentito quella sfumatura. –Oh! Si sta facendo tardi. Dobbiamo andare o prenderemo l’ultimo autobus-.
Una volta sistemate, le ragazze si diressero verso la fermata dell’autobus e riuscirono a prenderlo per un pelo. Una volta sedute, Erica si accorse che Alice era pensierosa
–Cosa c’è?-
-Oh, niente… solo mi sono ricordata che devo darti qualche cosa una volta arrivata a casa tua-
-Va bene-.
Per il resto del viaggio Erica pensò a cosa potesse essere così una volta scesi dal mezzo chiese con curiosità all’amica cosa fosse ciò che doveva darle –Ecco, è proprio qui…- disse Alice mettendo una mano in tasca come se dovesse prendere una cosa ma fece un passo avanti e baciò la sua amica… Un bacio inaspettato, tremante.
Tenero.
Una volta discostate, Alice salutò con un sorriso Erica che era sotto shock per quel gesto e si mosse solo quando realizzò l’ora ma a quel punto Alice era già sparita. Salì le scale in silenzio e, dopo una lunga doccia ristoratrice, si mise a letto ripensando alla giornata appena trascorsa. Si addormentò dopo poco, senza accorgersene, con il viso di Alice davanti agli occhi, mentre sussurrava -Grazie- alla figura della sua amica sorridente.
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